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È entrato in vigore ieri, martedì 17 giugno, il divieto di distribuzione, produzione, vendita e fornitura di sigarette elettroniche usa e getta in Nuova Zelanda. Come il Regno Unito, anche il Paese oceanico ha adottato il vaping come prezioso alleato contro la lotta al fumo, con risultati tangibili. E a pochi giorni di distanza, entrambi i Paesi hanno vietato i dispositivi monouso. Il motivo era stato spiegato alla fine dell’anno dal ministro associato della salute Casey Costello: “Le sigarette elettroniche hanno svolto un ruolo fondamentale nell’aiutare le persone a smettere di fumare e vogliamo che rimangano accessibili agli adulti come strumento per la cessazione, ma non sono adatte a bambini e ragazzi ed è per questo che il governo è intervenuto in merito”. E proprio per prevenire l’uso da parte dei minori il governo aveva annunciato un nuovo quadro regolatorio, che prevedeva prima di tutto il divieto delle monouso. “Ci liberiamo della sigarette elettroniche più popolari tra i giovani e questo non può che essere positivo”, aveva chiosato Costello.
E così è stato. Da ieri, dunque, i consumatori di usa e getta dovranno ripiegare su dispositivi ricaricabili o a pod, ancora regolrmente in commercio. Ma il divieto per le monouso non è l’unica limitazione per il settore del vaping. Molte nuove regole riguardano infatti la comunicazione sui prodotti. Prima di tutto i negozi generalisti non possono più tenere a vista i prodotti del vaping, mentre i vape shops dovranno assicurarsi che nessun prodotto o pubblicità sia visibile dall’esterno del loro negozio. Questo si applica anche ai distributori automatici. I prodotti non possono essere mostrati nemmeno sui siti online dei negozi o dei distributori, ed è vietato farne pubblicità sulle piattaforme social. I vape shops, inoltre, non possono più utilizzare tecniche promozionali come regalare prodotti del vaping (give aways), sconti, premi, cash back, regali, lotterie e giochi. Le sanzioni per le violazioni arrivano a un massimo di 2000 dollari neo zelandesi.
Naturalmente questo passaggio andrà gestito con attenzione per evitare che vi siano delle conseguenze indesiderate. Per esempio che alcuni utilizzatori tornino a fumare o che il mercato delle monouso si sposti su canali illegali. Lo spiega Jonathan Devery, presidente della Vaping Industry Association of New Zealand, ammonendo che il passaggio dalle usa e getta ai dispositivi a pod può non essere così immediato. “Abbiamo costantemente chiesto il divieto totale delle sigarette elettroniche monouso e accogliamo con favore i benefici ambientali che ne deriveranno – dichiara – ma la transizione deve essere gestita con attenzione per evitare di riportare i consumatori al fumo o di spingerli verso mercati non regolamentati”.
L’associazione dell’industria neozelandese ha invece diverse perplessità per le limitazioni sulla comunicazione e teme che possano danneggiare i consumatori e rendere più difficile per i rivenditori interagire con loro. “Molti rivenditori, soprattutto online, si sono affidati a informazioni e linee guida chiare sui prodotti per aiutare gli adulti a fare scelte consapevoli – conclude Devery. – Le nuove restrizioni limiteranno ciò che può essere comunicato, rendendo più difficile per i consumatori comprendere le opzioni disponibili o per i fumatori trovare supporto per passare al vaping”.
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