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In un mondo dove il dibattito sui rischi e benefici delle sigarette elettroniche è sempre acceso, numerosi Paesi hanno scelto la via del divieto totale. Due i motivi principali: semplicità politica (vietare è più comodo e facile rispetto a regolamentare) e pressione delle organizzazioni sanitaria, soprattutto nei confronti dei paesi in via di sviluppo. In vista delle vacanze, ecco un agile vademecum destinato ai consumatori di sigarette elettroniche con le mete in cui occorre prestare maggiore attenzione. In alcuni casi è previsto addirittura il carcere anche solo per il possesso di una sigaretta elettronica.
In Asia si registrano alcune delle misure più drastiche. La Thailandia adotta una linea durissima: è vietata l’importazione, l’esportazione, la vendita e persino il possesso di e-cig; i trasgressori rischiano multe salate e persino il carcere in caso di resistenza alla polizia o di occultamento volontario del dispositivo. L’India ha vietato completamente la produzione, la vendita e l’importazione di sigarette elettroniche. Singapore ha imposto un bando totale su vendita, uso e possesso. Nepal e Bhutan vietano rispettivamente la vendita e la distribuzione. In Corea del Nord mancano dati ufficiali, ma si presume che le e-cig siano vietate o fortemente scoraggiate. attenzione alla Maldive, tra le mete preferite deli italiani: è viatato non solo l’uso ma anche il semplice possesso di sigarette elettroniche.

Nel Golfo Persico, la maggior parte dei Paesi segue un approccio restrittivo: il Qatar ha proibito sia la vendita che l’uso. In Oman non è permessa l’importazione, la vendita e la pubblicità. Il Kuwait ha vietato la vendita, anche se l’applicazione della legge varia.
Anche nel continente africano, l’adozione di leggi restrittive è in crescita. In Etiopia sono vietate la vendita e la pubblicità. Il Gambia ha messo al bando vendita e uso. Le Mauritius vietano l’importazione e la vendita. In Uganda, le sigarette elettroniche sono proibite dalla legge sul controllo del tabacco. Caso particolare quello delle Seychelles: inizialmente vietate, oggi le e-cig sono soggette a dibattito politico, un cambiamento che richiede molta attenzione per eventuali aggiornamenti legislativi dell’ultimo minuto.
In Sud America, diversi governi hanno scelto di vietare le e-cig formalmente per motivi di salute pubblica. In Brasile, la vendita, l’importazione e la pubblicità sono vietate. Anche in Argentina sono vietate vendita e importazione. L’Uruguay ha optato per il divieto su vendita e pubblicità. Il Venezuela ha adottato una normativa simile, con il bando su vendita e promozione.
Infine, anche in Centro America e nei Caraibi i governi stanno intervenendo. Il Messico ha recentemente vietato la vendita e la promozione di tutti i prodotti del vaping. A Panama vige un divieto su vendita e pubblicità. Il Suriname vieta la vendita. Nella Repubblica Dominicana, la vendita e l’importazione sono ufficialmente proibite, anche se l’applicazione delle regole è irregolare.
In Europa, nessun Paese ha adottato un divieto totale, ma molti hanno scelto una strada restrittiva sulla possibilità di accesso ai prodotti (divieto ai minori, divieto di esposizione al pubblico). La linea europea è più orientata verso la regolamentazione e il controllo, piuttosto che verso il divieto assoluto.
Prima di affrontare un viaggio, soprattutto extraeuropeo, è bene dunque informarsi sulle regole previste nei Paesi di destinazione. I canali ufficiali più sicuri e sempre aggiornati sono le ambasciate e i consolati italiani.