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Al Vapitaly anche tre dipinti di Mondrian e Van Gogh

“Il vaping è rivoluzione, è cultura, è costume l’arte da sempre è stata il veicolo più efficace e indipendente nel rappresentare i grandi cambiamenti epocali”. Così Angelo Sbarra, titolare di Vape International Products, spiega il progetto che la sua azienda presenterà a Vapitaly, la fiera internazionale del vaping che aprirà le porte domani a Verona. Si chiama Vape Art Collection e mette insieme le due grandi passioni di Sbarra: l’arte e lo svapo. In pratica si tratta di una collaborazione con Vaporesso, l’azienda cinese di hardware, per produrre e commercializzare vaporizzatori personali ispirati a grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea. Il primo device realizzato, che sarà presentato in anteprima mondiale a Verona, riproduce due opere di Piet Mondrian, uno dei maggiori artisti del Ventesimo secolo, famoso soprattutto per i suoi quadri “non rappresentativi” fatti di linee geometriche e campiture geometriche di colori primari. “La realizzazione di questo progetto – spiega Sbarra – è stato possibile grazie  alle innumerevoli relazioni con musei, fondazioni e artisti acquisite in trent’anni di attività come editore d’arte con RED srl”. E se l’anno scorso lo stand di Vape International Products aveva ospitato l’opera “Io e il panda” dell’artista cinese Zhao Bandi, per la terza edizione del Vapitaly si è scelto di fare le cose in grande. Oltre alle due opere di Mondrian che hanno ispirato le box di Vaporesso, infatti, i visitatori potranno ammirare il quadro del grande maestro Vincent Van Gogh Teschio con sigaretta accesa. L’opera dipinta nel 1886 è di proprietà del Museo Van Gogh di Amsterdam ed è stata scelta per rappresentare il concept del progetto Vape Art Collection.

Vapitaly 2017, tutto è pronto per l’edizione da record

Si preannuncia come un’edizione da record quella di Vapitaly 2017 che aprirà le porte sabato 20 maggio. I numeri diffusi dall’organizzazione parlano chiaro: ad oggi i visitatori registrati sono 18700, cifra che – se dovesse anche solo confermarsi negli accessi reali – raddoppierebbe d’un colpo gli avventori dell’edizione dell’anno scorso. La fiera internazionale del vaping di Verona, giunta alla sua terza edizione (se non si conta il City Fest dello scorso ottobre a Roma), si svolgerà il 20, 21 e 22 maggio prossimi e come sempre i primi due giorni saranno aperti al pubblico, mentre il lunedì sarà riservato ai soli operatori del settore. L’evento quest’anno si allarga, occupando due interi padiglioni di VeronaFiere – il 10 e il 12 – in cui troveranno spazio 127 stand. Fra le aziende presenti 77 sono italiane e 103 straniere, fra cui 18 cinesi. Fra le novità della terza edizione la Vape White Night, la grande festa gratuita e aperta a tutti del sabato sera con musica e dj set. Grande attenzione questa volta è stata prestata anche alla ristorazione, tradizionalmente il punto dolente delle edizioni passate. Sulla scorta dell’esperienza del City Fest romano, l’organizzazione ha scelto di affidarsi allo street food di qualità. Ai margini della fiera saranno infatti presenti dei food truck che dovrebbero riuscire ad accontentare tutti i palati. Non mancherà l’intrattenimento con un palco a disposizione delle aziende espositrici che ospiterà esibizioni di trickers e cloud chasing, dj set e tutto quello che fa parte del mondo del vaping tra cui gli immancabili lanci di gadget. Spazio anche ai momenti di approfondimento, altro appuntamento tradizionale di Vapitaly. Il primo a calcare il palco delle conferenze, nella mattinata di sabato, sarà Matteo Viviani, volto celebre della trasmissione televisiva “Le iene” e da anni impegnato a sostegno del vaping. La giornata proseguirà con il confronto fra i social influencer. Matteo Gallegati, Daniele Zingaretti, Luigi Furlotti e Federica Gentile – in arte il Santone dello svapo, Danielino 77, DeeJoySet e Boss Lady – si confronteranno e racconteranno le loro esperienze. I quattro sono stati scelti – spiegano dall’organizzazione – proprio in base alla loro diversità: mentre gli you tuber Gallegati e Zingaretti adoperano un linguaggio giovane e disinvolto, come il pubblico a cui si rivolgono, Furlotti ha invece uno stile più compassato. Scelta diversa sia per mezzo che per pubblico di riferimento quella di Gentile, che ha creato su Facebook una pagina aperta alle sole donne, che qui possono finalmente esprimersi senza essere “bullizzate” da un settore ancora troppo maschile. Tpd, obblighi, divieti e sanzioni saranno invece l’argomento del convegno del lunedì, la giornata dedicata ai soli operatori di settore. A mettere sotto la lente d’ingrandimento l’argomento saranno il presidente di Vapitaly Mosè Giacomello, Riccardo Polosa in quanto rappresentante dell’Organismo europeo di certificazione e gli avvocati Alberto Gava e Dario De Blasi, che hanno rappresentato l’associazione dei produttori in Corte costituzionale. L’organizzazione non ha ancora annunciato ufficialmente, invece, i dettagli del convegno della domenica. Per ora si sa che interverranno dei rappresentanti del governo e del parlamento, ma i nomi non sono stati ufficializzati. A moderare tutti gli incontri sarà Stefano Caliciuri, direttore di Sigmagazine. Insomma le tre giornate veronesi si preannunciano fitte di appuntamenti e di opportunità. “Questa volta abbiamo chiesto a noi stessi uno sforzo extra – commenta Mosè Giacomello – per offrire ai nostri espositori e ai visitatori un’esperienza a 360 gradi. D’altronde i numeri di Vapitaly dimostrano che la nostra fiera continua a guadagnare importanza e autorevolezza in Europa e abbiamo il dovere di essere all’altezza di tanta considerazione”.

