L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

“L’Oms deve cambiare posizione sulla riduzione del danno da fumo”

A sostenere sigarette elettroniche e prodotti alternativi è Tikki Pang, ex direttore di ricerca dell'Organizzazione di sanità.

Nel cuore dell’Asia-Pacifico, la regione con il più alto numero di fumatori al mondo, si accende il dibattito sulla riduzione del danno da fumo. A guidarlo è il professor Tikki Pang, indonesiano, ex direttore della politica di ricerca dell’Organizzazione mondiale di sanità, che nel corso di un recente webinar organizzato dall’Asia Forum on Nicotine ha lanciato un messaggio chiaro: è necessario un cambio di passo sugli strumenti di riduzione del danno.

Tikki Pang

Nonostante l’articolo 1 della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (Fctc) includa implicitamente la riduzione del danno come componente del controllo del tabacco, si continua a ignorare e a ostacolare l’uso di prodotti alternativi più sicuri come strategia e strumento importanti per sconfiggere i fumo”, ha dichiarato Pang. Secondo il professore, la posizione attuale dell’Oms e della stessa Fctc è fortemente ideologica e non supportata dalle evidenze scientifiche. L’Organizzazione, infatti, considera i prodotti alternativi – come le sigarette elettroniche – pericolosi quanto le sigarette tradizionali, arrivando perfino a raccomandarne il divieto nei Paesi membri.
Ma i dati raccontano un’altra storia. Ogni anno, il fumo di sigaretta causa la morte di circa 8 milioni di persone e la maggior parte di queste vive in Paesi a medio e basso reddito. Proprio qui, nei contesti in cui l’accesso a cure mediche e programmi di cessazione è limitato, i prodotti a rischio ridotto potrebbero rappresentare un’alternativa concreta per chi non riesce a smettere di fumare. “La regione Asia-Pacifico sopporta un peso enorme degli effetti nocivi del fumo”, ha ricordato Pang, aggiungendo poi che “ci sono già 130 milioni di persone che utilizzano prodotti alternativi, nonostante la forte opposizione delle istituzioni internazionali”.
Il messaggio di Pang non è solo una critica all’attuale paradigma, ma anche un invito all’azione. Il cambiamento – sostiene – deve partire dal basso, da reti indipendenti, basate sull’evidenza scientifica e sulla cooperazione tra esperti, consumatori e accademici. Cita come esempio l’Ifpma (Federazione internazionale delle industrie farmaceutiche), un modello di collaborazione che potrebbe essere replicato nel campo del controllo del tabacco. “Sono colpito dal supporto che questa causa sta ricevendo da molte parti, inclusi ex colleghi dell’Oms, accademici e gruppi di consumatori”, ha affermato.
Il profesore indonesiano ha concluso il suo intervento citando le parole del medico australiano Alex Wodak, storico promotore della riduzione del danno in Australia, il quale ha paragonato l’attuale posizione dell’Organizzazione a quella dei regimi comunisti prima del crollo dell’Urss: “La posizione dell’Oms su questo tema è ormai irrilevante, come lo erano le opinioni dei governi dell’Europa dell’Est negli anni ‘80 sull’economia pianificata. Crollerà, ma non so quando”. Ma è proprio il quando ad avere un’importanza fondamentale per i fumatori dell’Asia-Pacifico e di tutto il mondo.

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