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Pacco di Natale, in distribuzione il nuovo numero del bimestrale cartaceo

Anticipiamo l'editoriale del direttore nel nuovo numero di Sigmagazine bimestrale in distribuzione da domani. Nella foto di copertina, Debora Di Bari ritratta in occasione della manifestazione nazionale del 29 novembre. Cinquecento euro di tassa per un litro di prodotto che ne costa 20; introduzione dell'illecito di contrabbando; negozi e distributori sotto Monopolio; produttori accusati di evadere il fisco per milioni di euro; shop online drasticamente ridimensionati. L’Italia è l'unico Paese del mondo occidentale a considerare la sigaretta elettronica più dannosa del fumo e per questo la rende anche più costosa delle sigarette. Mentre in Inghilterra il governo la consiglia e la supporta come strumento di riduzione del danno, il nostro governo la vieta e la ostacola per interesse erariale, come da parole dei giudici costituzionali che potete leggere voi stessi nel documento che abbiamo scelto di pubblicare in maniera integrale a partire da pagina 16. L’autunno gelido del vaping è stato caratterizzato da manifestazioni di piazza, incontri pubblici, riunioni private: prima dell’approvazione della legge di Bilancio si era tentato in tutti i modi di parare l'affondo governativo. Non si è riusciti a correggere l’emendamento Vicari, né a cambiare direzione con il cosiddetto emendamento Rotta-Boccadutri-Abrignani che, anzi, per strane alchimie accadute in Commissione bilancio, introduce sotto certi aspetti limitazioni ancora più rigide. Ancora una volta, il governo ha fatto trovare uno sgradito regalo sotto l'albero degli operatori del vaping. Un vero e proprio pacco di Natale. 
Un mese di discussione e dialogo, scontri e confronti tra politica, lobby e associazioni non è servito a far cambiare idea al Ministero delle Finanze. Fa specie che il ministro della Salute non sia mai intervenuta nel dibattito. Beatrice Lorenzin è rimasta impassibile osservatrice. Il suo prolungato silenzio, purtroppo, è però valso più di mille parole.
 Nonostante la comunità scientifica abbia ormai messo un punto esclamativo sull'effettiva capacità della sigaretta elettronica di ridurre il danno, l'Italia penalizza, monopolizza, sanziona, accentra e tassa. Inspiegabile. Incommentabile. Ridicolo. Vergognoso.

Aise, nuova associazione di scopo a difesa di negozianti e vaper

Una nuova associazione si affaccia alla ribalta nel settore del vaping. Aise, acronimo di Associazione italiana sigarette elettroniche, è nata come punto di aggregazione di negozianti e consumatori per cercare di contrastare l'assalto governativo nei confronti del settore. In sostanza, si potrebbe definire un'associazione di scopo che promuove le azioni legali e i ricorsi contro le nuove norme ritenute vessatorie e antilibertarie. La prima riunione si è tenuta a Torino la sera di mercoledì 3 gennaio. Una trentina di negozianti hanno partecipato ed ascoltato la relazione e i consigli di Iacopo Annese, il consulente legale che affiancherà gli associati e suggerirà loro le strategie da percorrere. Il direttivo di Aise è composto da Alessandro Fassina (Smo-kings Alessandria), Emilia Saracino (Smokies Cologno Monzese), Piero Monaco (Zerovice Montichiari), Michele Matera (Outlet della sigaretta elettronica), Walter Cacciatore (Outlet della sigaretta elettronica), Alessia Marmo (Smokies Pavia), Mirco Tola (Smokies Rozzano), Enrico Pertusio (Fumo bianco-rosso Bari). La quota annuale per associarsi è di 130 euro. Una formula innovativa prevede che anche i consumatori possano associarsi dietro presentazione di un rivenditore: la quota per loro è di 12 euro, somma che dà diritto di ricevere tre buoni acquisto da 4 euro ciascuno utilizzabili presso il punto vendita proponente. Programmati altri incontri pubblici di presentazione che si svolgeranno in varie città d'Italia. Tra le prime: Roma, Bari e Milano.

