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Sigarette elettroniche, in 5 anni triplicato utilizzo per smettere di fumare

L'uso delle sigarette elettroniche nell'Unione europea come strumento per smettere di fumare è triplicato tra il 2012 e il 2017. Lo dice il rapporto sui consumi pubblicato da Tobacco Control nel British Medical Journal. La ricerca è stata condotta attraverso una serie di domande poste a fumatori ed ex fumatori. Gli esiti hanno dimostrato che negli ultimi cinque anni le persone che hanno cercato di smettere di fumare hanno sceglio prevalentemente la sigaretta elettronica, rispetto i rimedi farmacologici che invece erano in voga negli anni precedenti l'avvento dell'ecig. L'utilizzo dei vaporizzatori personali è cresciuto dal 3,7% al 9,7%; nello stesso periodo il ricorso alla farmacoterapia è diminuito dal 14,6% all'11,1%. È stato inoltre stabilito che i giovani tra i 15 ei 24 anni hanno maggiori probabilità di utilizzare strumenti alternativi per smettere di fumare; al contrario, le perosne di età superiore i 55 anni sono meno inclini ad ascoltare i consigli medici da parte degli operatori sanitari o dei centri antifumo. Il rapporto, dunque, conclude che i centri antifumo e gli operatori sanitari dovrebbero utilizzare la sigaretta elettronica come strumento per smettere di fumare. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito un obiettivo da raggiungere entro il 2025: ridurre del 30% il consumo di tabacco nel mondo.

“Non solo tabacco, vogliamo anche le sigarette elettroniche”

I tabaccai francesi dovrebbero guardare al mercato della sigaretta elettronica. A dirlo in un’intervista al quotidiano Les Echo è Philippe Coy, eletto lo scorso ottobre alla presidenza della Conféderation des Buralistes, la federazione dei tabaccai d’oltralpe. Il neopresidente si trova subito con una gatta da pelare di non poco conto: l’aumento del costo del pacchetto di sigarette – che nel giro di pochi mesi è passato da 7 a 10 euro – ha naturalmente causato una diminuzione delle vendite. E, secondo Coy, i 100 milioni di euro in quattro anni stanziati dal governo per aiutare la riconversione in negozi di vicinato, non bastano a garantire un futuro ai circa 24.500 tabaccai francesi. Bisogna dunque, sostiene il presidente, “cambiare logica, partire all’offensiva commerciale” e, soprattutto diversificare l’offerta. Diversificazione che per Coy passa anche dalla vendita di sigarette elettroniche. “In futuro – spiega a Les Echo – avremo tre scaffali di tabacco: i prodotti classici, le sigarette elettroniche e i riscaldatori”. E poi continua: “Ho scoperto il vaping per caso cinque anni fa. Sono rimasto stupefatto scoprendo che questi prodotti si potevano acquistare in farmacia, ma non da noi. La confederazione non ne voleva sapere”. Ma Coy è ben determinato a invertire la rotta: “Dobbiamo investire su questo mercato, anche se oggi conta solo due milioni di consumatori. Perché sono i fumatori che vanno verso la sigaretta elettronica. Spostarci verso questo nuovo consumo ci permetterà di mantenere i nostri clienti attuali”. Insomma, in Francia sta per ripetersi quanto accaduto in Italia, dove i tabaccai, dopo un primo periodo di scetticismo, hanno fortemente voluto poter vendere i prodotti per il vaping, per arginare l’erosione di quello che ritengono il loro mercato e la loro clientela. Loro e di nessun altro. Coy va oltre, convinto che i tabaccai “abbiano un ruolo da giocare nel campo della salute pubblica” (e anche questa l’abbiamo già sentita dalle nostre parti). E propone al Ministro della salute francese di coinvolgere i tabaccai come partner del mese senza tabacco, che sarà il prossimo novembre. Anzi si spinge un passo più in là: i tabaccai potranno dire ai fumatori che esistono offerte meno nocive. “Diventerà il mese del vaping”, dichiara, facendo sollevare più di un sopracciglio fra gli operatori e i consumatori del settore dell’elettronica.

Liquidi per sigarette elettroniche, gli inglesi “lo fanno strano”

Arrosto, fish and chips, patatine al formaggio e chutney al mango. Potrebbero essere queste le nuove aromatizzazioni per liquidi da inalazione di prossimo arrivo sul mercato britannico. Sempre che i produttori decidano di andare incontro ai gusti dei loro clienti. L’idea è venuta all’azienda di Manchester Vip che, per aumentare la partecipazione a VApril, il mese di campagna per spingere i fumatori a passare alla sigaretta elettronica, ha lanciato un sondaggio per capire quali aromi stuzzicavano la fantasia dei vaper. Le risposte possono forse far inorridire il pubblico italiano, ma sono perfettamente in linea, invece, con i gusti d’oltremanica in fatto di gastronomia. Ed ecco dunque che al primo posto fra i sapori che gli inglesi vorrebbero riprodotti sotto forma di liquido per ecig, si trova il più classico degli arrosti (lo desidera il 15,6 per cento degli utenti) seguito a meno di due punti percentuali da un più clemente crumble di mele e dai chocolate brownie. Ritorna però prepotentemente il salato dalla quarta posizione in poi, dove troviamo il tipico fish and chips, il bacon, le patatine al formaggio. L’11,1 per cento degli intervistati sogna, invece, di svapare l’esotico chutney di mango, seguito a breve distanza dai Mac and cheese – cioè i terribili maccheroni al formaggio – e dalle chicken nuggets. All’ultimo posto si trova un altro classico cibo inglese: il pane all’aglio. Buono da mangiare, certo, ma è facilmente prevedibile che svapare la preziosa liliacea potrebbe causare qualche rimostranza da parte di terzi. Dal sondaggio si rilevano anche differenze di gusti in base al sesso degli intervistati. Gli uomini sembrano prediligere i sapori salati e decisi. Sono loro infatti ad aver scelto al primo e al secondo posto l’arrosto e le patatine al formaggio. Le donne, invece, vanno più per il dolce, in particolare il crumble di mele e i biscotti al cioccolato. Ma non è solo il genere a fare la differenza, anche l’età conta. I millennials, cioè i ragazzi fra i 18 e i 24 anni, hanno gusti meno tradizionali dei più anziani. A loro si deve l’entrata nella top ten del cutney di mango (desiderato dal 33 per cento degli intervistati). Gli altri aromi gettonatissimi in questa fascia d’età sono il prosecco, il latte di mandorle, la diet coke e il già citato pane all’aglio. L’azienda ha poi analizzato i risultati del sondaggio per aree geografiche, scoprendo nuove aromatizzazioni che non sono riuscite ad entrare fra le prime dieci. Come il piatto indiano Chicken Tikka Masala, che è risultato il preferito nel sud ovest, in zona Cornovaglia e affini. O il mohito, desiderato nel West Midlands, e il prosecco, il gusto più votato nell’Irlanda del Nord. A margine Vip elenca anche alcune scelte molto particolari: cardidi (una specie di mitili molto diffusa nella costa orientale), seppie, marmite (una pasta spalmabile a base di lievito), Danish blue cheese e hummus. Proposte troppo bizzarre persino per un palato inglese. Naturalmente questo sondaggio è poco più di un gioco ed è servito per attirare l’attenzione sulla campagna in corso nel Regno Unito. Serve però anche a far riflettere su un elemento e cioè come il mondo del vaping faccia riferimento al cibo e alle bevande, ai sapori e agli aromi della cucina, allontanandosi inesorabilmente da quello del fumo e del tabacco.