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Ucraina, sigarette elettroniche aromatizzate: consumatori aggirano l’inutile divieto

In vigore da luglio 2024, la norma ha estromesso dal mercato i liquidi con gusto diverso dal tabacco, aiutando però la crescita del mercato nero.

Nonostante il divieto in vigore da quasi un anno, il 70% degli ucraini è a conoscenza della messa al bando delle sigarette elettroniche aromatizzate, ma solo il 2,2% ha smesso di utilizzarle. A rivelarlo sono i dati del sondaggio nazionale “Cosa pensano gli ucraini delle iniziative per il controllo del fumo”, presentato in conferenza stampa dall’organizzazione non governativa European Choice of Ukraine.
L’indagine, condotta dal Centro Razumkov su un campione di 1.507 cittadini adulti tra il 2 e il 20 aprile, mostra un quadro preoccupante: la normativa viene sistematicamente aggirata. “Il consumo di sigarette elettroniche aromatizzate sta aumentando, nonostante il divieto. Il problema principale è la mancanza di controlli adeguati sulla loro circolazione” ha dichiarato Taras Klymenko, presidente dell’organizzazione.
Secondo la legge ucraina, le ricariche per e-cigarette non devono superare i 10 ml, e le cartucce usa e getta sono limitate a 2 ml. Tuttavia, solo un intervistato su quattro rispetta questi limiti. E anche davanti all’ipotesi di un divieto più esteso, includendo tutti gli aromi eccetto quello al tabacco, meno del 9% degli utenti ha dichiarato che smetterebbe di fumare. Il 17,6% cercherebbe alternative illegali, mentre il 33,8% si sposterebbe su aromi consentiti. Un ulteriore 12,7% tornerebbe alle sigarette tradizionali.
Il rischio, secondo Klymenko, è che l’inasprimento dei divieti possa spingere una larga fetta dei consumatori verso il mercato nero, danneggiando le finanze pubbliche e alimentando l’economia sommersa: “Più del 65% del mercato è composto da stick aromatizzati. Se questo segmento dovesse finire nell’ombra, le perdite per lo Stato sarebbero miliardarie“.
A rafforzare lo scetticismo sulla sola efficacia dei divieti è anche un altro dato: solo il 18% degli intervistati ritiene che proibire gli aromi sia un modo valido per combattere il fumo, mentre due terzi pensano che i consumatori troveranno comunque delle alternative, come l’acquisto di capsule aromatizzate da usare con dispositivi a nicotina.
La richiesta della società civile è chiara: oltre ai divieti, servono più controlli e soprattutto più informazione. Solo il 16% degli ucraini percepisce un reale impegno dello Stato nella riduzione del numero dei fumatori. “L’esperienza dimostra che i divieti da soli non bastano. Serve una strategia educativa rivolta a giovani e adulti“, ha concluso Klymenko.

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