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Già 3,2 milioni di britannici hanno scelto la sigaretta elettronica

Sono 3,2 milioni gli svapatori nel Regno Unito. È questo il dato più recente, rilevato da un sondaggio condotto da YouGov per conto della charity Action on smoking and health (Ash) e incrociato con un’analisi del King’s College di Londra. “I nuovi numeri – commenta con soddisfazione Ash nel comunicato pubblicato oggi – dimostrano che i fumatori stanno ricevendo il messaggio giusto sulle sigarette elettroniche”. E cioè che il vaping riduce il danno da fumo del 95 per cento ed è la migliore opzione per smettere di fumare. Oltre la metà dei vaper britannici, infatti, ha smesso completamente di fumare, mentre il 40 per cento sta cercando di smettere. Si tratta di una crescita rapida e importante. Nel 2012 in Gran Bretagna gli svapatori erano 700mila, oggi sono più del quadruplo e sono tornati a crescere dopo che, dal 2015 in poi, la diffusione di notizie false sul danno dell’ecig aveva bloccato i fumatori dal passare all’elettronica. I fumatori rimangono comunque 7,4 milioni e solo il 27 per cento di loro ritiene che il vaping sia meno dannoso del fumo. Erano il 22 nel 2017, quindi si sta lavorando nella giusta direzione, ma c’è ancora molto lavoro d’informazione da fare. “Il persistere fra alcuni fumatori dell’erronea convinzione che lo svapo sia dannoso come il fumo è preoccupante”, commenta infatti la dottoressa Leonie Brose del King’s College di Londra. “È fondamentale che Public Health England e altre istituzioni sanitarie continuino a fare campagne per confutare la disinformazione”.  Anche Deborah Arnott, direttore esecutivo di Ash, ha parole di elogio per i risultati raggiunti: “La politica britannica è sulla strada giusta. Lo dimostrano le migliaia di fumatori che iniziano a svapare e migliorano la propria salute, mentre il numero dei non fumatori che utilizza l’ecig è del tutto trascurabile”.

Sigarette elettroniche, campagna social contro l’Oms: "Ascoltateci!"

L’unione fa la forza. E per far sentire la propria voce in un contesto difficile come quello asiatico, le associazioni di utilizzatori di sigarette elettroniche di quattro Paesi hanno deciso di unirsi e lanciare una campagna congiunta. Vapers Philippines, Indonesian Vapers association, Ends Cigarette Smoke Thailand e Malaysian Organization of Vape Entity – che rappresentano rispettivamente i vaper delle Filippine, l’Indonesia, la Thailandia e la Malesia – hanno unito gli sforzi e lanciato l’hashtag #VapersBeHeard, per dare agli svapatori asiatici la possibilità di far sentire la propria voce e spiegare il proprio punto di vista ai legislatori di tutti i livelli e all’opinione pubblica. “I vaper sono prima di tutto persone, – ha spiegato Peter Paul Dator di Vapers Philippines al quotidiano Manila Standard – sono madri, padri, figli e figlie. Ci meritiamo la chance di migliorare la nostra vita grazie a questi prodotti alternativi al fumo”. Dator lamenta come finora le normative sulle sigarette elettroniche e sui prodotti alternativi non abbiano mai preso in considerazione gli interessi dei consumatori e dei fumatori. “Non si può andare avanti così. – continua – Abbiamo lanciato una campagna digitale alla quale possono partecipare tutti i vaper e speriamo così di diventare interlocutori del legislatore”. La campagna social sarà appoggiata da un sito web e da una petizione indirizzata all’Oms, in vista del meeting Conferenza delle parti dell’Fctc che si terrà il mese prossimo a Ginevra. La richiesta è quella di ascoltare la voce dei vaper asiatici e di riconoscere che i prodotti a rischio ridotto rappresentano una scelta vantaggiosa per i fumatori. “L’Oms non più continuare a ignorarci, come ha fatto negli precedenti meeting”, ha concluso Asa Saligupta, dell’associazione dei vaper dell’Indonesia.

Il monito inglese: "Usate la sigaretta elettronica, il fumo uccide"

