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Svezia – Rapporto Smoke Free Sweden: alternative alla nicotina hanno salvato migliaia di vite, una rivoluzione per la sanità
Sono le sigarette elettroniche e i prodotti alternativi ad aver guidato negli ultimi anni una rivoluzione nella salute pubblica. È quanto afferma il rapporto “The Safer Nicotine Revolution: Global Lessons, Healthier Futures”, pubblicato in vista della Cop11 di Ginevra dall’organizzazione Smoke Free Sweden e firmato dagli esperti Delon Human e Marewa Glover. Un cambiamento epocale lo definiscono gli esperti svedesi, indicando in quattro Paesi apripista la punta di diamante di questa – talvolta osteggiata – rivoluzione. L’indagine ha infatti enfatizzato i progressi concreti di Paesi che hanno adottato strategie di riduzione del danno. Tra tutti viene evidenziato il caso della Svezia, le cui politiche aperte agli strumenti di riduzione del danno ha fatto precipitare il tasso di fumatori al 5,3%, salvando circa 3.000 vite all’anno. Anche il Giappone ha dimezzato le vendite di sigarette in un decennio puntando sul tabacco riscaldato. Il Regno Unito ha integrato con successo il vaping nel suo sistema sanitario, ottenendo un calo significativo dei fumatori e delle malattie correlate. E la Nuova Zelanda, dopo aver legalizzato le alternative, ha dimezzato la prevalenza del fumo in sei anni. Gli autori concludono che queste scelte hanno già prodotto risultati tangibili nel salvare vite umane e sollecitano i delegati della conferenza Oms a considerare questi modelli per politiche antifumo più efficaci a livello globale.
Sigarette elettroniche e prodotti alternativi: una rivoluzione per la sanità
Global – Caphra striglia l’Oms per gli ostacoli alla partecipazione alla Cop11
La Coalition of Asia Pacific Tobacco Harm Reduction Advocates (Caphra), associazione per la promozione della riduzione del danno che opera nella delicata area dell’Asia-Pacifico, ha duramente contestato la Convenzione quadro sul controllo del tabacco (Fctc) dell’Organizzazione mondiale della sanità per i requisiti d’iscrizione ritenuti “assurdi” imposti in vista della prossima Cop11 a Ginevra. Secondo il coordinatore esecutivo Nancy Loucas, l’apertura tardiva delle registrazioni unita a richieste gravose come documenti personali, curriculum completi e una dichiarazione di assenza di finanziamenti dall’industria del tabacco sono un ostacolo deliberato volto ad escludere i gruppi di difesa dei consumatori e le voci della riduzione del danno. Caphra denuncia l’interpretazione restrittiva dell’articolo 5.3 da parte dell’Oms come uno strumento per mettere a tacere le parti interessate e chiede una riforma che garantisca una partecipazione completa ed equa.
Global – L’ex direttore dell’Oms critica la linea sul fumo dell’Oms
Nel cuore dell’Asia-Pacifico, la regione con più fumatori al mondo, l’ex direttore della politica di ricerca dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tikki Pang, chiede un cambio di rotta sulla riduzione del danno da fumo. Durante un webinar dell’Asia Forum on Nicotine, lo scienziato indonesiano ha accusato l’Oms e la Convenzione quadro sul controllo del tabacco (Fctc) di ignorare le prove scientifiche e ostacolare prodotti alternativi più sicuri, come le sigarette elettroniche, trattandoli alla stregua delle sigarette tradizionali. Pang ha ricordato che il fumo provoca circa otto milioni di morti l’anno, soprattutto nei Paesi a medio e basso reddito, dove le cure sono limitate e gli strumenti a rischio ridotto potrebbero salvare vite e ha invitato a costruire reti indipendenti basate su evidenze e collaborazione tra esperti, consumatori e accademici per spingere il cambiamento. Il suo sguardo si è soffermato sull’area di sua maggiore osservazione: “La regione Asia-Pacifico sopporta un peso enorme degli effetti nocivi del fumo”, ha ricordato, aggiungendo poi che “ci sono già 130 milioni di persone che utilizzano prodotti alternativi, nonostante la forte opposizione delle istituzioni internazionali”. Citando l’esperienza della Federazione internazionale delle industrie farmaceutiche (l’Ifpma), ha suggerito modelli di cooperazione replicabili nel controllo del tabacco. Secondo Pang, che ha richiamato le parole del medico australiano Alex Wodak, l’attuale posizione dell’Oms è destinata a crollare come i sistemi economici dell’Europa dell’Est negli anni Ottanta. Ma il tempo necessario affinché ciò accada sarà cruciale per milioni di fumatori, in Asia e in tutto il mondo.