Carabinieri Nas, sigarette elettroniche: bilancio attività operativa 2017

Il Comando dei Carabinieri per la Tutela della Salute (Nas) ha diffuso i dati circa l'attività operativa svolta nel 2017. In particolare, per quanto riguarda il settore della sigaretta elettronica, sono stati 259 i controlli effettuati dai Nas nel corso del 2017 in altrettanti negozi specializzati di sigarette elettroniche. Tredici di questi hanno presentato irregolarità che hanno portato al sequestro di 260 flaconi di ricarica. L'illecito più frequente è stato riscontrato nell'etichettatura che non presentava in maniera completa le disposizioni di legge. Spesso si tratta di liquidi provenienti dall'estero o acquistati presso distributori non verificati o dotati di deposito fiscale. Le sanzioni amministrative erogate sono state in totale 13. Secondo il principio del "danno emergente, lucro cessante", al negoziante è comminata una sanzione amministrativa, il sequestro della merce e l'obbligo di smaltimento. Questo tipo di irregolarità, anche se ripetute nel tempo, non sono causa di chiusura dell'attività ma continuanno ad essere sanzionate con ammende amministrative. I controlli nei confronti dei negozi di ecig rientrano in una più vasta attività generale di controllo e prevenzione su scala nazionale. Nel 2017, in totale i carabinieri dei NAS hanno effettuato 49.700 interventi, dei quali 14.909 hanno evidenziato irregolarità amministrative o penali (pari al 30% dei controlli). Le attività di indagine hanno consentito di acclarare gravi episodi di criminalità conclusisi con l’arresto di 154 persone ritenute responsabili di rilevanti illeciti penali e la denuncia all’Autorità Giudiziaria di altre 4.495. Significativo il valore delle violazioni rilevate nel corso delle attività ispettive ed investigative: oltre 9.700 il numero dei reati contestati e 18.262 quello riferito alle sanzioni amministrative pecuniarie, per un valore di oltre 17 milioni di euro. Nel comparto della sicurezza alimentare i controlli hanno interessato circa il 60% degli interventi complessivi (circa 30 mila verifiche). Gli obiettivi risultati non conformi alle normative di settore sono stati il 38% del totale, pari a 11.256 aziende o società con criticità lievi o importanti. Sebbene la normativa che disciplina il settore alimentare sia significativamente depenalizzata, le verifiche dei NAS hanno comunque determinato l’arresto di 17 persone e la denuncia all’A.G. di 1.296 titolari di esercizi o strutture per reati riconducibili all’associazione per delinquere finalizzata alla sofisticazione di sostanze alimentari, vendita di alimenti nocivi o pericolosi per la salute o in cattivo stato di conservazione; inoltre sono state segnalate 9.278 persone alle Autorità Amministrative per violazione delle normative di autocontrollo alimentare, etichettatura e tracciatura dell’origine dei prodotti. L’esecuzione di mirati servizi preventivi e repressivi sul territorio nazionale hanno consentito di individuare e sequestrare oltre 18 mila tonnellate e 100 mila confezioni di alimenti irregolari, potenzialmente pericolosi per la salute dei consumatori, sottratti prima dell’immissione al consumo. Inoltre sono stati eseguiti provvedimenti di chiusura/sospensione dell’attività o di sequestro nei confronti di 1.514 strutture, attività commerciali e di somministrazione della filiera alimentare, per un valore stimato in 386 milioni di euro. Nel comparto farmaceutico-sanitario, altra macro-area di strategica importanza per la salute del cittadino, le verifiche hanno interessato 18.967 obiettivi, tra strutture sanitarie e socio-assistenziali pubbliche e private, aziende della filiera del farmaco, ditte di distribuzione e vendita di giocattoli, cosmetici e articoli vari. Di queste 3.480 sono risultate non conformi alle normative vigenti. In tale contesto 133 sono state le persone tratte in arresto per reati contro la pubblica amministrazione quali corruzione, peculato, truffa al servizio sanitario, maltrattamenti ed altri illeciti penali gravi. Ulteriori 3.150 persone sono state denunciate alle competenti Autorità Giudiziarie e 1.862 segnalate alle Autorità Amministrative. Le irregolarità rilevate nel corso delle verifiche sono state 10.090, il 70% delle quali di rilevanza penale, con irrogazione di complessivi 3 milioni e 60 mila euro di sanzioni pecuniarie. Nel complesso, le attività hanno portato al sequestro o alla sospensione dell’attività di 169 strutture, quali ambulatori medici e dentistici, strutture ricettive per anziani, laboratori di analisi e aziende commerciali di prodotti ad uso sanitario e medicale, per un valore complessivo di oltre 121 milioni di euro. Contestualmente sono stati individuati anche canali distributivi illeciti di sostanze farmaceutiche vietate o prive di autorizzazione al commercio, operando il sequestro di 106 mila confezioni di medicinali e oltre 98 mila compresse, capsule e fiale di farmaci sfusi illegali e contraffatti, anche ad azione stupefacente, anabolizzante e dopante. L’attività svolta dai Carabinieri del NAS a tutela del consumatore si è indirizzata anche al controllo dell’importazione e distribuzione di prodotti non alimentari, potenzialmente pericolosi per la salute poiché privi di marcatura CE e di adeguate indicazioni di sicurezza: in tale contesto, anche con il supporto del sistema di allerta rapido imperniato presso il Ministero della Salute, sono stati sequestrati e sottratti alla vendita oltre 1 milione e 274 mila prodotti non idonei tra articoli da regalo, casalinghi, dispositivi elettrici e luminarie, sigarette elettroniche e relative ricariche, per un ammontare di oltre 4 milioni di euro. Di questi, oltre il materiale del vaping di cui abbiamo dato notizia, quasi 950 mila erano giocattoli ed articoli destinati ai bambini, bloccati soprattutto nelle aziende di distribuzione all’ingrosso nei periodi concomitanti alle varie festività stagionali, prima dell’acquisto.