“Qualcuno ci chiede di adottare un approccio più cauto, perché ancora non sappiamo tutto sui rischi a lungo termine dell’uso delle sigarette elettroniche. Ma noi abbiamo concluso che ogni giudizio sul rischio deve tenere conto del pericolo di non adottare la sigaretta elettronica, cioè continuare a fumare tabacco, una cosa che sappiamo che uccide. Adottare un approccio più cauto richiede un prezzo da pagare in termini di vite umane”. Parole decise e importanti quelle con cui Norman Lamb ha illustrato al Parlamento inglese le conclusioni dalla lunga indagine sul vaping condotta dalla Commissione scienza e tecnologia, da lui presieduta. “Si tratta di conclusioni basate sulle evidenze scientifiche”, ha sottolineato il parlamentare, ringraziando le 90 associazioni e i 25 singoli che hanno partecipato a confronti e audizioni. “Abbiamo condotto quest’indagine – ha aggiunto Lamb – perché il fumo uccide”. Solo in Inghilterra le bionde causano 79 mila morti all’anno e sono la prima causa di malattie evitabili e di morti premature. Un triste bilancio che può essere mitigato dalla sigaretta elettronica, che oggi quasi 3 milioni di inglesi utilizzano per smettere di fumare. Lamb ha citato i dati del Government Tobacco Control Plan che riporta che nel 2016 sono stati 2 milioni i fumatori che hanno smesso grazie all’ecig. “Abbiamo esaminato le evidenze scientifiche”, ha continuato il presidente, che dicono che il vaping è del 95 per cento meno dannoso del fumo (un dato diffusa da Public Health England e condiviso da molte istituzioni sanitarie), che i livelli delle sostanze cancerogene nel vapore sono sostanzialmente minori nell’ecig e che i marcatori tumorali rilevano una drastica diminuzione di sostanze tossiche nella saliva e nelle urine dei fumatori che passano all’elettronica (dati della Mhra, l’agenzia regolatrice dei farmaci inglese). “Il dovere di chi fa politica – ha spiegato Lamb – è capire quello che le evidenze scientifiche dicono sulle sigarette elettroniche e su quelle convenzionali e fare norme basate su quelle evidenze, consultandosi con gli esperti”. “Chiediamo che si passi – ha continuato – a un quadro normativo proporzionato al rischio, nel quale le norme, le regole sulla pubblicità e le tasse riflettano il danno relativo delle varie sigarette elettroniche e dei prodotti del tabacco esistenti”. In pratica non si possono trattare allo stesso modo le ecig e il tabacco. Lamb si è soffermato a lungo sulla necessità che il Sistema sanitario nazionale adotti una politica univoca, che permetta l’uso dell’ecig nelle strutture per la salute mentale. La Commissione ha rilevato che in un terzo di questi centri ne è proibito l’uso. Un controsenso, visto che fra i pazienti affetti da patologie mentali il tasso dei fumatori è pari al 40 per cento, a fronte del 16 del resto della popolazione. “Finché a questi malati non sarà consentito di godere dei benefici del vaping – ha commentato – avremo fallito la sfida di superare le disuguaglianze sanitarie”. Il presidente della Commissione si è espresso anche sull’uso della sigaretta nei luoghi pubblici. “Non vi sono ragioni scientifiche per trattare le ecig come le sigarette di tabacco”, ha spiegato, aggiungendo però che può essere giustificato limitarne l’utilizzo nei luoghi pubblici chiusi e sui trasporti pubblici, perché per alcuni l’odore può essere fastidioso e intrusivo. “Ma questo è molto diverso – ha chiosato – dal proibirne l’uso in tutti i luoghi pubblici per motivi di salute, come si fa con il fumo”. La Commissione non ha messo un punto fermo sul tema e infatti ha chiesto al governo di fornire annualmente un rapporto sulle evidenze scientifiche in materia e di organizzare un ampio programma di ricerca a lungo termine. Ma per il momento c’è una certezza: “Dobbiamo adoperarci per incoraggiare i fumatori a passare alla sigaretta elettronica e migliorare la propria salute. – ha detto Lamb in conclusione del suo intervento in Parlamento – Il potenziale per salvare vite umane è chiaro”.

Vapetember, un mese di promozione della sigaretta elettronica

Un mese interamente dedicato all’informazione sul vaping e la sigaretta elettronica. Dopo le diverse iniziative in giro per l’Europa, anche l’Australia decide di varare il suo mese di campagna per la riduzione del danno. Il mese scelto è quello di settembre, ribattezzato Vapetember, e non a caso. Fino al 2020, infatti, ogni settembre la tassa governativa sulle sigarette di tabacco subisce un rincaro del 12,5 per cento, andando a pesare sulle economie dei fumatori. Quale occasione migliore, dunque, per fare conoscere uno strumento che riduce drasticamente il danno alla salute e in parte anche sul portafogli? In Australia il percorso è particolarmente in salita, visto che ancora oggi i liquidi da inalazione contenenti nicotina sono vietati. Quindi la battaglia è su tutti i fronti e non bisogna convincere solo i fumatori, ma un intero governo, sebbene non manchino all’interno delle istituzioni le voci a favore del vaping, come abbiamo puntualmente riportato sulle nostre colonne. L’iniziativa è promossa partecipano la sezione australiana di New Nicotine Alliance, organizzazione per la riduzione del danno da tabacco, che ha messo a disposizione una guida per passare alla sigaretta elettronica, e l’Australian Tobacco Harm Reduction Association, amimata dal medico Colin Mendelsohn, protagonista di tutte le più recenti battaglie a favore dell’ecig nel Paese. La campagna si svolge principalmente sui social media e sono benvenute le testimonianze dirette di chi è riuscito a dire addio al fumo grazie all’elettronica.

Quale futuro per le sigarette elettroniche in Italia?

Del futuro delle sigarette elettroniche in Italia si discuterà martedì 18 settembre prossimo in una tavola rotonda organizzata da Consumer Choice Center presso l’Hotel Radisson Blue di Roma. La questione sarà affrontata anche tenendo conto delle posizioni dell’Organizzazione mondiale della sanità e di quello che potrà emergere dal prossimo Cop8, in programma ad ottobre a Ginevra. Intorno al tavolo di discussione, rappresenteranno le istituzioni il viceministro all’economia Massimo Garavaglia (al centro nella foto) e il componente della Commissione attività produttive e dell’Ufficio di presidenza della Camera dei deputati Alessandro Colucci (a sinistra, nella foto). A confrontarsi sui temi di salute e mercato ci saranno, inoltre, Daniele Capezzone (a destra, nella foto) del think tank New Direction Italia, che più volte dalle colonne di Sigmagazine ha espresso la sua visione liberale nei confronti del vaping, Giacomo Bandini, direttore del think tank Competere, Carolina Pellegrini dell’Istituto dei Tumori e Luca Bertoletti, responsabile per gli affari europei del Consumer Choice Center. Sarà di particolare interesse l'intervento del viceministro Garavaglia, che nelle prossime settimane sarà personalmente impegnato nella stesura della legge di bilancio. Provvedimento che, come annunciato da lui stesso, dovrebbe contenere le norme di riforma del settore del vaping, oltre che la cancellazione dell'imposta di consumo sui liquidi con e senza nicotina. Per partecipare è sufficiente registrarsi sul sito del Ccc.