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Il 2020 sarà l’anno delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Le ultime rilevazioni indicano che il gradimento nei confronti di Donald Trump è in discesa. Il sistema elettorale non premia automaticamente il candidato più votato ma colui che riesce a convincere più delegati in ogni singolo Stato. Ecco perché è importante non soltanto vincere ogni singolo paese ma convincere ogni singolo elettorale e spingerlo alle urne.
Le associazioni e i consumatori di sigarette elettroniche statunitensi hanno lanciato una campagna denominata “We Vape, we vote” (Noi svapiamo, noi votiamo), convinti che i 10 milioni di vapers adulti e i 20.000 titolari di attività commerciali possano in qualche modo contribuire a far pendere l’ago della bilancia da una parte o dall’altra. Soprattutto negli Stati dove il livello di indecisione è alto. Ma anche i politici e i partiti stanno cominciando a capire l’importanza del voto dei vaper, siano essi consumatori o rivenditori. Stanno notando che lo svapo è un’identità, non solo un hobby o una passione. Il potente conservatore Grover Norquist avverte che questo è un elettorato che Trump non dovrebbe ignorare in funzione delle Presidenziali 2020. Eloquente anche il commento di Matt Culley, tra i più celebri influencer a stelle e strisce: “Ci sono abbastanza vaper per far oscillare Stati come il Michigan? Certamente sì“.