Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Malattia Evali maggiormente diffusa dove sigaretta elettronica è vietata

La scuola di salute pubblica di Yale ha dimostrato che i focolai della nuova polmonite si sono manifestati nei territori in cui era più complicato o addirittura vietato acquistare legalmente la marijuana o i liquidi di ricarica.

Dove la sigaretta elettronica è maggiormente diffusa non ci sono stati casi eclatanti di Evali, la malattia polmonare che colpì gli Stati Uniti un anno fa. Al contrario, i maggiori focolai della nuova polmonite si sono verificati nelle località in cui era più difficile reperire i liquidi di ricarica. È quanto dimostrato da una analisi effettuata dalla Yale School of Public Health pubblicata sulla rivista Addiction.
Lo studio ha considerato la relazione tra i casi totali di Evali segnalati dai singoli Stati e il tasso di consumo di e-cig nel periodo immediatamente precedente. “Se è vero che a diffondere la malattia è stato l’utilizzo della sigaretta elettronica – ha spiegato Abigail Friedman, autore dello studio – è anche vero che si è manifestata in quegli Stati in cui vi sono pesanti restrizioni nella vendita”. Questo avvalora la tesi secondo cui i divieti eccessivi spingono all’illecito. I giovani vaper, infatti, non potendo accedere ai liquidi di ricarica in maniera lecita, si sono affidati al mercato nero e alle reti parallele, spesso gestite da gruppi radicati della criminalità organizzata. Il risultato è che hanno avuto accesso a prodotti di infimo livello e, soprattutto nelle ricariche contenenti Thc, a miscele tagliate con sostanze nocive. I ricercatori hanno evidenziato la presenza pressoché costante di acetato di vitamina E, sostanza oleosa che a contatto con i polmoni crea una sorta di pellicola che impedisce la regolare respirazione e lo scambio di ossigeno e anidride carbonica.
L’epidemia di Evali ha giustificato molti governatori e sindaci a vietare la vendita e l’importazione di sigarette elettroniche, generalizzando dunque il problema senza riuscire ad intervenire o ricercare la vera causa dell’epidemia. Così facendo, potrebbero aver fomentato ulteriormente la vendita di contrabbando. “Se l’obiettivo era ridurre i rischi conseguenti a Evali – conclude Friedman – lo studio suggerisce che le politiche proibizionistiche potrebbero aver incentivato ulteriormente comportamenti sbagliati da parte dei giovani consumatori”.

Articoli correlati