Indagine su scala europea, l’Italia punisce l’ecig più del tabacco

È appena stato pubblicato il Nanny State Index 2017, cioè una classifica degli Stati etici (o Stati mamma) all’interno dell’Unione europea. O, come spiegano i suoi creatori, una guida ai Paesi peggiori fra i 28 Stati membri per mangiare, bere, fumare e svapare. L’iniziativa è guidata dal think-tank European Policy Information Center (Epicenter) e ha fra i partners l’italiano Istituto Bruno Leoni. In pratica per ognuna delle quattro categorie – cibo e soft drinks, bevande alcoliche, tabacco e sigarette elettroniche – la classifica prende in esame le politiche adottate in ogni Paese. Più queste sono paternalistiche, più hanno riflessi negativi sulla libertà di scelta del consumatore e più lo Stato in questione scala posizioni nella classifica dei Nanny States. Epicenter descrive come politiche paternalistiche tutte quelle volte ad aumentare il prezzo di un prodotto (attraverso la tassazione o il monopolio della vendita), a stigmatizzare e colpevolizzare il consumatore, limitarne la scelta, creare difficoltà al consumatore, limitare l’informazione (per esempio proibendo la pubblicità) e spesso riducendo la qualità del prodotto. Insomma, tutte quelle politiche che hanno come obiettivo di scoraggiare il consumo di prodotti che sono – va sottolineato – legali. La classifica generale, che mette insieme i risultati per tutte e quattro le categorie prese in esame, presenta poche conferme e molte sorprese. Al primo posto, meritatissimamente, la Finlandia che si rivela il Paese più restrittivo anche per le categorie del vaping e dell’alcool. Ma la prima sorpresa arriva già con il secondo posto della classifica, dove troviamo quello che nell’immaginario di molti è il Paese del laissez-faire e della liberalità: il Regno Unito, che si salva dalla vetta solo per le sue politiche liberali sul vaping. Nella classifica relativa all’ecig, infatti, il regno d’Oltremanica strappa un invidiabile 27esimo posto. Meglio di così ha fatto solo la Svezia. Nella classifica generale i Paesi con leggi più liberali sono la Repubblica Ceca, la Germania (altra sorpresa) e la Slovenia. L’Italia si piazza al 16esimo posto, fra gli Stati più liberi: in salita rispetto all’anno scorso, ma ancora più vicina alla coda che alla cima della classifica. Le cose cambiano, però, se si va a guardare la classifica relativa al vaping. Qui troviamo il nostro Paese al 12esimo posto, cioè fra quelli meno liberi. Questa posizione alta – spiegano a Epicenter - è dovuta alle restrizioni imposte sui prodotti e, soprattutto, al fatto che “l’Italia è stato il primo membro dell’Unione a introdurre una tassa specifica sulla sigaretta elettronica ad un tasso punitivo di 0,38 euro per millilitro”. Da notare anche che quella del vaping è la categoria in cui il nostro Paese raggiunge il punteggio più alto. Siamo infatti 17esimi per quanto riguarda le politiche restrittive su cibo e soft drinks, 16esimi per quelle sul tabacco e 15esimi per quelle sull’alcool. Cioè l’Italia si preoccupa di limitare ai suoi cittadini l’accesso alla sigaretta elettronica molto più di quello al tabacco e all’alcool, nonostante vi sia ormai unanime consenso scientifico sul fatto che il vaping sia drasticamente più sicuro del fumo. Insomma, nel nostro caso più che mamma, lo Stato è matrigna.

