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È stata pubblicata nei giorni scorsi la bozza della dichiarazione politica dell’Onu sulla prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili e della promozione della salute mentale e del benessere. Il documento nasce dai lavori preparatori del quarto meeting di alto livello sul tema che si terrà il prossimo 25 settembre e al quale parteciperanno, spiega il sito delle Nazioni Unite, “i capi di Stato e di governo per definire una nuova visione per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili (Mnt) e la promozione della salute mentale e del benessere fino al 2030 e oltre, attraverso una nuova, ambiziosa e realizzabile Dichiarazione politica.”
Ed è proprio dalla bozza di questa dichiarazione che, per quanto riguarda la lotta al fumo, emerge una piatta riproposizione delle misure tradizionali, senza nessuna considerazione per gli strumenti di riduzione del danno, come la sigaretta elettronica. Le malattie non trasmissibili, dette anche malattie croniche, sono quelle patologie che non si trasmettono da una persona all’altra e che hanno una durata prolungata. Fra loro vi sono, per esempio, le malattie cardiovascolari, i tumori, le malattie respiratorie croniche e il diabete e fra le loro cause ha un ruolo importante, oltre all’età e alla genetica, lo stile di vita.
Ovviamente il fumo, con tutto il corollario di malattie correlate che si porta appresso, è uno dei principali fattori di rischio per questo tipo di patologie e dunque la lotta al fumo è uno dei capisaldi della prevenzione delle Mnt. E infatti la bozza di dichiarazione pone come obiettivo quello di ridurre a livello globale il numero dei fumatori di 150 milioni entro il 2030. Si tratterebbe di una riduzione dell’11,5% visti gli attuali 1,3 miliardi di fumatori attuali. Un obiettivo lodevole che però le Nazioni Unite si propongono di raggiungere tramite le tradizionali misure di tobacco control, ignorando così le opportunità rappresentate dai nuovi strumenti.
La dichiarazione, infatti, richiede ai governi di aumentare le tasse sul tabacco (insieme a quelle sull’alcool e le bevande zuccherate) e poi di inserire le avvertenze di rischio su tutti i pacchetti di sigarette, adottare confezioni neutre o standard, eliminare la pubblicità, la promozione e la sponsorizzazione del tabacco, ridurre l’esposizione al fumo passivo nei posti di lavoro e pubblici al chiuso e sui trasporti pubblici. Tutte misure che in molti Paesi sono in vigore da tempo, senza aver dato i risultati sperati. Ma, cosa ancora più preoccupante, la dichiarazione sollecita gli Stati a “limitare e regolamentare i sistemi elettronici per la somministrazione di nicotina (Ends) e quelli senza nicotina (Ennds)”.

Una strategia che ha subito sollevato le critiche di Michael Landl, direttore della rete internazionale di associazioni dei consumatori di sigarette elettroniche World Vapers’ Alliance. “Aggrappandosi a strategie obsolete – dichiara Landl – la bozza di dichiarazione delle Nazioni Unite rischia di fallire i suoi obiettivi. Adottare la riduzione del danno è la strada più rapida verso un futuro senza fumo, nonché la più compassionevole ed efficace. L’evidenza è chiara: è ora di cambiare direzione”. Secondo Landl la strada da seguire è quella indicata dalla Svezia che, grazie a una politica aperta a prodotti con nicotina come snus e sigarette elettroniche, ha raggiunto un tasso di fumatori vicino al 5%. “L’approccio svedese – conclude Landl – ha salvato innumerevoli vite e fornisce una tabella di marcia per il mondo. Le Nazioni Unite devono seguire l’esempio della Svezia se vogliono davvero accelerare la lotta contro il fumo e le malattie non trasmissibili”.
La bozza della “Dichiarazione politica del quarto meeting di alto livello dell’Assemblea generale sulla prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili e la promozione della salute mentale e del benessere” è aperta ai commenti degli Stati fino al 27 maggio. La prima consultazione sul testo, invece, è prevista per il 5 giugno.