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Stati Uniti, è allarme per nuova droga sintetica liquida da vaporizzare

Il commento del professor Riccardo Polosa, esperto di riduzione del danno: "I pazienti da noi studiati che hanno abbandonato l’utilizzo delle sigarette a favore di quelle elettroniche hanno dimostrato un miglioramento nelle condizioni respiratorie generali".

I casi di malattie respiratorie verificatisi negli Stati Uniti sono legati alla presenza di estratti oleosi in alcuni liquidi a base di cannabis acquistati sul mercato illecito. “E’ evidente che siamo alle prese con una vergognosa campagna di disinformazione dei fatti avvenuti e di demonizzazione dei normalissimiprodotti da svapo contenenti nicotina” ha detto il professor Riccardo Polosa (direttore del CoEHAR – Centro di Ricerca per la Riduzione del Danno da Fumo). “Stiamo confondendo i fischi con i fiaschi. I comuni prodotti da svapo utilizzati dai fumatori per smettere non hanno nulla a che vedere con i prodotti presenti sul mercato nero statunitense e che stanno causando un serio problema di salute pubblica. Come ho sostenuto più volte – ha spiegato il professore è necessario ora più che mai un controllo attento sui prodotti da vaporizzazione di nuova tipologia a base di cannabis, non di certo su quello delle sigarette elettroniche che, per legge, è già monitorato. I casi di malattie respiratorie verificatisi negli Stati Uniti sono – come riportano diversi quotidiani americani – stati associati al consumo di liquidi Thc o Cbd contenenti estratti oleosi mai utilizzati prima. Le autorità sanitarie statunitensi hanno lanciato l’appello di non svapare prodotti non certificati o comprati illegalmente. E’ riduttivo – ha aggiunto Polosa – credere che il problema sia solo statunitense, queste situazioni possono accadere ovunque. Pertanto, nel tentativo di tutelare i consumatori italiani da queste eventualità è necessario costruire un proficuo rapporto di collaborazione tra enti regolatori, esperti della materia e produttori.
Evidenze scientifiche hanno dimostrato – ha continuato Polosa – che la combinazione di supporto psicologico e farmaci produce i migliori risultati in termini di disassuefazione dal fumo. Tuttavia, un recente studio randomizzato e controllato condotto dai ricercatori dell’Imperial College di Londra ha dimostrato che il supporto psicologico abbinato all’uso di e-cig risulta addirittura più efficace rispetto all’assunzione dei tradizionali farmaci antifumo. Forse scegliere solo di svapare per smettere di fumare potrebbe non portare a risultati miracolosi, ma comunque è la soluzione più pratica e veloce per ridurre i danni da fumo. Come affermato da Public Health England, la massima autorità in tema di salute pubblica in UK, le e-cig risultano essere almeno il 95% meno dannose delle bionde. E sulla questione nicotina, è bene ricordare che, una volta dissociata dalle tossine cancerogene presenti nel catrame da combustione del tabacco delle sigarette convenzionali, non è causa dei gravi e noti problemi medici associati al consumo di sigarette; pertanto criminalizzare il consumo di nicotina non è una questione scientifica, ma è una posizione moralistica”.
Riguardo la notizia dei casi riscontrati dal CDC in USA digravi danni ai polmoni associati al fumo di sigarette elettroniche”, il professor Polosa risponde: “La mia opinione è che dobbiamo essere molto cauti nel puntare il dito contro i prodotti da svapo. Quello che sembra strano dall’analisi di questi casi risulta l’insieme di patologie e sintomi correlati. Come può un solo prodotto, in questo caso la sigaretta elettronica, produrre una così larga varietà di patologie e sintomi? Dobbiamo provare il nesso di causalità e serve davvero un’indagine in merito”. Per il professor Polosa si deve scongiurare il rischio che molti dei casi analizzati non siano correlati alla “mania del fai da te”, ovvero il tentativo di cerarsi autonomamente e senza controllo le sostanze da inalare.“I pazienti da noi studiati che hanno abbandonato l’utilizzo delle sigarette a favore di quelle elettroniche hanno dimostrato un miglioramento nelle condizioni respiratorie generali. Penso che nei casi sopracitati si sta parlando di sostanze non ufficiali o approvate che possono aver provocato i danni di cui si parla. Un singolo elemento non può indurre una così vasto numero di patologie”.

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