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La sigaretta elettronica in fiera questo fine settimana a Venezia

Si terrà sabato 13 e domenica 14 a Venezia Svapor Expo, la fiera della sigaretta elettronica ideata dall'organizzazione che fa capo a Rinaldo Cavalletto. Dopo le esperienze di Bassano del Grappa e di Forlì, Svapor Expo approda nel capoluogo veneto. "L'evento - si legge sulla pagina ufficiale - avrà come special guest i migliori gruppi di Facebook, tutte le Miss dello Svapo, i migliori blogger dello svapo italiano con le migliori recensioni. Ci saranno i più gettonati YouTubers del momento e non mancheranno i modder più creativi ed un'area riservata alle conventions. Più di quaranta espositori dall'Italia e dall'estero con i prodotti dello svapo e correlati". L'ingresso costa 7 euro ed è valido per entrambe le giornate. Prenotando online di potrà avere uno sconto di 2 euro in fase di ingresso. L'orario di apertura nella giornata del sabato è dalle ore 10 alle ore 19. Domenica mattina dalle ore 9,30 alle ore 12,30 è consentito l'ingresso ai soli operatori di settore; successivamente l'ingresso è nuovamente consentito a tutti. Gli operatori del settore e i giornalisti potranno entrare gratuitamente ma solamente nella fascia oraria compresa tra le 9,30 e le 14 di domenica 14, momento dedicato al B2B.

Dall’Organizzazione mondiale di sanità una stretta sui riscaldatori di tabacco

Occorre approfondire la conoscenza sui prodotti di nuova generazione che riscaldano il tabacco. E, nel frattempo i Paesi membri della Convenzione quadro, non dovranno incentivarne la diffusione, né delle sigarettine di ricarica ma neanche del dispositivo elettronico. È in sintesi quanto emerge nel documento conclusivo del Cop8 di Ginevra, l’incontro ad alto livello tra organismi multilaterali e singoli Paesi. Nei prossimi due anni l’attenzione delle istituzioni dovrà quindi essere rivolta verso i riscaldatori di tabacco e gli effetti che possono provocare sulla salute. Le conclusioni saranno presentate al Cop9 che si terrà ad ottobre 2020 in Olanda. L’aspetto importante è che “l’invito” dell’Oms non riguarda soltanto le sigarettine contenenti tabacco ma anche il dispositivo elettronico, il vero e proprio riscaldatore. L’Oms dovrà quindi preparare, insieme a scienziati ed esperti anche della società civile, una “relazione completa sulla ricerca e le prove sui prodotti del tabacco nuovi ed emergenti, in particolare prodotti del tabacco riscaldato, per quanto riguarda il loro impatto sulla salute anche sui non consumatori” definendo “il loro potenziale di dipendenza, percezione, attrattiva e potenziale ruolo nell'avviare e smettere di fumare”. Dal punto di vista delle emissioni, occorrerà invece “esaminare i processi chimici e fisici che questi prodotti subiscono durante l'uso”. Nel caso in cui le modalità di rilevamento non siano idonee con quelle del tabacco tradizionali, bisognerà trovare “metodi adeguati” per effettuare la misurazione. In attesa dei risultati e della relazione definitiva, il segretariato della convenzione quadro sul tabacco invita i Paesi membri a “non favorire la diffusione”, “evitare che vengano fatte dichiarazioni sulla salute” o “pubblicità, promozioni e sponsorizzazioni” di tali prodotti. Potranno anche essere studiate apposite normative al fine di “regolare, limitare o vietare, a seconda dei casi, la fabbricazione, l'importazione, la distribuzione, la presentazione, la vendita e l'uso dei nuovi prodotti del tabacco”. Ed in conclusione, “l’invito” – che nel gergo diplomatico è pressoché sinonimo di obbligo -  “ad applicare le misure di cui sopra ai dispositivi progettati per il consumo di tali prodotti”. In parole povere, il dispositivo elettronico di riscaldamento.

