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Stati Uniti/Grecia – Due nuovi studi smontano la meta-analisi che equipara il vaping al fumo
Due ricerche scientifiche pubblicate questo mese confutano i risultati della meta-analisi “Population-Based Disease Odds for E-Cigarettes and Dual Use versus Cigarettes”, firmata da Stanton Glantz, ex docente dell’Università della California, e uscita sul New England Medical Journal a febbraio 2024. Quel lavoro equiparava i rischi cardiovascolari e metabolici tra svapo e fumo, sostenendo che il dual use aumentasse i pericoli del 20-40%. Già a luglio dello scorso anno, scienziati come Nancy Rigotti e Neal Benowitz ne avevano criticato la metodologia. Ora i due nuovi studi ne approfondiscono le critiche. Il primo è intitolato “Inaccurate and misleading meta-analysis of E-cigarettes and population-based diseases” ed è uscito su Internal and Emergency Medicine. Coordinato da Brad Rodu e Nantaporn Plurphanswat dell’Università di Louisville e Jordan Rodu dell’Università della Virginia, evidenzia tre errori chiave: aggregazione di esiti sanitari non correlati, inclusione di studi trasversali senza cronologia precisa e mancato monitoraggio delle abitudini di consumo. “Glantz e gli altri autori non hanno soddisfatto i criteri di base per la qualità degli studi di origine; i risultati della loro meta-analisi non sono validi”, è la conclusione. Il secondo studio, “Comparing smoking-related disease rates from e-cigarette use with those from tobacco cigarette use”, pubblicato su Harm Reduction Journal, porta le firme di Peter Lee diP.N.Lee Statistics and Computing Ltd e Konstantinos Farsalinos dell’Università dell’Attica e Patrasso. Esso rianalizza i dati su infarto del miocardio, ictus e Bpco, trovando rischi significativamente inferiori per chi svapa, simili a chi ha smesso di fumare da 5-10 anni. La comunità scientifica attende ora una possibile ritrattazione da parte del New England Medical Journal, mentre l’associazione europea dei produttori (Ieva) denuncia l’impatto negativo di studi imperfetti sulle politiche di riduzione del danno.
Non si ferma la cattiva scienza contro la sigaretta elettronica
Kazakistan – Il divieto di svapo è un fallimento e il mercato nero è raddoppiato tra i giovani
Forse è pure eccessivo scomodare un filosofo come Karl Popper e riprendere una delle sue teorie più famose, quella delle azioni umane intenzionali che generano conseguenze non intenzionali. Ma la frase ben si adatta a descrivere il fallimento kazako in tema di vaping. A quasi un anno dall’entrata in vigore del bando totale sulle sigarette elettroniche, il Kazakistan si trova infatti a fare i conti con un fiorente mercato clandestino di prodotti per lo svapo, soprattutto tra i più giovani. Nonostante le severe sanzioni previste dalla legge – che includono multe salate e perfino il carcere – l’applicazione del divieto sta dimostrando gravi falle. Secondo un recente studio condotto da Rafael Gasanov, membro del Consiglio pubblico di Almaty, il commercio illegale è esploso grazie alla connivenza dei social network, diventando sempre più difficile da controllare. “Il divieto non solo non ha ridotto il fenomeno, ma ha creato un pericoloso mercato parallelo”, ha denunciato l’esperto, sottolineando come il consumo tra gli adolescenti resti elevato. Le cifre, difatti, parlano chiaro: sono già 271 i venditori illegali mappati dagli investigatori, con vere e proprie reti organizzate nelle grandi città. Solo ad Almaty e Astana si contano rispettivamente 133 e 114 negozi online clandestini. Ma il dato più allarmante arriva dal Bureau of National Statistics: nel 2024 i fumatori sono aumentati dell’1,3%, raggiungendo il 20,7% della popolazione. Si chiama effetto boomerang e dimostra l’inefficacia delle politiche proibizioniste.
Argentina – Due parlamentari chiedono rispetto del divieto in spazi chiusi delle sigarette elettroniche
I parlamentari argentini José María Canelada e Gustavo Cobos lamentano che il divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche in spazi chiusi, introdotto nel 2019, non viene applicato correttamente, criticando l’inerzia del governo provinciale nel far rispettare una norma che vieta dispositivi a batteria contenenti nicotina e aromi chimici. I due legislatori hanno sottolineato che il problema non è l’assenza di regole, ma la mancanza di controlli, e hanno accusato le autorità di ignorare ripetutamente le leggi approvate dal parlamento. “È inaccettabile che sia necessario sollecitare le massime cariche a rispettare norme che dovrebbero dare l’esempio”, hanno dichiarato, denunciando come situazioni simili si siano già verificate in passato. Canelada e Cobos hanno quindi esortato il governo a intervenire concretamente. Si riaccende così il dibattito sull’efficacia delle politiche antifumo in Argentina, dove il vaping resta un tema controverso.
