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Sigaretta elettronica, vapore passivo scompare in pochi secondi

Un nuovo studio peer-reviewed, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista specializzata Nicotine and Tobacco Research, si occupa del cosiddetto “vapore passivo”. Cioè della pericolosità che l’aerosol della sigaretta elettronica può avere per soggetti terzi. E ancora una volta prova che il vaping sprigiona goccioline liquide che evaporano entro pochi secondi, con un impatto trascurabile sulla qualità dell’aria anche negli ambienti chiusi. Lo studio, intitolato “Characterization of the Spatial and Temporal Dispersion Differences Between Exhaled E-Cigarette Mist and Cigarette Smoke”, è stato condotto da un team di ricercatori europei e da Fontem Ventures, il ramo di Imperial Brand che si occupa di sigarette elettroniche e ha messo a confronto le emissioni delle ecig e delle sigarette convenzionali. In pratica alcuni volontari hanno fumato e svapato in un ambiente chiuso a diverse distanze da un manichino riscaldato e in diverse condizioni di ventilazione. Poi sono state misurate la concentrazione e la distribuzione di grandezza delle particelle in prossimità del manichino. I risultati sono in linea con quelli riscontrati da studi precedenti. Per entrambi i prodotti, sigaretta elettronica e di tabacco, la concentrazione di particelle dopo ogni espirazione era nello stesso ordine di magnitudine. La differenza, però, è che nel caso dell’ecig la concentrazione di particelle tornava nel giro di secondi ai valori inziali. Con la sigaretta di tabacco, invece, la concentrazione aumentava con le espirazioni di fumo successive e tornava ai livelli iniziali solo dopo 30-45 minuti. Questa variazione temporale dipendeva dalla ventilazione della stanza, che era invece indifferente per le sigarette elettroniche. La misurazione delle dimensioni delle particelle, inoltre, ha dimostrato che quelle nell’aerosol delle ecig erano più piccole rispetto a quelle del fumo e quindi evaporavano quasi immediatamente, senza dover essere rimosse grazie alla ventilazione. Dunque, conclude lo studio, “esistono differenze significative fra le emissioni delle sigarette e elettroniche e di quelle convenzionali. Le particelle contenute nell’aerosol dell’ecig sono goccioline liquide che evaporano rapidamente; quelle del fumo convenzionale sono molto più stabili e permangono nell’ambiente”.

UK, Brine: le ecigarette hanno aiutato migliaia di fumatori

di Barbara Mennitti Questa mattina, a un anno dall'approvazione del Tobacco Control Plan, il ministro della salute britannico Steve Brine è intervenuto in Parlamento per fare un bilancio dei dodici mesi trascorsi e tracciare le linee dei progetti futuri. Naturalmente si è parlato anche di sigarette elettroniche. Brine ha evidenziato che "Public Health England ne incoraggia l'utilizzo per aiutare i fumatori a smettere" e ha ricordato come "la scorsa campagna Stoptober per la prima volta ha evidenziato il ruolo dell'ecigarette per la cessazione". "Le evidenze dimostrano – ha dichiarato il ministro – che le sigarette elettroniche hanno aiutato migliaia di persone a smettere di fumare". Il suo non è però stato un endorsment a tutto tondo verso lo strumento di riduzione del danno. "Vogliamo utilizzare le opportunità offerte dai nuovi prodotti come le ecig per aiutare i fumatori a smettere, - ha detto Brine - senza però perdere di vista il messaggio principale: la cosa migliore è la cessazione". E, incalzato da un parlamentare sulla pericolosità della nicotina, rispetto alla combustione, ha risposto: "Certamente le sigarette causano il danno maggiore". E, riferendosi ai prodotti a rischio ridotto, ha dichiarato: "Ne sappiamo molto, ma c'è anche molto che non sappiamo. Alcuni dicono che non facciamo abbastanza per promuovere le sigarette elettroniche e i nuovi prodotti, altri dicono che facciamo troppo, come per la campagna Stoptober. Questo mi fa pensare che siamo nel giusto". Un altro parlamentare, citando un articolo comparso sul Guardian, ha parlato di un particolare produttore di tabacco che avrebbe contattato il personale del Servizio sanitario nazionale, suggerendo il suo prodotto come aiuto per i fumatori. "Farete qualcosa?", ha chiesto il parlametare. "Lo abbiamo già fatto – è stata la risposta del ministro – La mossa di Philip Morris International è totalmente inappropriata". E poi ha rivelato di aver inviato all'azienda una lettera in cui contestava le pubblicità di Iqos. Per il resto Steve Brine può tirare un bilancio più che positivo. Come testimoniato dal recente rapporto “Statistics on smoking, England: 2018”, il tasso dei fumatori nel Paese continua a diminuire, si è introdotto il divieto di fumo in tutte le carceri (in molte è stata introdotta l'ecig) e si sono registrati successi fra molte categorie a rischio, come quella delle persone con psicopatologie. "La nostra è una delle leggi più restrittive al mondo, – ha sottolineato il ministro – non abbiamo bisogno di nuove regolamentazioni". Ma non mancano gli impegni per il futuro. Si continuerà a investire sulla prevenzione e a rafforzare le autorità sanitarie locali che lavorano sul territorio. Si porrà particolare attenzione a fumo e donne incinte e si continueranno ad aumentare le tasse sul tabacco, rendendo fumare più costoso. "Il tabacco – ha concluso Brine – è il principale assassino nel nostro Paese, causa di tumori, di disuguaglianze sanitarie fra ricchi e poveri e di ingiustizie". E crede che il Tobacco Control Plan rappresenti lo strumento giusto per sconfiggerlo.

