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Follia del governo greco: divieto di vendita dei liquidi senza nicotina

Una decisione senza precedenti. Tanto assurda quanto folle: la Grecia ha vietato la vendita dei liquidi di ricarica per sigarette elettronica senza nicotina. Potranno rimanere sul mercato soltanto quelli che contengono la nicotina. Il governo greco ha giustificato la scelta sostenendo che la Tpd regolamenta solo i liquidi con nicotina quindi tutti gli altri sono da considerare fuori legge. In particolare, la scelta del governo è contrastare - si legge sul documento greco - "il dilagare dei cosiddetti mix and vape ed il conseguente fai da te". Una assurdità che ha mandato letteralmente su tutte le furie il dottor Konstantinos Farsalinos, tra i medici più apprezzati e autorevoli nel mondo della ricerca scientifica applicata al vaping. "È una decisione che non esiste nel mondo. Vorrei sottolineare che anche nei paesi che vietano la sigaretta elettronica, si applica solo ai prodotti nicotinici, mentre i non-nicotinici circolano normalmente, come ad esempio in Australia, Singapore e Hong Kong. Ciò significa che qualcuno che non ha più bisogno di nicotina e usa liquidi a zero dovrà tornare ad usare la nicotina. Onestamente non so se coloro che hanno preso la decisione abbiano capito cosa hanno deciso". L'obiettivo del vaping è ridurre il danno sino a portare il consumatore ad utilizzare i liquidi senza nicotina e poi magari smettere definitivamente. Quanto sta accadendo in Grecia è paradossale: il consumatore a questo punto è spinto ad utilizzare la sigaretta elettronica soltanto con nicotina (anche se la usa a zero) oppure si apre una forte possibilità che abbandoni il vaping per tornare al tabacco.

Ecig, Salvini: “Mamma mia che giornate, spero di concretizzare presto!”

Anche nella giornata che lo nomina ministro degli interni, Matteo Salvini non dimentica la sigaretta elettronica. Erano da poco passate le 22 di ieri quando è stato ufficializzata la salita al Viminale del leader della Lega. Oltre questo, anche il vicariato della Presidenza del Consiglio. Contattato da Sigmagazine, Matteo Salvini non dimentica gli impegni presi. Sin dal 29 novembre, giorno della manifestazione nazionale del settore del vaping, si è esposto in prima persona. E non è mancata occasione, televisiva, radiofonica o di piazza, che abbia dimenticato di fare un accenno alla sigaretta elettronica e alla "demenziale tassa" cui sono sottoposti i liquidi di ricarica. La dichiarazione dopo la nomina a ministro è lapidaria, ma conferma che la volontà politica di portare a casa un risultato positivo per le aziende del vaping e i consumatori è sempre viva. "Mamma mia che giornate, spero di concretizzare presto!", è quasi un grido liberatorio, un suggello alla concretezza. Troppo spesso lo ha ripetuto perché non accada. Le premesse sono ottime, adesso occorre serenità e quel minimo di attesa che renderà il piatto ancora più gustoso.

Sigarette elettroniche, Vapitaly: “Supertassa deterrente per consumatori”

“La politica del nostro Paese tassa le e-cig quasi tre volte di più della sigaretta tradizionale. Un chilo di tabacco, infatti, ha un’accisa base di 140 euro contro i 400 per un litro di liquido per e-cig. È evidente che i consumatori duali siano sempre più portati a tornare al fumo di sigaretta”. A dirlo è Mosè Giacomello, presidente di Vapitaly, la fiera internazionale del vaping e dell’e-cig di Verona, a commento dei dati presentati oggi dall’Istituto superiore di Sanità in occasione della Giornata Mondiale senza tabacco. "Secondo quanto emerso, i fumatori in Italia sono arrivati al 23,3% e gli utilizzatori abituali o occasionali di e-cig toccano quota 1,1 milioni, in contrazione di circa 200mila unità, di cui il 75,3% è rappresentato dagli utilizzatori duali. L’extra tassazione, le stringenti norme di vendita e acquisto in vigore non solo minano pesantemente un comparto che dà lavoro a 30mila persone ma è anche un deterrente per i consumatori che, di fronte a un prezzo alle stelle per l’utilizzo della e-cig, tornano al fumo di sigaretta”.

