L'attualità quotidiana sulla sigaretta elettronica

Dal commissario europeo alla salute ancora pessima informazione sul vaping

In risposta a un'interrogazione, l'ungherese Várhelyi ribadisce il paragone fra i rischi della sigaretta elettronica e quelli del fumo.

Il commissario europeo per la salute, l’ungherese Olivér Várhelyi, non corregge le sue recenti dichiarazioni che equiparano al fumo le sigarette elettroniche e gli altri prodotti alternativi, anzi le ribadisce in risposta da un’interrogazione parlamentare scritta. Lo scorso 16 luglio, nel giorno della presentazione della proposta della Commissione europea per una tassazione dei nuovi prodotti, il commissario Várhelyi pubblicò sul social X un post che fece molto discutere. “Per la prima volta in assoluto – scriveva – riconosciamo che i nuovi prodotti a base di tabacco e nicotina presentano rischi per la salute paragonabili a quelli dei prodotti tradizionali”. Una dichiarazione che fece saltare sulla sedia molti osservatori, soprattutto fra la classe medica (di cui Várhelyi, al contrario di molti suoi predecessori, non fa parte).
L’Ue ignora scienza e buon senso, che dimostrano che i prodotti a base di nicotina non combustibili non possono essere dannosi come il fumo. Una riduzione del rischio del 95% (o superiore) viene presentata erroneamente dall’Ue come rischi per la salute comparabili”, fu il caustico commento di Konstantinos Farsalinos, cardiologo greco e fra i più importanti e prolifici ricercatori nel campo della riduzione del danno da fumo e, in particolare, della sigaretta elettronica.
Ma non è stato solo il mondo scientifico a preoccuparsi per le dichiarazioni del commissario ungherese. Pochi giorni dopo l’accaduto, infatti, tre europarlamentari svedesi del gruppo Conservatori e riformisti europei (Ecr) – Charlie Weimers, Beatrice Timgren e Dick Erixon – hanno presentato un’interrogazione scritta alla Commissione sulle affermazioni di Várhelyi, chiedendo: quali sono i prodotti che egli considera “nuovi”; quali sono le basi scientifiche della sua dichiarazione; se quanto da lui espresso è un’opinione personale o rappresenta la posizione della Commissione.
La risposta è arrivata lo scorso 11 settembre, sempre in forma scritta. Come detto, il commissario per la salute non arretra di un passo. Avendo rilasciato la sua dichiarazione nel contesto della proposta di revisione della Direttiva sulla tassazione del tabacco, spiega, con “nuovi prodotti a base di tabacco e nicotina” si intendono i prodotti che non sono ancora stati specificamente regolamentati dalla direttiva, come il tabacco riscaldato, le sigarette elettroniche e le bustine di nicotina. In merito alle basi scientifiche, la risposta cita il rapporto del 2021 del Comitato scientifico per la salute, l’ambiente e i rischi emergenti, un documento a suo tempo molto contestato.
Non esistono livelli sicuri di consumo di tabacco o nicotina e i nuovi prodotti stanno riscuotendo un crescente successo, soprattutto tra i giovani (…). Oltre al rischio intrinseco per la salute pubblica, questi prodotti hanno anche il potenziale di aprire la strada al fumo tradizionale”, aggiunge Várhelyi, augurandosi poi che l’aumento delle imposte sui questi prodotti “contribuisca a ridurne l’attrattiva come sostituti del tabacco”. Cioè, se le parole hanno un senso, il commissario per la salute auspica che i fumatori non sostituiscano il tabacco con prodotti a rischio minore. E questa, specifica, è la posizione ufficiale della Commissione.
Parole preoccupanti che hanno subito suscitato le reazioni dei consumatori. “Bruxelles fa della disinformazione la sua politica ufficiale – ha dichiarato Michael Landl, direttore di World Vapers’ Alliance – mettere sullo stesso piano di pericolosità sigarette elettroniche e fumo spingerà le persone a continuare a fumare. La Commissione delude i fumatori, preferendo i titoli e l’ideologia ai fatti”. L’auspicio dell’associazione è che la Commissione smetta di trattare la riduzione del danno come una minaccia e si contrenti su soluzioni concrete che salvino vite umane, adottando politiche basate sull’evidenza, non sulla paura.

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