Riscaldatori di tabacco, Bat paga ancor meno di Philip Morris

Mentre il mondo del vaping tra novembre e dicembre era impegnato a salvaguardare la propria sopravvivenza, le multinazionali del tabacco hanno formalmente ottenuto l'autorizzazione alla vendita di nuove sigarettine di ricarica per i loro riscaldatori di tabacco. Philip Morris ha presentato un'ulteriore cartuccia di ricarica per Iqos, Bat ha invece ottenuto l'autorizzazione per la vendita di un nuovo prodotto: la marca di tabacco da inalazione senza combustione Dunhill Neostiks Yellow. L'aspetto interessante è che, a differenza del riscaldatore Pmi, Bat ha descritto  nella scheda tecnica di presentazione che tali prodotti sono costituiti “da bastoncini (Stick) cilindrici di tabacco realizzati con tabacco ricostituito al 100%" e che "gli stik individuali vengono inseriti in un dispositivo di riscaldamento controllato elettronicamente per poter essere consumati”. Ma, soprattutto - ed è qui la novità - che tale dispositivo di riscaldamento elettronico "è l’unico con il quale tale prodotto può essere utilizzato” e, viceversa, “gli stick non possono essere utilizzati senza il dispositivo”. L'esclusività dell'utilizzo delle ricariche ha consentito che l'equivalenza fiscale venisse effettuata effettivamente sul prodotto originale di Bat, senza effettuare alcuna media di consumo con altri dispositivi analoghi come invece accadde con le sigarette elettroniche. La misurazione ha fatto sì che il nuovo ricaldatore di tabacco di Bat abbia un'accisa ulteriormente ribassata rispetto quella di Philip Morris. Fissato il prezzo di vendita di una confezione a 5 euro, l'accisa corrispondente è di 0,768 euro, ovvero 0,0384 euro per ogni stick. L'accisa per le ricariche di Iqos, nella fattispecie Heets Blue Label, è invece di 1,2752 euro per confezione (vendita a 5 euro), ovvero 0,06376 euro per singolo pezzo, quasi il doppio rispetto analogo prodotto della multinazionale concorrente. Considerando che il prezzo è imposto in 5 euro, la minor tassazione equivale a maggiori guadagni per Bat. Probabilmente la ricarica di Bat conterrà anche meno tabacco rispetto Iqos ma la percezione del prodotto agli occhi del fumatore è identica. La differente pressione fiscale porterà semplicemente una maggiore forbice di guadagno. È lampante che il metodo di equivalenza abbia qualcosa che non quadra. Come possono 10 millitri di liquido senza nicotina essere tassati tra cinque e sette volte più del tabacco? Ma soprattutto, ed è questa la vera domanda a cui tutte le parti in causa - legislatore, tecnici, funzionari - dovrebbero rispondere: come si può confrontare un prodotto solido che brucia con un liquido che evapora? Il ragionamento di equivalenza tra tabacco e glicerina aromatizzata non sta in piedi. Se fosse applicato alle accise sui carburanti, sarebbe come paragonare un litro di benzina per autovetture con un quintale di biada per cavalli. E decidere di tassare l'erba secca dieci volte più del petrolio raffinato. O "riscaldato", che dir si voglia.

