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Viene il sospetto che le iperboliche dichiarazioni dei giorni scorsi contro la sigaretta elettronica e la nicotina dei due commissari europei Varhélyi e Hoekstra, che avevano fatto affermazioni allarmistiche e in alcuni casi francamente false, avessero uno scopo: spianare la strada alle manovre della Commissione. Secondo il sito Pouch Patrol, infatti, una fuga di notizie ha rivelato che la Commissione europea starebbe preparando una serie di proposte che, si presume, faranno parte della posizione dell’Ue alla Cop11 della Convenzione quadro sul controllo del tabacco dell’Oms del prossimo novembre.
Secondo le fonti di Pouch Patrol, le misure in discussione prevedono: il divieto di aromi in tutti i prodotti con tabacco e con nicotina (quindi anche le sigarette elettroniche); il divieto totale delle nicotine pouches; l’inversione dell’onere della prova nelle controversie legali (se qualcuno afferma di aver subito danni da un prodotto, saranno produttori e rivenditori a dover dimostrare che non è così); restrizioni ambientali che potrebbero mettere al bando filtri, plastica monouso e persino componenti utilizzati negli involucri delle bustine; divieto di dichiarazioni comparative che diano informazioni sulle differenze di rischio fra i prodotti alternativi e il fumo.
Misure che, se fossero approvate, ridefinirebbero completamente l’approccio alla riduzione del danno dell’Ue, segnando una svolta decisamente proibizionista nel Continente. Dove pure non mancano le posizioni discordanti. A guidare il fronte dei Paesi contrari a decisioni draconiane c’è la Svezia, forte dei suoi ineguagliati risultati nella lotta al fumo grazie proprio a politiche di apertura verso i prodotti di riduzione del danno, e altri Paesi tra cui l’Italia.
Ma c’è un altro problema. Secondo quanto riporta Laura Della Pasqua su La Verità, per la Cop11 l’Ue sarebbe intenzionata a introdurre il voto a maggioranza qualificata sulla sua posizione. Gli Stati membri, infatti, non partecipano individualmente al meeting, ma attraverso una posizione comune, che viene formulata dalla Commissione e poi votata dagli Stati. Fino alla Cop9, la posizione è sempre stata adottata per consenso, cioè con l’approvazione di tutti gli Stati. L’introduzione del voto a maggioranza qualificata, rischierebbe di mettere fuori gioco le opinioni discordanti. Già in occasione della Cop10, nel 2023, la Commissione tentò una mossa simile, che non riuscì grazie all’opposizione di sette Paesi.
Ora sembra intenzionata a riprovarci e non è un bel segnale. In questo modo, non solo si svuoterebbe di significato la revisione della Tpd in corso, ma si scavalcherebbero il Parlamento e gli Stati membri, vincolandoli ad adottare impegni internazionali che non hanno discusso né approvato. Soprattutto, vista la natura delle decisioni in corso, si vieterebbero e limiterebbero strumenti di riduzione del danno da fumo, come la sigaretta elettronica, che hanno già aiutato milioni di cittadini europei ad abbandonare il letale fumo di tabacco. Insomma, a farne le spese sarebbero soprattutto i fumatori europei, privati di un efficace aiuto, a meno che il fronte degli Stati contrari non riesca a farsi sentire.
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