Presa d’atto dell’Oms: la sigaretta elettronica non è un prodotto del tabacco

L'Organizzazione mondiale della Sanità ha deciso di non decidere. E per il momento va bene così. La sigaretta elettronica avrebbe infatti potuto essere inserita nella lista dei nuovi prodotti del tabacco e, di conseguenza, avrebbe dovuto sottostare a tutte le restrizioni previste dalle leggi nazionali e alle normative sovranazionali. In occasione dell'ottava Conferenza delle parti di Ginevra, invece, i delegati internazionali hanno rimandato ogni decisione al 2020, in occasione del Cop9 olandese. La Convenzione quadro sul tabacco mira a regolamentare e dettare le linee guida dal punto di vista della tutela della salute pubblica ai 181 Paesi aderenti. Il grande lavoro di diplomazia ma anche di interessi dei sostenitori della sigaretta elettronica al termine dei sei giorni è stato premiato. L'alternativa sarebbe stata che anche gli Ends, come sono definiti nella terminologia sanitaria gli strumenti elettronici di somministrazione della nicotina, potessero essere inseriti nel capitolo dei prodotti del tabacco. In considerazione della recente introduzione sul mercato e nella prospettiva di riduzione del danno, i delegati del Cop svizzero hanno preferito attendere ancora due anni prima di prendere una decisione che poi difficilmente potrà essere modificata. Al contrario, i cosiddetti riscaldatori sono stati considerati prodotti del tabacco - seppur in un capitolo diverso dal tabacco tradizionale - e per questo dovranno essere sottoposti a una serie di verifiche e ulteriori analisi nel corso dei prossimi ventiquattro mesi. Ricerche di laboratorio, indagini di consumo, misurazione delle emissioni, ma anche tavoli di lavoro e di confronto da organizzarsi in sede Oms a cui potrenno partecipare anche delegati esperti in rappresentanza della società civile. La nona conferenze delle parti si terrà in Olanda nel mese di ottobre del 2020. Probabilmente nell'agenda dei lavori a quel tempo entreranno anche i prodotti della canapa, cannabis light e cannabis a uso terapeutico, visti l'attenzione e l'interesse che le multinazionali del tabacco stanno dimostrando anche verso questi prodotti.

"Non ci accontentiamo. L’impegno era zero tassa e fuori da Aams"

Le dichiarazioni dell'onorevole Comaroli non sono passate inosservate. L'annuncio di voler abbassare l'imposta sui liquidi da inalazione del 95 per cento, portandola da 3,9 euro a 0,39 euro per 10 millilitri ha provocato reazioni differenti. Ma non tutte positive. Tra coloro che nutrono dubbi e spingono verso l'azzeramento dell'imposta c'è l'associazione di produttori, catene e distributori di sigarette elettroniche Coiv. Per voce del presidente Dario Colaianni ha diramato il seguente comunicato stampa. "Nel 2017 fu la pronuncia sulla tassazione dei liquidi a zero a dare il salve conclusosi per il nostro settore con il  pieno assoggettamento ad AAMS, il divieto degli online e via elencando. Sembrano passati anni luce eppure oggi assistiamo a qualcosa di simile. In un rapido succedersi prima membri della maggioranza  preannunciano una riduzione della tassa apparentemente oblivi del fatto che fu promessa la sua eliminazione, e subito dopo viene pubblicata la sentenza del TAR che affievolisce le speranze degli store online, sembra un monito per far abbassare la aspettative, un bisbiglio che dice  "accontèntati". Ma ripercorriamo le ultime ore. Sono alcuni giorni che da esponenti della maggioranza ci arriva uno sbigottito quesito “perchè c’è preoccupazione nel settore? stiamo facendo quello che ci avete chiesto: abbasseremo  la tassa. Fateci  sapere cosa veramente volete. Ebbene tempestivi nella riunione di ieri fra COIV che rappresento, UNIECIG ed ANAFE, producevamo comunicato congiunto prontamente reso pubblico in cui dicevamo quello che  chiediamo come settore, ossia che il documento sottoscritto dall’allora onorevole Salvini, oggi vicepremier fosse realizzato, che fosse dunque eliminata “l’imposta in attesa di una tassazione organica europea”, insieme alla rimozione del divieto di vendita online, dell’assoggettamento ad  AAMS, e ad una discussione sul pregresso. Quello che vuole il settore è stato firmato e controfirmato ed ero felice di essere sul punto di poter far pervenire nuovamente questa istanza a chi ci interrogava sulle nostre richieste (zero tassa, fuori dai monopoli, codice Ateco, spalmatura ventennale del debito pregresso, nrd ) Oggi vedo che hanno preferito rispondersi da soli, poco male il comunicato congiunto lo avranno comunque. A chi oggi plaude alle affermazioni del politico  quando prima afferma che la sigaretta elettronica è chiaramente meno dannosa ma poi contraddicendosi continua a difendere il suo assoggettamento ad un’imposta di consumo aggiuntiva, dico che gioisce di una vittoria tattica e momentanea. Far conseguire a quella affermazione la conclusione logica che l’ecig vada  premiata come avviene nel Regno Unito,  è questa la vittoria strategica che perseguo, perchè vera, giusta e rispettosa della salute dei cittadini. Ovvio che fra una scelta binaria tra tassa piena e tassa ridotta nulla quaestio sia quest’ultima da abbracciare, è migliorativa rispetto al disastro attuale. Ma quel plauso, quell’accontentarsi equivale a dare un alibi al politico: potrà dire che le restrizioni che impediscono al nostro settore di espandersi in Italia, esistono perchè è stato il settore stesso a benedirne l’attuazione. Ed io a questo dico no".

