L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

SVAPOWORLD – Notizie internazionali dal 27 aprile al 3 maggio

Gruppo di esperti di harm reduction criticano l'immobilismo dell'Oms. Intanto sono sempre di più i Paesi che annunciano di voler mettere un freno alla diffusione degli aromi.

GreciaGoverno studia il divieto degli aromi per le sigarette elettroniche, associazioni protestano
Il governo greco guidato da Kyriakos Mitsotakis sta valutando l’introduzione di un divieto sui liquidi per sigarette elettroniche con aromi diversi da tabacco e menta, estendendo la misura anche ad altri prodotti alternativi al fumo. Il ministro della Salute, Adonis Georgiadis, ha giustificato la proposta come misura per proteggere i giovani, inserendola in una legge più ampia che limita la vendita di alcol e tabacco ai minori, dopo alcuni episodi legati all’abuso di alcol tra giovanissimi. La normativa è ancora in fase di consultazione interna, e non è detto che il flavour ban rimarrà nella versione definitiva. La mossa ha sorpreso molti, dato che la Grecia finora si era opposta a normative troppo restrittive sui prodotti a rischio ridotto, evitando di equipararli alle sigarette tradizionali. Il settore, che impiega circa 10.000 persone, tra cui 2.000 negozianti, teme gravi ripercussioni. Le associazioni dei consumatori criticano duramente la proposta: Nikolas Christofidis della Greek Vapers Alliance la definisce “superficiale e pericolosa”, perché penalizzerebbe gli ex fumatori adulti che hanno smesso grazie agli aromi, spingendoli verso il mercato illegale o le sigarette tradizionali.   Anche Michael Landl, a nome della World Vapers’ Alliance, avverte che un divieto sugli aromi sarebbe un passo indietro per la salute pubblica. Consumatori e operatori chiedono al governo un confronto aperto per trovare un equilibrio tra protezione dei minori e salvaguardia delle alternative meno dannose per gli adulti.

Il governo greco vuole vietare gli aromi per sigarette elettroniche

 

UzbekistanSenato approva legge che vieta sigarette elettroniche e liquidi
Il Senato dell’Uzbekistan ha approvato una legge che vieta la circolazione di sigarette elettroniche e liquidi contenenti nicotina, estendendo il divieto a produzione, stoccaggio, trasporto, importazione ed esportazione, nell’ambito di un inasprimento delle norme sul controllo dei prodotti del tabacco. La normativa prevede sanzioni amministrative e penali per il commercio illegale, ma concede l’esonero da responsabilità in caso di consegna volontaria alle autorità. La presidente del Senato, Tanzila Narbayeva, ha sottolineato che l’obiettivo è proteggere la salute pubblica, in particolare dei giovani, ma allo stesso tempo ha ammesso che il divieto potrebbe alimentare il mercato nero, citando come negli ultimi quattro anni siano stati importati 5,4 milioni di dispositivi per un valore di 28,5 milioni di dollari, cifra 80 volte superiore agli anni precedenti. Con questa decisione, l’Uzbekistan si allinea a Kazakistan e Kirghizistan, diventando il terzo paese dell’Asia centrale a vietare le sigarette elettroniche, mentre Tagikistan e Turkmenistan non hanno ancora adottato misure analoghe.

 

Regno UnitoGoverno cerca equilibrio tra limiti al vaping e tutela di fumatori adulti
Il Ministero della Salute britannico ha ribadito l’importanza delle sigarette elettroniche come strumento per smettere di fumare, pur difendendo le nuove restrizioni previste dal Tobacco and Vape Bill che sta affrontando in queste settimane l’iter parlamentare. Tra le misure più discusse, il potere del ministro di vietare alcuni aromi nei liquidi, ritenuti attraenti per i minori. Il settore del vaping ha risposto con una petizione, “Do not restrict vape flavours”, sostenendo che limitare i gusti spingerebbe i consumatori verso le sigarette tradizionali o il mercato nero. La petizione ha raccolto oltre 12.000 firme: un successo che ha obbligato il governo a una risposta. L’esecutivo riconosce l’utilità degli aromi per gli adulti ma insiste sulla necessità di proteggere i giovani, citando sapori come “orsetto gommoso” o “zucchero filato” ritenuti inutili per la disassuefazione e che invece risultano graditi ai bambini. Il governo promette però ulteriori consultazioni per evitare effetti negativi sui tassi di fumo. Mark Oates di We Vape critica la posizione governativa, sostenendo che basterebbe cambiare i nomi degli aromi incriminati, invece di vietarli. Intanto, la petizione rimarrà aperta fino al 7 settembre: con 100.000 firme il tema verrà preso in considerazione per il dibattito parlamentare.

