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Panuzzo (Uniecig): “Sigaretta elettronica non è fratello minore del tabacco”

"La sigaretta elettronica dovrebbe essere considerata il miglior strumento di riduzione del danno anche perché, da quanto emerge dall’esperienza dei negozi italiani, i fumatori che passano alla ecig riescono ad avere un’ottima soddisfazione e trarne numerosi benefici fisici con minor rischio di ricaduta". È questo il commento di Antonella Panuzzo, presidente dell'associazione dei negozianti specializzati del vaping UniEcig, a magine del convegno che si è tenuto oggi presso l'Istituto Superiore di Sanità. "Durante l’odierna 'Giornata mondiale senza tabacco' - continua Panuzzo, unica rappresentante della filiera presente in sala - abbiamo potuto notare una maggiore apertura rispetto agli anni passati per ciò che concerne l’utilizzo della sigaretta elettronica nel nostro Paese, ma siamo ancora lontani dall’esprimere piena soddisfazione nel vedere attribuita a questo strumento la piena dignità che meriterebbe quale forte presidio di riduzione del danno. Sono contrariata invece dall’aver notato nuovamente una posizione troppo chiusa sotto alcuni punti di vista: ancora una volta è stato possibile constatare come la sigaretta elettronica non sia vista dai medici intervenuti come una cura al tabagismo ma quasi come un fratello minore di questo". Panuzzo commenta anche i dati diffusi nel Rapporto annuale sulla prevalenza del fumo: "Secondo l’ISS l’utilizzo della sigaretta elettronica è in calo nel nostro Paese; questo dato, in controtendenza rispetto ai Paesi che ne incentivano l’utilizzo, è probabilmente da addebitare all’introduzione della forte e penalizzante tassazione dei liquidi da inalazione". Dunque il calo dei consumatori non sarebbe dovuto, secondo la president di UniEcig, alla scarsa soddisfazione verso il prodotto, ma alle politiche che ne scoraggiano l'uso. Per questo Antonella Panuzzo conclude il suo intervento con un appello alla politica: "Sarebbe auspicabile - dice - che, a differenza di quanto successo fino ad oggi, il nuovo governo aprisse un confronto con le associazioni di settore per una politica seria di riduzione del danno che aiuti davvero chi vuole liberarsi dalla schiavitù del fumo".

La sigaretta elettronica a Porta a Porta, tra occasioni colte e perdute

Domenica scorsa, in tarda mattinata, Sigmagazine ha ricevuto una mail dalla redazione di Porta a Porta, il ventennale programma di approfondimento politico condotto da Bruno Vespa che va in onda su Raiuno. I colleghi volevano girare un servizio sulla sigaretta elettronica da mandare in onda durante una puntata contro il fumo. Ci viene specificato che interessa soprattutto l’aspetto aggregativo, visto che di salute si parlerà in studio, dove sarà ospite la dottoressa Giulia Veronesi (che è l’unico nome che ci viene fatto). In questi casi la situazione è sempre sul filo del rasoio, perché partecipare ad una trasmissione su cui non si ha nessun controllo, e per di più registrata, è sempre pericoloso. Si possono dire le cose più sensate, ma magari il montaggio sceglie il momento in cui ti gratti il naso o fai una smorfia e ti trasforma automaticamente in macchietta. Però almeno ci sei e puoi provare a dire qualcosa. L’alternativa è non esserci, lasciare che siano altri a parlare per te e non avere mai la chance di mettere le cose nella giusta luce. Ed è per questo, perché i nostri rischi ce li siamo sempre presi e non ci siamo mai tirati indietro quando si è trattato di metterci la faccia, che abbiamo scelto di partecipare al servizio sul vaping della trasmissione. Per cercare di dare una visione realistica di quello che è la sigaretta elettronica: uno strumento di riduzione del danno per adulti, che aiuta a smettere di fumare e consente di trasformare una dipendenza mortale in un piacere a rischio contenutissimo. Sul servizio introduttivo montato e andato in onda, infatti, non abbiamo nulla da obiettare. Ha riassunto bene le circa due ore di girato, cercando di dare uno spaccato – per forza di cose frammentario – del complesso mondo del vaping, a metà strada fra salute e intrattenimento. Tanto l’approfondimento sarebbe avvenuto in studio. E qui iniziano i dolori. Crediamo che nessuno possa rimproverare a questa testata di avere i paraocchi o di condurre battaglie di principio contro qualcuno, però francamente ascoltare Eugenio Sidoli di Philip Morris che ci faceva la morale sui danni del fumo è stato davvero troppo. Così come lo spazio dato a quest’ultimo e a discapito degli altri due ospiti, l’oncologo Umberto Tirelli e Giulia Veronesi, ci è sembrato piuttosto squilibrato, soprattutto tenendo conto che si tratta della rete ammiraglia del servizio pubblico. Se questo sia stato dovuto a intenzione, sbadataggine o semplicemente alla maggiore scaltrezza di Sidoli non lo sappiamo, né vogliamo insinuare alcunché. La sensazione che rimane alla fine, però, è che sia stata persa un’occasione per approfondire un argomento, indugiando fin troppo su un particolare prodotto di una particolare azienda, che fra l'altro non è l'unica a produrre riscaldatori. Messa da parte l’amarezza, ci prendiamo però quello che di buono è uscito da questa trasmissione. Nella lotta contro il fumo si inizia a parlare di riduzione del danno, una strategia importante che in Italia ancora non viene contemplata dalle istituzioni sanitarie. Si parla di sigaretta elettronica e non solo in termini negativi, dando la parola anche a chi crede in questo strumento. La dottoressa Veronesi ha detto, ricerche scientifiche alla mano, che con l’ecig ci sono maggiori probabilità di smettere di fumare e che lo strumento è molto meno dannoso della sigaretta tradizionale. In corner, il prof. Tirelli è riuscito anche a quantificare questa differenza: fatto 100 il danno del fumo, quello del vaping è pari a 5. È stata spiegata, almeno dal punto di vista tecnico, la differenza fra il vaporizzatore personale e il riscaldatore di tabacco. Troppo poco? Sì. Ma è certamente più di quanto avremmo ottenuto un anno fa. Qui sotto la puntata di Porta a Porta dedicata alla sigaretta elettronica