Sino a 5 anni di carcere per contrabbando di glicerina aromatizzata

La nuova normativa sul vaping approvata all'interno della Legge di bilancio ha introdotto l'illecito di contrabbando anche per i prodotti liquidi da inalazione. Ad eccezione degli aromi, vi rientrano tutte le altre sostanze utilizzate nel vaping: liquidi miscelati con o senza nicotina, glicerina e glicole, sia puri che miscelati tra loro, sia neutri che aromatizzati. Dovrebbe far fede l'indicazione riportata in etichetta con la destinazione d'uso. In attesa della trasposizione normativa, abbiamo simulato quello che potrebbe accadere secondo le equivalenze tra tabacco e liquidi per sigaretta elettronica. Secondo la legge italiana, dal 2016 il contrabbando semplice di tabacchi non è più un reato ma è un illecito amministrativo se il quantitativo introdotto sul territorio nazionale è inferiore ai 10 chilogrammi. In caso di quantitativi maggiori si va incontro ad una pena detentiva e da due a cinque anni e ad una multa di 5 euro ogni grammo convenzionale di prodotto contrabbandato, oltre all'aggiunta di eventuali aggravanti: persona sorpresa a mano armata; tre o più persone riunite e in condizioni tali da frapporre ostacolo agli organi di polizia; casi di contrabbando connessi con altri delitti commessi contro la pubblica fede o contro la pubblica amministrazione e quelli commessi da soggetto associato per commettere delitti di contrabbando che abbia commesso uno degli illeciti per i quali l'associazione sia stata costituita. Sanzioni amministrative per contrabbando sino a 10 chilogrammi. Le sanzioni dovrebbero essere riparametrate secondo l'equivalenza tra tabacco e liquido: 1 millilitro corrisponde a 11 sigarette (5,5 con lo sconto per la riduzione del danno). Ne consegue che ventidue sigarette corrispondono a 2 millilitri. Per semplicare i conti, utilizzeremo la semplificazione di un pacchetto di sigarette equivalente a 2 millilitri e, di riflesso, una stecca a 20 ml. La legge consente ad ogni viaggiatore frontaliero (cioé che non vive entro 15 chilometri in linea d'aria dal confine di Stato) di portare all'interno del proprio Stato non più di venti pacchetti di sigarette. Che, in termini "liquidi" significa 40 ml (poco meno di 80 applicando lo sconto). Ne consegue che, in fase di attraversamento di dogana, non si debbano dichiarare quantità inferiori a tale limite, per la precisione 71 millilitri. Più complicato il discorso sulle sanzioni. La normativa prevede che chi contrabbanda tabacchi lavorati esteri fino a dieci chilogrammi è punito con una sanzione amministrativa da 5 mila sino a 50 mila euro, oltre al pagamento dei diritti doganali (che per il vaping dovrebbe equivalere alla tassa evasa) maggiorati da due a dieci volte. E' possibile vedersi ridotta la sanzione di due terzi se il pagamento avviene senza ricorsi entro 60 giorni dall'avvenuta violazione. Anche in questo caso occorre fare riferimento all'equivalenza. Una sigaretta contiene mediamente 1 grammo di tabacco, quindi un pacchetto di sigarette ne contiene 20. Ricordando che lo stesso pacchetto equivale anche a 2 millilitri di liquido, si evince che 20 ml di liquido equivalgono a 200 grammi di tabacco (una stecca). Per cui, un litro  corrisponde a 10 chilogrammi. Avendo lo sconto del 50% per la riduzione del danno, ne consegue che l'equivalenza finale è che 2 litri di sostanza liquida da inalazione (1,7 per effetto dell'approssimazionae) corrisponde a dieci chilogrammi di tabacco. Le sanzioni amministrative per il contrabbando di liquidi si applicano dunque per quantititavi non superiori a 1,7 litri. Reato per contrabbando superiore ai 10 chilogrammi Oltre le aggravanti previste che costituiscono sempre reato, conseguenze penali si hanno anche se il contrabbando supera  il quantitativo equivalente di 10 chilogrammi di tabacco, ovvero un litro di prodotto liquido da inalazione. In questo caso scatta il reato punibile con pene da due a cinque anni di reclusione e una multa di 5 euro ogni grammo. Secondo l'equivalenza, come abbiamo visto, un millilitro di liquido equivale a venti sigarette, ovvero a 20 grammi di tabacco. Ne consegue che la multa è di 20 euro ogni millilitro di liquido contrabbandato. Applicando lo sconto per la riduzione del danno, la cifra scende a 10 euro per millilitro, ovvero 10 mila euro ogni litro di liquido. Sanzioni abnormi che colpiscono prodotti liquidi - glicole e glicerina - che, secondo la scienza, non rappresentano alcun pericolo per la salute umana. E che, secondo la normativa europea di libera circolazione delle merci, non potrebbero essere sottoposti ad alcun vincolo o dazio doganale. Può una semplice definizione in etichetta essere discriminante per determinare un reato? Può una sanzione paragonare sostanze solide a sostanze liquide? Può una equivalenza prevedere che la glicerina aromatizzata possa equivalere a un numero tot di sigarette? È il buon senso a rispondere e la risposta non può che essere una sola: no, non può essere. Siamo convinti che, prima o poi, la magistratura ne prenderà atto. Speriamo che ancora prima, però, possa essere la politica a comprenderlo. Magari con l'ausilio dei colleghi anglosassoni, parlamentari della più antica democrazia del mondo che non a caso agevolano e sostengono la diffusione dei dispositivi di riduzione del danno anche attraverso pubbliche campagne di sensibilizzazione volte a favorirne la diffusione.