L’appello di Anafe: “No proibizionismi, sigaretta elettronica riduce il danno”

Un confronto aperto, leale e schietto con Governo e Parlamento affinché la sigaretta elettronica entri legittimamente nei programmi di politiche di riduzione del danno. E' quanto chiede Anafe Confindustria, l'associazione dei produttori del fumo elettronico in occasione della Giornata mondiale senza tabacco. "Lanciamo un appello al Parlamento e al prossimo Governo - commenta Anafe - con i quali siamo disponibili ad avviare un confronto aperto e costruttivo, affinché le politiche sulla sigaretta elettronica siano orientate e ispirate ad un approccio pragmatico, sulla base di quanto la scienza suggerisce in materia di rischio ridotto, e non inutilmente proibizionista, sia sotto il profilo regolatorio che fiscale. L’Italia è stato il primo Paese europeo ad introdurre una tassazione sui liquidi da svapo, addirittura anche su quelli senza nicotina, ed è tutt’ora l’unica, tra le grandi economie del continente, a tassare le e-cig con tutto ciò che ne consegue sia in termini di tutela della salute, sia per quanto riguarda gli ostacoli che vengono messi allo sviluppo delle imprese del settore e al relativo indotto occupazionale". E continua: "L’aspetto più interessante emerso nel corso della Giornata Mondiale Senza Tabacco è che le sigarette elettroniche non rappresentano uno strumento per il reclutamento di nuovi fumatori. Secondo i dati emersi dal Rapporto Nazionale sul Fumo realizzato dall’Osservatorio su fumo, alcol e droga dell’Istituto Superiore di Sanità, sono infatti 1,1 milioni gli italiani che scelgono le e-cig: più del 90% di essi è un attuale o ex fumatore, solo il 7,4% non ha mai fumato prima”. “Bastano queste cifre – conclude l’associazione confidustriale - per capire come uno strumento di riduzione del danno, come appunto la sigaretta elettronica, dovrebbe essere considerato dalle istituzioni sanitarie un alleato per la lotta al tabagismo e alle malattie fumo correlate. E’ l’approccio adottato dal Ministero della Salute della Gran Bretagna che, stimando una riduzione del danno del 95% rispetto alle sigarette tradizionali, considera le e-cig una proposta utile ad incentivare l’abbandono del fumo tradizionale e tutte le sostanze nocive che la combustione sprigiona”.

“Il fumo uccide e genera malattie, puntiamo a soluzioni meno dannose”

"Il vero problema del fumo sono le tossine che vengono sprigionate dalla combustione. Il nostro obiettivo è quello di portare nel 21esimo secolo prodotti che sostituiscano quelli che nel secolo scorso hanno fatto diventare il fumo una tematica di dibattito a livello planetario". Parole di Eugenio Sidoli, amministratore delegato di Philip Morris Italia, ai microfoni di Sanità Informazione. Una posizione che la dice lunga sulle intenzioni della multinazionale per i prossimi decenni. Ed ha aggiunto: "Il fumo uccide e genera malattie, è un fatto noto e la nostra azienda ha deciso di prendersi impegni molto precisi per sviluppare alternative ai prodotti da fumo che siano meno dannose per la salute dei fumatori. È importante sottolineare come questi non siano prodotti esenti da rischio, non sono neanche prodotti disegnati per far smettere di fumare. Sono stati invece disegnati per chi o non ha intenzione di smettere oppure semplicemente non ci riesce. Ovviamente, tutti quelli che hanno un problema con il fumo dovrebbero smettere di fumare. Per chi invece vuole continuare a farlo, le alternative che la nostra azienda sta sviluppando rappresentano delle ottime alternative. In questi ultimi due anni, da quando cioè abbiamo lanciato questi prodotti, hanno dato prova di avere il potenziale giusto per poter sostituire, anche in modo permanente, la sigaretta combusta - conclude Sidoli - dando un’alternativa a chi aveva l’abitudine del fumo. Alternativa che dà comunque la parte di piacere riducendo, potenzialmente, il rischio per la salute in modo significativo. La ricerca ci ha fatto capire che il vero problema del fumo sono le tossine che vengono sprigionate dalla combustione del tabacco, della carta e di tutte le componenti che ci sono nella sigaretta".