Sigarette elettroniche, governo britannico: aromi importanti per smettere di fumare

 

Stati Uniti – La Convenzione quadro per la lotta al tabacco compie 20 anni: Tpa critica immobilismo e conservatorismo dell’Oms
Nel ventesimo anniversario della Convenzione quadro dell’Oms per la lotta al tabacco (Fctc), un panel della Taxpayers Protection Alliance ha espresso forti critiche sull’operato dell’agenzia Onu. I relatori hanno accusato l’Oms di ostacolare l’innovazione e di non considerare le evidenze scientifiche sui metodi alternativi per la riduzione del danno da fumo. Clive Bates ha sottolineato come l’approccio dell’Oms continui a promuovere una visione proibizionista, ignorando alternative più sicure come sigarette elettroniche e tabacco riscaldato. I relatori hanno criticato il rifiuto dell’agenzia Onu di includere strategie di riduzione del rischio, definendo tale approccio protezionistico e scientificamente infondato. Roger Bate ha parlato di “fallimenti ripetuti”. Tra i relatori, David Williams, esperto in politiche sanitarie globali dell’International Center for Law and Economics, ha definito la posizione attuale dell’Oma “pericolosa e irresponsabile”, accusandola di ignorare le prove sull’efficacia delle alternative senza combustione. Martin Cullip ha riassunto il pensiero del panel definendo la (Fctc) un “fallimento ideologico”. Il panel ha lanciato un appello all’Oms affinché accolga la riduzione del danno nelle future politiche contro il fumo, esortandola ad ascoltare la scienza per salvare vite.

Oms, vent’anni di tobacco control tra immobilismo e resistenza all’innovazione

 

AustraliaNella campagna elettorale spiragli per un cambio di passo per il vaping, ma a decidere sono gli elettori
L’Australia potrebbe aprire al vaping fuori dalle farmacie, qualora la Coalizione liberal-nazionale dovesse ottenere un ruolo di governo dopo il voto anticipato del 3 maggio, o avere una tale forza da poter incidere in alcune politiche di governo anche restando all’opposizione. Il raggruppamento di centrodestra, che sfida il premier laburista Anthony Albanese, ha proposto una regolamentazione del settore che prevederebbe tra l’altro la vendita delle sigarette elettroniche nei negozi e una tassa di 1 dollaro australiano per millilitro sui liquidi (circa 0,65 euro), generando così entrate stimate in 3,6 miliardi in quattro anni. L’attuale sistema, che limita la vendita alle farmacie, ha fallito, alimentando un mercato nero incontrollato e privando lo Stato di introiti. Secondo la Coalizione, il nuovo modello scoraggerebbe i giovani grazie ai prezzi elevati, ma alcuni temono che il costo troppo alto possa favorire il mercato illegale.

Sigaretta elettronica, uno spiraglio nel proibizionismo australiano

 

MacaoAllo studio un’estensione dei divieti di fumo all’aperto. Vaping (per ora) risparmiato
Il governo di Macao, regione amministrativa speciale della Repubblica Popolare Cinese, sta valutando di ampliare le aree “smoke-free” includendo gli ingressi di scuole materne ed istituti scolastici. Secondo quanto riportato da diverse testate locali, le autorità intendono istituire zone senza fumo anche in ampi spazi pubblici come piazze e vie, consentendo di fumare solamente in aree designate. La discussione sul possibile inasprimento delle normative antifumo prosegue da inizio anno, quando era stata avanzata la proposta di vietare il fumo mentre si cammina. Sebbene siano state raccolte numerose segnalazioni di disagio per i pedoni che fumano, l’applicazione di tali divieti viene considerata complessa. Il Bureau della Sanità ha inoltre reso noto che la metà delle infrazioni registrate nel 2024 sono state commesse da turisti, prevalentemente provenienti dalla Cina continentale. Per il momento le proposte non si estendono al vaping.

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