Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

La sigaretta elettronica può essere utile nel periodo pre e post operatorio

Le sigarette elettroniche sono strumenti utilizzabili dai pazienti che devono smettere di fumare nel periodo perioperatorio, cioè in quei giorni che precedono e seguono un’operazione chirurgica. Per stabilirlo un team di ricercatori dell’Università della California, coordinato da Susan M. Lee, ha condotto una sperimentazione pilota randomizzata, paragonando sigarette elettroniche e cerotti alla nicotina. È noto che l’abitudine al fumo comporta delle complicazioni in fase operatoria e, visto l’emergere dell’ecig come strumento per smettere di fumare, i ricercatori hanno cercato di capire la loro efficacia e il loro grado di accettazione da parte dei pazienti. Come descritto nello studio E-cigarettes versus nicotine patches for perioperative smoking cessation: a pilot randomized trial, alcuni fumatori che dovevano subire un’operazione sono stati divisi a caso in due gruppi: a dieci di loro sono stati forniti cerotti alla nicotina, mentre altri venti hanno avuto una sigaretta elettronica. A tutti sono state date scorte per sei settimane con dosi che si riducevano progressivamente. Ai pazienti è stato anche fornito counseling psicologico. Giunti al giorno dell’operazione il tasso di cessazione del fumo – biologicamente verificato – era simile per entrambi i gruppi. Ma il volume espiratorio ed inspiratorio forzato in un secondo, misurato nella spirometria, era superiore nei pazienti che avevano utilizzato l’ecig. La soddisfazione nei confronti del prodotto utilizzato, invece, era simile in entramibi i gruppi. Dunque la sigaretta elettronica, secondo questo studio, è uno strumento che si potrebbe utilizzare per i pazienti nel periodo perioperatorio. Gli autori raccomandano ulteriori studi, anche per capire per qual motivo la spirometria dava risultati migliori per il gruppo che aveva usato l’ecig. “Forse perché quei pazienti partivano da una situazione peggiore – si ipotizza nello studio – o perché hanno ridotto maggiormente il fumo”.

Rizzotti (FI): "La sigaretta elettronica è una opportunità per la salute"

“Sappiamo che gli interventi normativi attuati in questi anni sono stati dettati esclusivamente da ragioni di cassa, circostanze che, sia pur comprensibili nell’attuale congiuntura economica, hanno trascurato un fattore importante, ossia la necessità di un approccio anche in termini di tutela della salute pubblica per una corretta regolamentazione del settore”. A parlare del settore della sigaretta elettronica e della necessità di passare da un approccio fiscale a uno più attento alla salute dei fumatori è la senatrice di Forza Italia Maria Rizzotti, medico chirurgo, parlamentare da tre legislature e membro della Commissione igiene e salute del Senato. L’attenzione di Rizzotti per la questione sigarette elettroniche non è nuova. Nell’ottobre del 2016, infatti, la senatrice partecipò al workshop organizzato a Roma dalla fiera di settore Vapitaly e dalla rivista Strade. L’anno seguente, invece, intervenne al convegno dal titolo “Un futuro senza sigarette”, organizzato sempre a Roma dall’associazione dei produttori Anafe. Oggi torna a parlare di ecig commentando gli orientamenti normativi internazionali: “Nonostante la comunità scientifica concordi sul ritenere la combustione la principale causa delle patologie legate al fumo – afferma Rizzotti – si sta adottando a livello europeo una posizione piuttosto restrittiva per i prodotti di nuova generazione, in quanto vengono interpretati più come una minaccia che come un’opportunità. Tale atteggiamento non considererebbe quindi i progressi dell’innovazione tecnologica e rischierebbe di raggiungere risultati contrari a quelli che l’Oms si prefigge e cioè contrastare il consumo di sigarette tradizionali al fine di diminuire malattie e decessi legati al fumo”. Ma aldilà della situazione internazionale, la senatrice azzurra si sofferma anche sulla storia del settore nel nostro Paese: “Abbiamo assistito – spiega – ad un vero boom con l’apertura di oltre novemila negozi tra il 2011 e il 2012 che poi nel tempo si è affievolito con la chiusura di oltre l’80 per cento di questi già nel 2014. Questo oltre a testimoniare come i consumatori chiedano alternative alle sigarette tradizionali e siano aperti a nuove possibilità, ha delineato però la volontà del consumatore a pretendere rigorosi standard di qualità e sicurezza del prodotto e devo dire che grazie anche all’infallibile lavoro condotto dai Carabinieri del Nas e alle Associazioni dei consumatori, le aziende che hanno introdotto nel mercato un buon prodotto, alla fine sono quelle che resistono nonostante il legislatore abbia in qualche modo influenzato il mercato attraverso interventi legislativi non sempre mirati a sostenere la vendita del prodotto stesso”. E dopo aver ricordato, come riportato in apertura, che in Italia la questione sia stata trattata come un problema fiscale più che di salute – con conseguenze anche pesanti: “È aumentato il consumo di sigarette tradizionali (incluse quelle provenienti dal mercato illegale) e si sono ridotti in maniera significativa i posti di lavoro nell’indotto” – Rizzotti auspica un atteggiamento diverso per il futuro e impegna il suo gruppo. “Mi auguro che già nella prossima legge di Bilancio – conclude la senatrice – possa essere trovata una soluzione equa che vada nella direzione auspicata da imprese e cittadini. Il mio gruppo e il mio partito sarà attento a tutte le istanze e vigilerà affinché l’Italia possa avere finalmente un quadro regolamentare certo, chiaro e appropriato al settore delle e-cigarette a vantaggio sia dei consumatori finali, i quali sarebbero più garantiti sotto il profilo della tutela della salute oltre che nella libertà di scegliere il prodotto che desiderano, sia dei molti operatori che in questi anni hanno avviato iniziative produttive e commerciale investendo in queste attività risorse finanziarie e umane”.

Sigarette elettroniche, la Commissione europea si appella alla prudenza

L’approccio della Commissione europea verso i cosiddetti nuovi prodotti del tabacco (fra i quali viene classificata anche la sigaretta elettronica che non contiene tabacco) continuerà ad essere “molto prudente”. Lo ha dichiarato il vice direttore della Dg salute e sicurezza alimentare, Martin Seychell, a margine dello European Health Forum in corso a Gastein in Austria. Si tratta del più importante forum sulla salute a livello continentale. Seychell, sentito da Euractiv, ha sottolineato che la Commissione deve “promuovere il concetto che non bisogna avere dipendenze e basta. In poche parole bisogna prevenire la dipendenza”. Per questo, ha spiegato, la Commissione ha inserito nella Tpd l’obbligo di notificare i prodotti alle autorità prima di immetterli sul mercato, lasciando ai singoli Stati la possibilità di vietarli del tutto “se hanno la sensazione e le prove che abbiano un impatto negativo sulla salute pubblica”. Gli ha fatto eco il commissario per la salute Vitenis Andriukaitis, il cardiologo lituano da sempre poco aperto verso i nuovi prodotti, che ha affermato che al momento è noto che le sigarette elettroniche sono meno dannose del fumo, ma fanno comunque male e non devono essere usate per smettere di fumare. Insomma, sembra che la riduzione del danno non sia di casa in Europa.