UK, ministro della salute contro Philip Morris per pubblicità Iqos

L'aggressiva campagna pubblicitaria del suo riscaldatore di tabacco, di cui abbiamo spesso parlato, potrebbe mettere nei guai il colosso Philip Morris anche nel Regno Unito. Proprio ieri, infatti, il ministro della salute Steve Brine ha inviato all'azienda una lettera formale, ordinando di rimuovere dai negozi e da ogni altro luogo i poster pubblicitari che fanno riferimento a prodotti del tabacco "più salutari" (healthier). Se Philip Morris non lo farà, il ministero è pronto a portare il gigante del tabacco in tribunale. "Abbiamo detto esplicitamente – ha dichiarato Brine oggi in Parlamento – che la promozione di prodotti del tabacco è illegale, come mette abbondantemente in chiaro la mia lettera a Philip Morris". Secondo il ministero i manifesti di Iqos infrangono il severo divieto di pubblicizzare il tabacco e i prodotti del tabacco. E che di questo si tratti, non può davvero essere messo in dubbio nel caso dei riscaldatori. Il quotidiano Daily Telegraph, che recentemente ha condotto un'inchiesta sulla pubblicità di Iqos, riporta le reazioni di Philip Morris, convinta di rispettare la legge, perché il divieto di pubblicità riguarda le sigarette e non i nuovi prodotti a rischio ridotto. Il direttore generale per il Regno Unito Peter Nixon ha già chiesto un incontro urgente al ministero della salute per dirimere la questione. "Noi ci impegnamo – ha dichiarato al Telegraph – per aiutare i fumatori a passare dalle sigarette ad alternative migliori il più velocemente possibile". Vedremo se riuscirà a convincere il ministro.