Maldive – Presidente valuta il divieto generazionale sul tabacco
Il presidente delle Maldive Mohamed Muizzu ha rivelato di stare valutando tre proposte per un divieto generazionale sul tabacco, che impedirebbe alle nuove generazioni di fumare. Lo ha annunciato nel suo podcast periodico, illustrando i termini dell’iniziativa. Le tre opzioni su cui il presidente invita a discutere prevedono il bando permanente per i nati dopo il 1° gennaio del 2000, 2004 o 2007. Sottolineando la necessità di agire prima che la dipendenza si radichi, Muizzu ha spiegato che l’obiettivo è concentrarsi sulla fascia dai 18-25 anni in giù, dove l’effetto preventivo sarebbe maggiore. Il presidente ha anche evidenziato l’importanza di consultare medici e stakeholder per definire la politica, affidando al ministro della Salute Abdulla Nazim Ibrahim il compito di redigere un documento da presentare al Gabinetto. La decisione finale dipenderà dalle valutazioni tecniche e dall’iter legislativo.
Thailandia – Vaping, ora anche i consumatori rischiano accuse per merci di contrabbando
Il governo thailandese inasprisce le misure contro i consumatori di sigarette elettroniche, che potranno essere accusati di detenzione di merce contrabbandata. Lo ha annunciato il portavoce dell’esecutivo Anukul Prueksa-Anurak, sottolineando che la repressione colpirà non solo i contrabbandieri e i venditori, ma appunto anche gli utenti finali. Secondo la legge doganale, il reato prevede fino a cinque anni di carcere e/o una multa pari a quattro volte il valore dei prodotti illeciti, più le tasse evase. Nonostante il divieto, le e-cigarette sono presenti nel Paese attraverso i canali del contrabbando, circostanza che le associazioni pro-vaping hanno sempre denunciato, lamentando la mancanza di sicurezza per i consumatori. Ma la strada intrapresa dal governo thailandese resta quella del proibizionismo, anche sul fronte online dove il premier Paetongtarn Shinawatra ha ordinato un giro di vite. Finora, tuttavia, i successi sono stati relativi, mentre i fumatori adulti vengono privati di una via legale e sicura per provare ad abbandonare le sigarette a combustione.
Filippine – Autorità intensificano la lotta all’evasione fiscale nei settori del tabacco e del vaping
Il Bureau of Internal Revenue (Bir) filippino, l’autorità fiscale centrale del governo, sta intensificando la sua azione di contrasto all’evasione fiscale, sia consolidata che emergente, con un focus particolare sui settori delle sigarette elettroniche e del tabacco. Lo riporta l’agenzia di stampa Philippine News Agency. Il direttore del Bir, Romeo Lumagui Jr., ha sottolineato che queste misure rientrano nella strategia del governo per affrontare il commercio illegale, le perdite di gettito e la minaccia alla salute pubblica derivante da prodotti non regolamentati. Le operazioni di contrasto includono la distruzione di sigarette contraffatte (tradizionali ed elettroniche) e non tassate. Recentemente, il Bir ha anche intentato una causa per evasione fiscale da 8,5 miliardi di pesos (oltre 130 milioni di euro) contro cittadini cinesi e diverse aziende, a seguito di un raid in una fabbrica e un magazzino illegali. Il fenomeno del contrabbando e della conseguente elusione fiscale si è esteso negli ultimi anni ai prodotti del vaping, che rappresentano una fetta crescente dei sequestri effettuati. Un’altra operazione significativa recente è stata infatti la distruzione di sigarette elettroniche importate illegalmente per un valore di 3,26 miliardi di pesos (pari a oltre 50 milioni di euro). Lumagui ha ribadito l’impegno del dipartimento nel perseguire i responsabili del commercio illecito, data la persistenza di fabbriche illegali e attività di contrabbando.
Malesia – Il fallimento proibizionista dello Stato di Kelantan compie dieci anni
L’ennesimo esempio del fallimento delle politiche protezionistiche arriva dallo Stato malese di Kelantan, chew si è considerato pioniere nella lotta allo svapo. Dopo dieci anni di divieto totale di vendita di sigarette elettroniche (fu introdotto nel 2015 dopo una campagna informativa iniziata nel 2012), il bilancio conta il perdurare di vendite illegali attraverso canali occulti e piattaforme online. Ma il governo dello Stato persevera su questa strada e dopo nuove misure di controllo inserite lo scorso anno ne ha promesse di nuove. Per ora il successo non si vede e si continua a evitare qualsiasi approccio innovativo in nome del contrasto agli alti tassi di fumo.