Sigarette elettroniche: i fatti e i nomi protagonisti del 2017

Ripercorriamo il 2017 attraverso i volti, i nomi e i fatti che hanno segnato la storia di questo anno. I primi dieci mesi sono stati ricchi di novità, ricerche scientifiche a sostegno della riduzione del danno, pubblicazioni a favore del vaping. Gli ultimi due hanno segnato invece un triste punto di non ritorno, con l'assoggettamento della filiera sotto la gestione di Aams. L'Italia va in controtendenza: mentre altri, anglosassoni su tutti, liberalizzano e promuovono, il nostro governo tassa e monopolizza. Gennaio 5 gennaio – Lo Stato della California introduce la licenza per sigarette elettroniche. In Italia si apre il dibattito sulla necessità di regolamentare il comparto attraverso patentino. 11 gennaio – Il Ministero della Salute specifica che i liquidi senza nicotina possono essere venduti ai minori, salvo diversa volontà del produttore espressa in etichetta. 19 gennaio – Prima edizione di Exvapo, la fiera della sigaretta elettronica di Napoli. 30 gennaio – Vaporart acquisisce Superflavor. Febbraio 3 febbraio - Sony Italia prende le distanze dall'uso improprio delle batterie Vtc. 6 febbraio – Team di ricerca mette a confronto gli effetti del fumo e del vapore su modello polmonare in 3D. 10 febbraio – I liquidi per sigarette elettronica cominciano ad attirare i primi testimonial che firmano la ricetta. 23 febbraio – Medici e scienziati francesi redigono un prontuario sui benefici della sigaretta elettronica. Marzo 1 marzo – Esce il primo numero della rivista cartacea specializzata in vaping: Sigmagazine bimestrale. 2 marzo – Ribilio acquisisce Tnt-Vape. 8 marzo – Philip Morris cambia pelle per “un futuro senza fumo”. 13 marzo - Con il vaping non si passa al fumo, lo dice anche la scienza. 21 marzo - Debrett’s pubblica il Galateo del vaping 23 marzo – Accordi societari: Gregorio Lo Porto (Lop) e Arcangelo Bove (Svapoweb) danno vita a International Vape. 25 marzo – Agenzia britannica diffonde analisi statistica 2010-2017: dove aumentano negozi di sigarette elettroniche diminuiscono i fumatori. 26 marzo – Nasce una nuova associazione dei negozianti di ecig. Si chiama Ansi (poi UniEcig). Antonella Panuzzo eletta presidente. Aprile 6 aprile – Ricerca dimostra che l'efficacia della sigaretta elettronica è inversamente proporzionale ai divieti imposti dagli Stati. 21 aprile – Per la prima volta Roberta Pacifici, direttore Istituto superiore di sanità, interviene nel dibattito su vaping e riduzione del danno. 27 aprile - Proiezione di mercato ecig 2017-2025: +600% Maggio 8 maggio – In Gran Bretagna i vapers esclusivi superano consumatori duali 11 maggio – Analisi europea dimostra che l’Italia punisce la sigaretta elettronica più del tabacco. 