Vaping e solidarietà: incasso in beneficenza per l’assistenza oncologica

“Il nostro lavoro ha come ruolo fondamentale quello di aiutare a smettere di fumare. La lotta al tabagismo è uno dei più gravi problemi del nostro secolo”, spiega Cinzia Palazzo, co-titolare dello storico negozio di sigarette elettroniche Joki, situato nel centro di Brindisi. E per rendere ancora più evidente e concreto questo impegno, il negozio ha deciso di destinare una parte dell’incasso dello scorso dicembre - il mese dei regali di Natale - ad Ant, una fondazione che si occupa di assistenza ai malati oncologici e di prevenzione. “Ci sembrava il modo per poter dare il nostro piccolo contributo alla sensibilizzazione verso questi temi”, conclude Palazzo. La scelta di Ant non è casuale, visto che è una delle onlus che svolge un lavoro prezioso anche nel territorio brindisino. Quando la sanità e i medici non possono più fare niente per aiutare un malato oncologico e le famiglie sono lasciate sole ad affrontare un percorso in declino, non resta che rivolgersi ai volontari dell’Associazione Nazionale Tumori. Medici, infermieri e operatori riempiono i vuoti lasciati dalla sanità pubblica, offrendo assistenza domiciliare ai malati e tendendo una mano preziosa ai loro familiari. Mostrando un volto umano a chi si addentra su un sentiero doloroso. A questo importante compito, Ant affianca un impegno costante per la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori. E infatti la cifra donata da Joki è servita proprio a garantire un ciclo di visite gratuite nell’ambito del Progetto Melanoma. Il 27 maggio prossimo i cittadini che vorranno potranno sottoporsi ad uno screening per individuare uno dei tumori più pericolosi del nostro tempo. Tutto questo sarà possibile grazie anche alla sensibilità dei gestori di un negozio di sigarette elettroniche. Angelo Pezzolla, co-titolare di Joki, parla di una scelta “giusta e fatta col cuore” e divide il merito dell’iniziativa: “Il nostro ringraziamento – ha dichiarato a Sigmagazine – va a tutti i nostri meravigliosi clienti che, inconsapevolmente, hanno contribuito alla realizzazione di questo progetto e alla dottoressa Franca Sergio, presidente di Ant Brindisi, instancabile promotrice di tutte le iniziative della fondazione”.

Sigarette elettroniche, rivenditori sanzionati per pubblicità ingannevole

di Barbara Mennitti Tre rivenditori online australiani sono stati multati dal regolatore per la concorrenza per avere fatto affermazioni false e fuorvianti sui cancerogeni contenuti nei loro prodotti. Le tre aziende, The Joystick Company Pty Ltd, Social-Lites Pty Ltd and Elusion Australia Ltd, sono state sanzionate per aver infranto il codice del consumo australiano e dovranno pagare multe fra i 40 e i 50 mila dollari. Colpiti personalmente  - come si evince dalla sentenza contro Joystick Company Pty Ltd - anche i vertici aziendali, consapevolmente coinvolti, sanzionati con ammende fra i 10 e i 15 mila dollari. Quello australiano è il primo caso al mondo che vede condannate le aziende del vaping per quella che da noi si chiama pubblicità ingannevole. Secondo l’accusa dalla Australian Competition and Consumer Commission (Accc) – l’equivalente della nostra Autorità garante della concorrenza e del mercato – sui siti dei tre rivenditori erano presenti dichiarazioni che facevano credere ai consumatori che non sarebbero stati esposti agli agenti tossici che si trovano nelle sigarette tradizionali. Test commissionati dalla stessa commissione hanno rilevato, invece, la presenza di formaldeide, acetaldeide e acroleina, rispettivamente classificati dall’Oms come sostanza cancerogena, possibilmente cancerogeno e tossica. Delia Rickard (vicepresidente della Accc) sottolinea che le aziende, comprese quelle online, devono assicurarsi di fornire ai consumatori informazioni accurate e fare affermazioni fondate su basi concrete. “Questo è importante soprattutto – commenta – per i prodotti che possono causare danni alla salute dei consumatori”. Tutto questo è certamente ragionevole e produttori e rivenditori sono chiamati alla massima cautela. Resta però altrettanto certo il fatto che le sostanze dannose rilevate sono presenti nei prodotti del vaping in quantità drammaticamente minori rispetto alle sigarette tradizionali. Ma questo, purtroppo, non sembra fare molta differenza per le autorità australiane che, come abbiamo più volte documentato su questo giornale , hanno scelto un approccio proibizionista verso la sigaretta elettronica.