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Regno Unito, ok alla vendita di sigarette elettroniche negli ospedali

L'agenzia per la salute pubblica britannica ha dato il via libera all'apertura di punti vendita di ecig negli ospedali. "Occorre massimizzare la disponibilità di alternative al fumo più sicuro".

Public Health England, l’agenzia del Dipartimento della Salute britannico, ha commissionato a un gruppo di esperti del tabacco indipendenti un report con l’intenzione di aggiornare e integrare la sua posizione sulla sigaretta elettronica, già espressa nel 2015. Le conclusioni del report sono tutte favorevoli al vaping e vanno a rafforzare l’atteggiamento già largamente positivo dell’agenzia. Il vaping, confermano gli esperti, comporta solo una frazione del rischio del fumo e passare all’elettronica porta dei vantaggi alla salute sostanziali. Al momento si stima che l’ecig contribuisca a far smettere di fumare almeno 20mila persone ogni anno ed è provato che utilizzandola aumentano le possibilità di riuscire ad abbandonare il tabacco. Gli esperti mettono in guardia ancora una volta contro la scarsa informazione che ancora circonda lo strumento: molti ancora pensano erroneamente che lo svapo sia dannoso come il fumo, mentre meno del 10 per cento degli adulti sa che non è la nicotina a causare i danni correlati al fumo.
Il report, inoltre, mette nero su bianco che non esiste alcun effetto passerella dall’ecigarette al fumo: “Le prove scientifiche – si legge – non supportano la tesi che la sigaretta elettronica sia una porta d’ingresso per il fumo fra i giovani (nel Regno Unito il tasso di fumatori fra i giovani è in costante declino, mentre l’uso abituale dell’ecig è raro e limitato quasi completamente a chi già fumava)”.
Un report importantissimo che forse non a caso è stato reso pubblico pochi giorni dopo un ennesimo allarme sugli effetti del vaping. “Sarebbe tragico – commenta infatti la professoressa Ann McNeill, leader del team di esperti che ha redatto il rapporto – se migliaia di fumatori che potrebbero smettere con l’aiuto della sigaretta elettronica venissero scoraggiati da timori senza fondamento sulla sua sicurezza. Il nostro nuovo studio – continua McNeill – conferma che il vaping è del 95 per cento meno dannoso del fumo e che i rischi del cosiddetto vapore passivo sono trascurabili”.
Partendo da questi presupposti, Public Health England dà delle linee guida a tutto il mondo sanitario. I centri antifumo e i professionisti della salute devono fornire assistenza ai fumatori che vogliono smettere con l’ausilio dell’ecig e sono già attivi corsi di formazione per spiegare agli operatori come agire. Anche gli ospedali sono chiamati a fare la loro parte nella lotta contro il fumo e qui le disposizioni sono clamorose. Si deve, infatti, garantire che nei negozi degli ospedali si possano acquistare sigarette elettroniche, in modo da incoraggiare e agevolare i fumatori a passare al vaping. “Il nuovo Programma per il controllo del Tabacco del governo – conclude Public Health England – si impegna a massimizzare la disponibilità di alternative al fumo più sicuro. E dice chiaramente che le sigarette elettroniche rivestono un ruolo importante per raggiungere l’obiettivo di una generazione zero fumatori”.

 

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