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Al Global Tobacco and Nicotine Forum (Gtnf) di Bruxelles, il dibattito si è acceso attorno a uno dei temi più delicati per il futuro del settore della nicotina: la tassazione e le tariffe. Un panel moderato da Tim Phillips, amministratore delegato di Tamarind Intelligence, ha riunito Christa Pelsers di British American Tobacco, Stefano Santi di Philip Morris International e Maria Angelova di Socotab Frana Sa, per analizzare come le politiche fiscali stiano ridefinendo i confini di un mercato in continua trasformazione.
Phillips ha introdotto la discussione richiamando l’attenzione sulla rapidità con cui i nuovi prodotti a base di nicotina — dalle sigarette elettroniche alle bustine — stanno rivoluzionando il panorama mondiale. “I prossimi anni saranno di vitale importanza”, ha affermato, sottolineando l’esplosione del commercio illecito e la difficoltà per gli Stati di riscuotere imposte in modo efficace. In alcune aree, ha aggiunto, più della metà del mercato risulterebbe già fuori dai canali legali, alimentando un crescente divario tra le intenzioni normative e la realtà economica.
Christa Pelsers ha evidenziato la velocità dell’innovazione nel comparto e le sfide che questa impone ai regolatori. Dopo decenni di staticità, il settore del tabacco vive una fase di fermento che, secondo Pelsers, richiede un approccio fiscale basato su evidenze scientifiche piuttosto che su logiche politiche. Ha criticato la frammentazione dell’attuale proposta europea che lascia ai singoli Stati membri la possibilità di adeguare autonomamente le proprie aliquote, minando l’armonizzazione necessaria a garantire equità nel mercato unico. La dirigente di Bat ha inoltre richiamato l’attenzione sui mutamenti geopolitici, dal riallineamento delle esportazioni cinesi in risposta ai dazi statunitensi fino alla lentezza dell’Ue nel reagire. “Se le aliquote fiscali saranno troppo elevate, rischieremo di frenare l’innovazione”, ha avvertito.
Per Stefano Santi, la tassazione dovrebbe essere uno strumento non solo di entrata, ma anche di orientamento dei consumatori verso prodotti meno dannosi. “Dieci anni fa il mio lavoro aveva un livello di complessità cinque, oggi è cinquanta”, ha dichiarato, evidenziando la necessità di bilanciare le accise per non spingere i consumatori verso il mercato nero. Ha ribadito l’importanza di un sistema di tassazione differenziato, capace di riconoscere le diverse categorie di prodotto, e ha invitato l’Unione europea a valorizzare le esperienze nazionali per aggiornare la direttiva sulle accise. “Trattare tutti i prodotti allo stesso modo – ha concluso Santi – è una ricetta per il fallimento. L’Europa deve difendere la propria base economica e manifatturiera”.
Maria Angelova ha offerto la prospettiva del settore del tabacco in foglia, descrivendo la tassazione come “uno degli architetti “Il tabacco è un prodotto agricolo che sostiene le famiglie. In nessun’altra parte del mondo il tabacco greggio è soggetto ad accise”, ha affermato. “Rendere il tabacco locale meno accessibile rispetto al tabacco importato non aiuta nessuno”. Ha messo in guardia dai rischi di politiche fiscali mal progettate, che potrebbero compromettere i mezzi di sussistenza delle comunità agricole. “Il tabacco è un prodotto agricolo che sostiene le famiglie. In nessun’altra parte del mondo il tabacco greggio è soggetto ad accise. Rendere il tabacco locale meno accessibile rispetto al tabacco importato non aiuta nessuno“.
Il panel ha concordato su un punto chiave: le riforme fiscali e tariffarie sono inevitabili, ma il loro successo dipenderà dalla capacità di trovare un equilibrio tra obiettivi sanitari, sostenibilità economica e coerenza normativa. Solo una collaborazione reale tra istituzioni e industria potrà evitare effetti collaterali sull’economia e sulla salute pubblica, garantendo al contempo un mercato della nicotina più trasparente e responsabile.