Sigaretta elettronica, il 96,3% dei vaper spagnoli la usa per smettere di fumare

Il 96,3 per cento dei vaper spagnoli dichiara di usare la sigaretta elettronica come alternativa al tabacco. Di questi il 69,8 per cento di questi riporta di aver smesso completamente di fumare, mentre il 26,5 per cento ha ridotto drasticamente il consumo di sigarette tradizionali. Sono numeri significativi quelli che emergono dal più grande sondaggio sullo svapo in Spagna, commissionato all'azienda Sigma Dos dall'associazione di settore Unión de Promotores y Empresarios del Vapeo (Upev). Interessanti anche gli effetti percepiti sulla salute. Uno svapatore su due ritiene aumentata la sua capacità polmonare e avverte minore sensazione di soffocamento durante l'attività sportiva, mentre uno su tre ha segnalato la scomparsa della tosse, fenomeno che si accentua fra gli utilizzatori quotidiani dell'ecig. Il 22 per cento riscontra un miglioramento della propria salute in generale e il 91,8 per cento è consapevole che la sigaretta elettronica è meno dannosa di quella di tabacco. Ma nel sondaggio non si parla solo di salute. Un buon 47,2 per cento degli intervistati apprezza il fatto che la sigaretta elettronica non lasci cattivi odori nell'ambiente o sui vestiti (apprezzamento condiviso – secondo il 45,2 per cento – anche dalle persone vicine allo svapatore) e l'84,3 lo ritiene il metodo a base di nicotina migliore per smettere di fumare, di gran lunga più efficace di cerotti e gomme. Il 96,7 per cento degli utilizzatori dichiara di rivolgersi ai negozi fisici specializzati per i suoi acquisti e solo in seconda battuta all'e-commerce. Per quanto riguarda la reazione di terzi, il 54,2 per cento afferma di aver notato curiosità sull'ecig, il 22 per cento cerca di passare inosservato e solo il 5 riporta sguardi di disapprovazione. Si tratta di uno studio che restituisce un'immagine molto vitale del settore del vaping in Spagna e che, come nota il presidente di Upev Arturo Ribes sul sito specializzato Infosalus, "sfata alcuni miti come il consumo duale o l'inefficacia dell'ecig come strumento per smettere di fumare". Alla luce di questi dati, Upev auspica una maggiore collaborazione con le autorità sanitarie spagnole per ridurre i danni del tabagismo.

UK, anche boccette BF devono sottostare alla regola dei 2 ml

Mentre da una parte esperti e politica discutono se mantenere nella legge inglese le disposizioni previste dalla Tpd (e nel caso quali), dall’altra quelle stesse disposizioni mettono a rischio i dispositivi per squonkare sul mercato britannico. L’allarme circolava da qualche giorno e, per mettere una parola chiara alla questione, Planet of the Vapes ha sentito direttamente la Medicines and Healthcare Procucts Regulatory Agency (Mhra), cioè l’ente che autorizza i prodotti sul mercato. Il problema, spiega un portavoce dell’agenzia, è sorto in risposta a un sollecito dell’industria che non sapeva bene come interpretare la legge. Ma la risposta della Mhra è piuttosto chiara: “Dal nostro punto di vista – ha spiegato il portavoce a Planet of the Vapes – un flacone per squonkare che viene venduto come componenente di una sigaretta elettronica è un tank e quindi non può essere venduto se la sua capacità supera i 2 ml. Qualsiasi contenitore fornito con uno squonker deve rispettare la regolamentazione specifica”. La Mhra, quindi, esorta i produttori ad applicare dei correttivi ai loro prodotti (cioè a dotare le box bottom feeder di flaconi da 2 ml) pena il ritiro dal mercato dei dispositivi non a norma. Le associazioni non sanno ancora bene come reagire. Se proporre sul mercato dispositivi da squonk senza flacone o rivolgersi a un tribunale per avere una interpretazione definitiva della questione. In ogni caso, dichiara un portavoce di Independent British Vape Trade Association, “abbiamo combattuto e continueremo a farlo affinché i consumatori nel mercato britannico abbiano accesso a una scelta di prodotti più vasta possibile”.

