Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

La sigaretta elettronica è fra i principali progressi nella storia della medicina

Lo dice il professore David Nutt ai parlamentari britannici in vista del prossimo Cop 9 sul controllo del tabacco dell'Oms.

Svapare la nicotina con o senza aromi è potenzialmente uno dei più importanti progressi sanitari nella storia della medicina, perché il fumo di sigaretta è la principale causa evitabile di morte prematura in tutto il mondo”. Inizia così il contributo fornito del professore David John Nutt all’intergruppo parlamentare sul vaping del Parlamento britannico. In vista della prossima conferenza delle parti (il Cop 9) della Convenzione quadro per il controllo del tabacco dell’Oms, che si terrà il prossimo novembre, l’intergruppo sta raccogliendo dei pareri sui sistemi di somministrazione di nicotina alternativi (prima fra tutte la sigaretta elettronica), per definire la posizione che dovranno tenere i rappresentanti del Regno Unito.
Il problema è chiaro e Nutt lo espone subito. “Il nostro Paese, su impulso di Public Health England, è letteralmente il leader mondiale nell’uso della sigaretta elettronica per aiutare i fumatori a smettere e contribuire a minimizzare il rischio che i minori inizino a fumare”, scrive il neuropsicofarmacologo inglese per conto del comitato scientifico DrugScience di cui è presidente. Un approccio, continua Nutt, non condiviso da gran parte del resto del mondo e dalla stessa Organizzazione di sanità, che “perversamente” hanno una posizione opposta e che criticano e demonizzano questi nuovi prodotti. I motivi di questo atteggiamento, secondo lo scienziato, sono “un complesso miscuglio di politica, interesse da parte dei gruppi anti tabacco e odio verso la nicotina ricreativa, anche se vaporizzata fa poco danno, da parte di assolutisti puritani”.
Nutt annovera anche le “suggestioni” sulle aziende farmaceutiche, che vedrebbero nel vaping una minaccia commerciale ai loro prodotti per smettere di fumare, insieme alla “convinzione infondata e abbastanza paranoica”, che la sigaretta elettronica sia un’invenzione di Big tobacco per aumentare il fumo, che è diminuito negli ultimi decenni. “In realtà – spiega Nutt – le sigarette elettroniche sono prodotte da piccole aziende ed è stato il loro successo ad attirare alcune industrie del tabacco nel mercato del vaping”.
Nutt ricorda ai parlamentari le principali evidenze scientifiche che hanno paragonato fumo e vaping, utilizzando le più sofisticate teconologie, che hanno costituito le basi su cui Phe ha elaborato le sue raccomandazioni in favore delle sigarette elettroniche e il governo della Nuova Zelanda ha adottato il vaping come strategia di riduzione del danno da fumo.
Eppure l’aspetto peggiore di questa questione, denuncia Nutt, è che “molti cosiddetti scienziati, esperti di medicina e direttori di riviste scientifiche hanno deliberatamente distorto le evidenze sui danni di questi nuovi prodotti, a beneficio delle vendite delle sigarette e a discapito della salute dei fumatori”. Un capovolgimento del processo scientifico, continua il docente, che “ha spaventato molti fumatori dall’uso di prodotti alternativi potenzialmente salvavita e ha portato alcuni Paesi a vietare questi prodotti, mentre le sigarette sono vendute liberamente”.
Nel suo intervento, David Nutt esplora i modi in cui le evidenze sulla sigaretta elettronica vengono distorte e propone una serie di principi scientifici per evitarlo. Prima di tutto, negli studi bisognerebbe sempre riportare una comparazione fra i danni del vaping e quelli prodotti dal fumo o di altre sostanze (come per esempio la caffeina, che produce effetti simili alla nicotina). In secondo luogo, negli esperimenti in laboratorio le condizioni di svapo dovrebbero corrispondere al reale uso del prodotto, cosa che molto spesso non accade. Redattori di riviste scientifiche e autori di studi dovrebbero rifiutare di pubblicare stralci di lavori di laboratorio che distorcono i risultati complessivi e non permettere che nei comunicati stampa vengano fatte affermazioni esagerate. Tutti vizi che chiunque si occupi di comunicazione scientifica ha spesso sperimentato e che hanno come principale vittima la corretta informazione.
Quello di David Nutt è sicuramente un contributo importante alla meritoria iniziativa dei parlamentari britannici. È una questione fondamentale per tutto il mondo del vaping, perché c’è da aspettarsi che, in sede di Cop 9, la delegazione del Regno Unito sarà l’unica a contrastare la posizione proibizionista sui prodotti a rischio ridotto dell’Organizzazione mondiale di sanità.

Articoli correlati