“L’Oms deve cambiare posizione sulla riduzione del danno da fumo”
Corea del Sud – Verso la parificazione normativa tra sigarette elettroniche e tabacco tradizionale
La Corea del Sud ha compiuto un passo decisivo verso la regolamentazione delle sigarette elettroniche, che si prospetta però come un atto dalle conseguenze potenzialmente drammatiche per la salute, giacché equipara il vaping al fumo. Un sottocomitato dell’Assemblea nazionale ha infatti approvato una revisione per classificare la nicotina sintetica come prodotto del tabacco. Tale modifica espande la definizione legale di tabacco oltre la sola foglia e, se ratificata, assoggetterebbe le sigarette elettroniche alle medesime imposte e restrizioni previste per le sigarette tradizionali. Non sono estranee a questa decisione, penalizzante dal punto di vista sanitario, considerazioni di natura economica. Questa mossa, la prima variazione alla legge dal 1988, mira infatti a generare circa 930 miliardi di won (circa 646 milioni di dollari) di nuove entrate fiscali annue.
Thailandia – Dibattito sulle sigarette elettroniche spacca il Parlamento
Il Parlamento thailandese si divide sulla spinosa questione della regolamentazione delle sigarette elettroniche, con Camera e Senato che stanno prendendo direzioni opposte. Da un lato, la Camera dei rappresentanti sta valutando un cambio di rotta, spingendo per superare il divieto assoluto in favore di una legalizzazione controllata, argomentando che l’attuale proibizione abbia fallito nel raggiungere gli obiettivi che si era preposta e stia invece alimentando un mercato nero incontrollato. Dall’altro, il Senato intende mantenere una linea dura, insistendo sul rafforzamento dei controlli e sull’applicazione della legge esistente, per timore che la legalizzazione possa aumentare i consumi, soprattutto tra i giovani. Il dibattito riflette così una tensione permanente nella la ricerca di soluzioni pragmatiche, lasciando l’esito della partita ancora del tutto aperto. La Thailandia da anni applica un divieto totale su importazione, vendita e possesso di dispositivi per il vaping. L’aumento costante del loro consumo, soprattutto tra i giovani, ha però costretto il Parlamento a interrogarsi sull’efficacia di una politica che è ormai difficile da far rispettare.
La sigaretta elettronica divide il parlamento thailandese: Camera a favore, Senato no
Nuova Zelanda – Il vaping riduce il divario di salute tra indigeni e non indigeni
Il rapido passaggio dalle sigarette allo svapo sta drasticamente riducendo alcune delle più evidenti disparità sanitarie in Nuova Zelanda, secondo Ruth Bonita, professoressa emerita di Salute della popolazione presso l’Università di Auckland. Il fumo rappresenta quasi un terzo del divario di aspettativa di vita tra Maori e non Maori, ma i tassi di fumatori tra gli adulti Maori sono crollati dal 29% al 14,7% in un decennio, mentre lo svapo quotidiano è salito all’11%. “Il ritmo di declino è quadruplicato dopo il 2018-19, non si tratta di un progresso incrementale, ma di una storia di successo senza precedenti a livello mondiale”, ha aggiunto Bonita, sottolineando che le persone fumano per la nicotina ma muoiono per il fumo e riconoscendo nel vaping uno strumento efficace per abbandonare le sigarette, sebbene non privo di rischi. Lo svapo è comunque “molto meno dannoso” del fumo e offre “una via d’uscita pratica dalle sigarette e un percorso verso l’eliminazione totale della nicotina”. Bonita ha inoltre riconosciuto le preoccupazioni relative all’adozione del vaping da parte dei giovani, ma ha esortato a mantenere una prospettiva: le misure restrittive “non dovrebbero minare il ruolo dello svapo come strumento per smettere di fumare per i restanti 300 mila adulti che fumano”. L’esperta invita quindi a mantenere tasse elevate sulle sigarette integrando lo svapo nei programmi di disassuefazione, celebrando questi risultati come un traguardo nazionale che contrasta con l’approccio restrittivo fallimentare dell’Australia.



