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Fumo e vaping in gravidanza: uno studio misura la riduzione del danno

L'esposizione ai composti organici volatili nelle svapatrici esclusive simile alle donne che non hanno mai fumato o svapato.

Durante la gravidanza, in media, le utilizzatrici esclusive di sigaretta elettronica hanno livelli di esposizione a composti organici volatili simili a quelli delle donne che non svapano e non fumano e molto inferiori rispetto alle fumatrici esclusive o alle utilizzatrici duali (sebbene svapare e fumare contemporaneamente possa comportare un’esposizione inferiore rispetto al fumare esclusivamente)”. A misurare la riduzione del danno del passaggio dal fumo al vaping anche durante il delicato momento della gravidanza, è uno studio pubblicato su Nicotine & Tobacco Research, intitolato “Toxicant and Nicotine Exposure in Pregnant Smokers, Vapers, and Nicotine-Replacement Users: Cross-Sectional Study”. A condurlo sono stati sedici ricercatori provenienti da diversi atenei e istituti britannici e americani, coordinati da Michael Ussher della University of London.
Visto il crescente utilizzo della sigaretta elettronica e la scarsità di dati longitudinali relativi alla salute, gli autori hanno deciso – come scrivono nell’introduzione – di valutarne i potenziali rischi attraverso uno studio trasversale. Il campione era composto da un totale di 140 donne adulte incinte. Di queste, 38 erano fumatrici esclusive, 35 ex fumatrici e utilizzatrici esclusive di sigaretta elettronica, 25 erano utilizzatrici duali (fumatrici e svapatrici), 10 fumavano e allo stesso tempo usavano una terapia sostitutiva con nicotina, 32, infine, non avevano mai fumato né svapato. I ricercatori, dopo aver valutato le caratteristiche socio demografiche, il fumo e il vaping delle partecipanti, hanno analizzato i campioni delle loro urine per la ricerca di biomarcatori di esposizione ad alcaloidi del tabacco e sostanze tossiche, tra cui 14 composti organici volatili, nitrosamina 4-(metilnitrosammino)-1-(3-piridil)-1-butanolo (Nnal) metalli pesanti (cadmio, piombo, cromo, nichel, rame e stagno) e un idrocarburo aromatico policiclico (2-naftolo).
I risultati indicano che i livelli di nicotina non variavano in modo significativo fra le utilizzatrici di diversi prodotti. Per quanto riguarda i composti organici volatili, invece, i livelli nelle svapatrici esclusive erano simili a quelle del gruppo che non aveva mai fumato né svapato e significativamente inferiori rispetto ai fumatori esclusivi e entrambi i gruppi di utilizzatrici duali. Non si osservavano generalmente differenze significative tra i gurppi per 2-naftalolo e metalli pesanti, mentre Nnal, cadmio e cromo erano in alta percentuale al di sotto del limite di rilevabilità e dunque le analisi non erano affidabili.
Durante la gravidanza – conclude quindi lo studio – le ex fumatrici diventate svapatrici esclusive consolidate, ma non consumatrici duali, presentavano livelli dei composti organici volatili selezionati notevolmente inferiori a quelli delle fumatrici esclusive e paragonabili a quelli di coloro che non hanno mai usato nicotina o prodotti del tabacco”. Questo suggerisce che per alcuni biomarcatori, aggiungono gli autori, lo svapo esclusivo probabilmente comporta un’esposizione inferiore rispetto al fumo esclusivo o al doppio uso.

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