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In Italia il numero stimato di fumatori e utilizzatori di sigarette elettroniche è di circa 12,4 milioni di persone. Le sigarette tradizionali sono ancora il prodotto più acquistato con 9,8 milioni di consumatori, mentre gli utilizzatori di sigarette elettroniche così come di stick di tabacco da riscaldare sono circa 3 milioni, indice che c’è una quota consistente di utilizzatori duali.
Il mercato dei prodotti da fumo e inalazione vale circa 23 miliardi di euro (circa l’1% del Pil). L’acquisto da canali non autorizzati continua ad avere un impatto rilevante: lo fa il 12% dei consumatori, circa 1,5 milioni di persone, per un valore di circa 1,2 miliardi di euro, pari al 5% del valore totale di mercato (nel 2023 valeva 1,1 miliardi di euro e incideva per il 4,8%). Sono questi i dati principali emersi dal rapporto “Prodotti da fumo e da inalazione: studio sul fenomeno dell’illegalità” presentato da Logista, principale distributore europeo di prodotti e servizi per tabaccai e dalla società di ricerche di mercato Ipsos.
L’indagine evidenzia che l’acquisto di prodotti da fumo e da inalazione tramite canali non ufficiali genera una perdita complessiva, in termini di fatturato, di circa 610 milioni di euro, mancate entrate erariali per 660 milioni di euro e perdita occupazionale per 5.600 posti di lavoro, se si considera il solo impatto diretto (produzione, distribuzione e vendita) sul settore. Le mancate entrate erariali, pur essendo attribuibili principalmente al tabacco tradizionale (460 milioni di euro), in quanto Iva e accise hanno un peso rilevante sul prezzo finale pagato dal consumatore, nel 2024 presentano ancora un ammontare rilevante riconducibile ai prodotti del vaping (200 milioni di euro). La perdita in termini di fatturato, invece, è legata in larga misura alle sigarette elettroniche, dove si stima un danno di 485 milioni di euro, contro i 125 milioni di euro attribuibili al tabacco tradizionale. L’acquisto tramite canali illegali impatta principalmente sulla categoria delle sigarette elettroniche: il 29,7% del valore degli acquisti complessivi di questa categoria è riconducibile a canali non ufficiali, mentre per il tabacco tradizionale l’incidenza è pari al 3,1%.
Secondo il rapporto, relativamente alle due categorie di prodotti, è ancora netta la distinzione tra canali illegali fisici e online. Mentre la maggior parte di fumatori di tabacco tradizionale ricorre ai canali fisici per gli acquisti illegali (rivenditori ambulanti, amici/conoscenti), le sigarette elettroniche e i liquidi di ricarica vengono prevalentemente acquistate online: il 57% del volume e il 60% del valore provengono da siti online non autorizzati o da social network.
Chi acquista illegalmente sul web, per la maggior parte effettua le sue scelte sulla base della varietà dei prodotti offerti (31%), delle recensioni del sito (27%) e controllando il paese di origine del sito (24%), mentre solo il 27% verifica che ci sia il logo dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (Adm). Tali dati non risentono del divieto di vendita online, entrato in vigore lo scorso gennaio, il cui impatto sarà verificato nell’indagine 2026. La ricerca è stata effettuata da Ipsos su tre campioni: 2.000 interviste ad un campione rappresentativo della popolazione italiana tra i 16 e gli 85 anni, 3.000 interviste di sovracampionamento a persone che hanno fumato/inalato/svapato almeno un prodotto negli ultimi 12 mesi e 1.200 interviste di sovracampionamento a persone che hanno svapato almeno una sigaretta elettronica o inalato uno stick con o senza tabacco negli ultimi 12 mesi.
L’indagine è stata presentata a Roma alla presenza della vicepresidente del Senato Licia Ronzulli, del vicepresidente della Camera Giorgio Mulé e del sottosegretario dell’economia Federico Freni. Dopo la presentazione si è svolto un panel di confronto tra Massimo Garavaglia (presidente commissione finanze del Senato), Marco Osnato (presidente commissione finanze della Camera), Giuseppe Mangialavori (presidente commissione bilancio della Camera), Aniello De Vita (comandante gruppo investigativo nucleo speciale della Guardia di finanza), Francesca Torricelli (Adm), Federico Rella (Logista), Mario Antonelli (Fit) e Gianfranco Labib (Assotabaccai).