Sigarette elettroniche, in legge di bilancio tassa ridotta del 95 per cento

"In legge di bilancio rimetteremo mano alla tassazione sulle sigarette elettroniche. L'ipotesi è di mantenerla tra il 5 e il 10 per cento rispetto all'importo dell'imposta sul tabacco. Molto probabilmente sarà il 5 per cento". Trasformata in soldoni, significa che dal 1 gennaio, se tutto andrà per il meglio, i liquidi di ricarica per le sigarette elettroniche saranno sottoposti ad una imposta di 0,39 euro ogni 10 millilitri, ovvero 39 euro per litro. Dieci volte più bassa di quella attuale. Lo ha anticipato l'onorevole Silvana Comaroli (Lega), componente della commissione Bilancio della Camera dei Deputati, durante un intervento su Radio Sparlamento. Un'imposta che ridurrebbe drasticamente la pressione fiscale mantenendola ad un livello minimale. E contribuirebbe a ridare slancio e vitalità all'intero settore, dal consumo alla produzione. "Noi consideriamo le sigarette elettroniche come un sistema alternativo al fumo - ha commentato Comaroli - e chiaramente meno dannose. Oltretutto, con una alta tassazione si dà adito al fenomeno delle vendite in nero. È stato folle negli anni passati voler tassare i liquidi senza nicotina o i dispositivi che non hanno a che fare con il tabacco. Un minimo di tassazione la riteniamo corretta. Partiamo dal presupposto che fumare fa male, ma la sigaretta elettronica fa molto meno male. Il politico lungimirante non deve introdurre imposte per far cassa. Quando lo fa - conclude Comaroli - deve tenere anche conto degli effetti indiretti che provoca su aziende, lavoratori e consumatori".

Aziende e commercianti di sigarette elettroniche concordano iniziative congiunte

Un incontro per determinare le future linee guida comuni al fine di pungolare la politica a rimetter mano al settore della sigaretta elettronica già in sede di legge di bilancio. Umberto Roccatti (Anafe), Antonella Panuzzo (UniEcig) e Dario Colaianni (Coiv), al termine del confronto tenutosi ieri a Roma, hanno diramato un comunicato stampa congiunto a dimostrazione dell'unità che vuole contraddistinguere l'operato delle tre associazioni. "Incontro a Roma - si legge - tra le principali associazioni del settore del vaping. Presenti Umberto Roccatti, presidente di Anafe, l’Associazione nazionale produttori fumo elettronico aderente a Confindustria, Antonella Panuzzo, presidente dell’Unione esercenti italiani E-Cig (Uniecig) sempre presenti in prima linea ad ogni occasione di dibattito pubblica, e Dario Colaianni, presidente della Coalizione operatori italiani vaping (Coiv) che conta 14 aderenti fra produttori, grossisti ed esercenti. Obiettivo dell’incontro è stato fare il punto in vista delle prossime scadenze politiche e istituzionali che interesseranno il settore, a cominciare dalla Legge di Bilancio. Le tre associazioni sottolineano la necessità e l’auspicio che le forze politiche, oggi alla guida del Paese, diano seguito agli impegni presi in materia di sigarette elettroniche, e ribadiscono dunque  l'urgenza di ottenere quanto già dalle stesse associazioni richiesto a firma congiunta". Il riferimento è alla lettera sottoscritta da tutte le associazioni del vaping e firmata dall'allora candidato premier di centrodestra Matteo Salvini nella quale si chiedeva l'istituzione di un codice Ateco per gli operatori, la cancellazione dell'imposta, la fuoriuscita dai monopoli, la rimodulazione del debito pregresso maturato dalle aziende. "Tutto ciò - continua il comunicato - al fine di dare nuovo slancio ad un segmento economico che rappresenta non solo un’opportunità di sviluppo, creazione di reddito e posti di lavoro, ma anche una chance per la tutela della salute e la riduzione del danno prodotto dal fumo di tabacco combusto. L’incontro è stata l’occasione per un fruttuoso e approfondito scambio di vedute sullo scenario attuale, ma anche sulle prossime iniziative, non solo sul fronte fiscale, da intraprendere a tutela del settore e da sviluppare in modo congiunto".