Sigarette elettroniche: dopo la Brexit, prove di uscita dalla Tpd

Mentre i negoziati per la Brexit procedono, nel Regno Unito va avanti anche la discussione sulle disposizioni previste per i prodotti del vaping dalla Direttiva europea sui prodotti del tabacco. Perché, una volta che il Paese sarà definitivamente uscito dall’Unione europea, non sarà più vincolato alla Tpd e potrà liberamente valutare quali regole sono utili e quali, invece, ostacolano la politica sul controllo del tabacco che in Gran Bretagna punta decisamente sulla diffusione della sigaretta elettronica. A questo scopo la settimana scorsa, negli uffici di Westminster, i parlamentari di quello che in italiano chiameremmo l’intergruppo sulla sigaretta elettronica, hanno incontrato la presidente di New Nicotine Alliance Sarah Jake, la dottoressa Lynne Dawkins della London South Bank University, Daniel Pryoor dell’Adam Smith Insititute (che più volte ha difeso una politica di riduzione del danno liberale), Damien Bove di Adact Medical (azienda specializzata in test e analisi chimiche per la Tpd) e alcuni rappresentanti di aziende produttrici. I punti da rivedere esposti dagli esperti non sono stati diversi da quelli già presentati lo scorso febbraio nell’audizione Science and Technology Select Committee. Secondo i presenti la direttiva ha avuto un impatto scoraggiante sui fumatori e hanno reso la vita più difficile ai vaper. Secondo Jake le disposizioni da abolire subito riguardano il limite di 20 mg/ml sulla concentrazione di nicotina, il limite di 2 ml per la capacità dei tank, quello di 10 ml per i flaconi di liquidi di ricarica. Ma non solo. Gli esperti hanno puntato il dito anche contro le avvertenze di pericolo che compaiono sulle confezioni, anche su quelle di prodotti che non contengono nicotina, e che ricalcano lo stile di quelle presenti su pacchetti di sigarette. È stato, inoltre, chiesta l’abolizione del divieto di messaggi pubblicitari che promuovano i benefici del vaping rispetto al fumo di sigarette (che è poi il messaggio di Public Health England, la principale istituzione sanitaria del Paese) e di tutte le limitazioni alla pubblicità in generale. Insomma, tutti si sono trovati d’accordo nel chiedere un quadro normativo all’insegna della deregolamentazoine, che permetta alle sigarette elettroniche di sviluppare appieno il loro potenziale per la salute pubblica. Il prossimo appuntamento con l’intergruppo – anticipa NNA – si terrà a settembre e l’associazione cercherà di affrontare il tema della politica fallimentare dell’Oms sul vaping a poche settimane dal Cop8, la conferenza delle parti sul controllo del tabacco che avrà luogo a Ginevra all’inizio di ottobre.

Temptation Island, nel reality va in onda Iqos

Il format del reality è piuttosto pruriginoso, come suggerisce già il nome del programma. Sei coppie di fidanzati, variamente in crisi o in cerca di conferme sul loro amore, vengono deportate per cinque settimane in un villaggio turistico e separate. Qui subiranno il pressante interesse di dodici uomini e dodici donne single – dei veri e propri agenti provocatori – e questo dovrebbe aiutarli a scoprire lo stato della loro storia d’amore. Naturalmente le migliori prodezze, i momenti più intimi, i balli più languidi, le conversazioni più compromettenti saranno mostrati in video al partner, mentre una telecamera impietosa ne scruta impietosamente il primo piano alla ricerca di un moto di rabbia, di un’ombra di delusione o di una lacrima. Questo è Temptation Island, un reality che in fondo utilizza gli stessi strumenti degli altri, facendo leva sugli istinti guardoni dello spettatore. Non c’è niente di male, chi vuole lo guarda, chi preferisce cambia canale. La vera novità di questa edizione, però, non è il consueto sfoggio di muscoli palestrati, di gambe iper toniche, di glutei super sodi e di sentimenti strapazzati. Ma è la comparsa di Iqos, il riscaldatore di tabacco prodotto dalla multinazionale del tabacco Philip Morris. Nei momenti clou, quando la conversazione fra un fidanzato e un single inizia a farsi rovente, immancabilmente i protagonisti la estraggono, inseriscono la heet nel dispositivo (a volte un po’ maldestramente) e la tengono lì, in bella vista. Sembra proprio che il gigante del tabacco abbia tirato fuori l’artiglieria pesante. Dalle stazioni ai centri commerciali, dai ristoranti agli alberghi di lusso, dalle fiere non di settore agli eventi glamour, ormai è impossibile mettere il naso fuori di casa senza inciampare nel famoso riscaldatore di tabacco. Ma adesso lqos entra anche dentro casa, comodamente trasportata via etere fino al divano del proprio salotto. Sappiamo bene che le vie del product placement sono infinite, così come le capacità e le abilità commerciali di Philip Morris, ma di fronte all’ostracismo istituzionale verso la sigaretta elettronica, non riusciamo a sopprimere una domanda. Non sarebbe ora di smettere di fare figli e figliastri?