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Sigarette elettroniche, interviene l’istituto di sanità britannico: i liquidi europei sono sicuri

Nella bufera di informazione, disinformazione e controinformazione sulla grave malattia polmonare che si sta scatenando negli Stati Uniti, gli esperti di sanità britannici intervengono per rassicurare i vaper: la sigaretta elettronica serve per sconfiggere il tabagismo.

Nella bufera di informazione, disinformazione e controinformazione sulla grave malattia polmonare che si sta scatenando negli Stati Uniti, gli esperti di sanità britannici intervengono per rassicurare i vaper del Paese che più di tutti ha puntato sulla sigaretta elettronica per sconfiggere il tabagismo. Lo scorso luglio, infatti, l’e-cigarette è stata ufficialmente inserita nel Libro Verde del Ministero della salute a guida Hancock come strumento per raggiungere l’obiettivo smoke-free 2030. Ed è stata proprio Public Health England, l’agenzia esecutiva del Ministero, a stimare che la sigaretta elettronica abbatte la tossicità del fumo del 95 per cento.
E infatti il direttore del dipartimento per il controllo del tabacco dell’agenzia, Martin Dockrell, cerca di mettere nella giusta prospettiva quanto sta accadendo negli Usa, sottolineando come dall’indagine in corso stia emergendo che la maggior parte dei casi di malattie e dei decessi sua legata all’uso di liquidi provenienti dal mercato illegale o fatti in casa, contenenti prodotti della cannabis o cannabinoidi sintetici. Insomma, come ribadito da più parti, sarebbe un problema da ricondurre al mercato illegale di sostanze stupefacenti e non allo strumento.
Dockrell evidenzia, inoltre, le forti differenze fra il mercato dei prodotti del vaping negli Stati Uniti e nel Regno Unito che, come tutti i Paesi dell’Unione europea, ha recepito quanto previsto nella Direttiva europea sui prodotti del tabacco (Tpd). “Al contrario degli Usa – ha dichiarato al quotidiano Guardian – nel nostro Paese la qualità e la sicurezza di tutti i prodotti per sigarette elettroniche sono regolamentati dal Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency”. Lo ribadisce anche Deborah Arnott, direttore della fondazione Action on smoking and health (Ash), ricordando come in Gran Bretagna non siano mai stati riportati effetti collaterali gravi. “I consumatori possono controllare sul sito dell’agenzia e vedere se il prodotto che usano è stato notificato e può essere legalmente venduto”.
Lo stesso vale per l’Italia, dove prima di essere immessi sul marcato, i liquidi per sigarette elettroniche – o prodotti liquidi da inalazione, per dirla in burocratese – devono essere notificati al Ministero della salute. E, all’interno del sito dello stesso ente, chiunque può controllare se un e-liquid è stato notificato o meno, anche se purtroppo l’ultimo aggiornamento dell’elenco risale al 10 luglio scorso. Anche Linda Bauld, docente di Salute pubblica presso l’Università di Edimburgo, mette l’accento sulle differenze fra i mercati americani e europei. “È altamente improbabile – dice – che la malattia sia causata dai prodotti per sigarette elettroniche con nicotina disponibili in commercio, specialmente del tipo di quelli regolamentati in Europa”. E infatti sottolinea come “tutti i dati al momento disponibili indichino come la causa siano prodotti a base di marijuana illegali, in particolare l’acetato di trocoferolo”.
Tutto questo fa concludere a Paul Aveyard dell’Università di Oxford che, benché questi casi siano preoccupanti e sia importante indagare, “tutte le istituzioni britanniche sostengono che sia preferibile svapare che fumare. Queste notizie non cambieranno questo parere”.

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