Fit-Istituto di sanità, è guerra di cifre sul consumo di tabacco in Italia

È guerra di cifre tra la federazione dei tabaccai e l'Istituto superiore di sanità. Mentre i primi piangono un calo del consumo di tabacco, con una conseguente emorragia della redditività, il braccio operativo del ministero della salute sostiene che i fumatori sono aumentati. Aggiungendo anche che sono arrivati ad una quota che non si toccava dal 2007, ovvero 12,2 milioni di fumatori. La contraddizione emerge leggendo il quarto Rapporto sulla distribuzione dei tabacchi lavorati in Italia realizzato da Logista Italia, distributore leader nel mercato italiano della distribuzione del tabacco, e dalla Federazione Italiana Tabaccai che associa circa l'85 per cento dei titolari di tabaccherie in Italia. Il Rapporto evidenzia nel 2017 un calo delle vendite, con una perdita di un milione di chilogrammi (-1,5%) che hanno comportato mancati incassi per circa 300 milioni di euro (-1,7%) rispetto al 2016, mentre in termini di gettito erariale si registrano oltre 200 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente. Bazzecole, si potrebbe pensare, se rapportati ai 14 miliardi di euro totali che ogni anno il tabacco garantisce al bilancio dello Stato, circa il 7 per cento sul totale delle imposte dirette. O, se preferite, una volta e mezzo quanto occorre per garantire il reddito di cittadinanza. Sempre secondo il rapporto, continua invece ad essere costante invece il mercato illecito, che per il 61% è formato da tabacchi provenienti clandestinamente da paesi extra Ue e con una quota del 7% di sigarette contraffatte. Complessivamente il mercato illegale copre il 5% del totale, sottraendo oltre 600 milioni l’anno di introiti erariali. Dunque, ricapitolando: i tabaccai lamentano un calo dei consumi che però non sono dovuti al contrabbando perché il fenomeno rimane invariato. A cosa può essere dovuto? Banalmente si potrebbe dire al fatto che gli italiani fumano di meno. E qui interviene invece l'Istituto superiore di sanità: secondo i dati in loro possesso i fumatori in Italia sono 12,2 milioni, mezzo milione in più rispetto l'anno scorso. La crescita ha toccato tutte le fasce di età, tra cui anche i minorenni. Ed è questo il dato più preoccupante perché ciò significa che i controlli non sono sufficienti e, allo stesso tempo, c'è una parte di tabaccai che approfitta di questa carenza per vendere a chi non potrebbe. “La situazione generale sulla prevalenza dei fumatori si è cristallizzata – spiegava in sede di presentazione del rapporto Roberta Pacifici, direttore del Centro nazionale Dipendenze e Doping  – abbiamo registrato gli stessi dati del 2007, segno evidente che non si vede alcuna inversione di tendenza, anzi si registra un lieve incremento nella popolazione maschile. Per questo abbiamo acceso i riflettori sui giovani che rappresentano il serbatoio di riserva del tabagismo, sono quelli cioè che continuano ad alimentare la popolazione dei fumatori che non accenna a diminuire”. Il calo paventato da Fit e da Logista, però, non pare creare molti imbarazzi tra gli operatori del tabacco. Perché, come si legge nel comunicato stampa "grazie agli investimenti in termini di innovazione, tecnologia e professionalità che continuano a caratterizzare il sistema di distribuzione e commercializzazione dei tabacchi", sia la rete distributiva che la rete vendita "è in grado di porsi al centro delle nuove sfide del mercato, con una particolare attenzione ai nuovi scenari rappresentati dai prodotti a rischio ridotto per i quali si registra un forte interessamento del mercato". Alla presentazione del rapporto promosso da Fit e Logista hanno partecipato anche il sottosegretario all'economia Garavaglia e autorevoli rappresentanti dell'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.