20 maggio – Grande successo per la terza edizione di Vapitaly, la fiera internazionale della sigaretta elettronica di Verona: oltre 23 mila presenze. 21 maggio – Anche in Italia entra in pieno vigore la Tpd. 25 maggio – Torna sul mercato LiquidRefill, storico marchio del vaping. 30 maggio – Università di Bologna diffonde studio con dati inesatti e imprecisi sulla tossicità della sigaretta elettronica. Sollevazione della comunità scientifica contro il metodo utilizzato. Giugno 5 giugno – Pubblicato l’Eurobarometro: il 14 per cento dei fumatori europei è passato alla sigaretta elettronica. 8 giugno – Ricerca scientifica dimostra che utilizzare la sigaretta elettronica non comporta alcun rischio alle vie aeree e ai polmoni. 16 giugno – Nel Regno Unito superati i 3 milioni di svapatori. È boom tra le donne. 17 giugno – Su candidatura di Sigmagazine, Riccardo Polosa è insignito con l’Oscar europeo della Ricerca 2017 19 giugno – Elton John sceglie il vaping come protagonista del video della canzone Tiny Dancer 29 giugno – Nasce Coiv, nuova associazione di distributori e catene sigarette elettroniche. Luglio 4 luglio – Il Ministero della salute pubblica l’elenco di tutti i prodotti del vaping notificati attraverso il portale europeo. 12 luglio – Lo storico brand Categoria annuncia che alla distribuzione nelle farmacie affiancherà anche quella nei negozi specializzati. 14 luglio – La Fondazione Veronesi: “Le sigaretta elettronica non avvicina i giovani al fumo” 18 luglio – Il professor Dautzenberg denuncia pubblicamente l’attività di lobbying di British American Tobacco per ottenere buone opinioni scientifiche sul riscaldatore di tabacco. 19 luglio – La Camera dei deputati pubblica l’elenco dei lobbisti accreditati. La filiera del vaping non è rappresentata. 24 luglio – L’antitrust obbliga i web influencer a segnalare l’eventuale pagamento per i video o le foto pubblicate sui social. 27 luglio – L’Università della California conferma che la sigaretta elettronica fa smettere di fumare. Agosto 8 agosto – Pubblicata ricerca secondo cui la tossicità della sigaretta elettronica è inferiore del 99% al fumo. 9 agosto – Giovanni Kessler, magistrato, ex deputato Pd, già direttore dell’Olaf, nominato nuovo direttore di Aams. 11 agosto – Secondo il rapporto dell’istituto Hexa Research, il mercato della sigaretta elettronica toccherà i 44 miliardi di dollari entro sette anni 28 agosto – Acciaio, rame, ottone: dimostrato che nei tubi meccanici uno vale l’altro. Settembre 15 settembre – Ferrero Italia denuncia aziende del vaping per uso inappropriato del marchio. 17 settembre – Il professor Fabio Beatrice dimostra che la sigaretta elettronica non provoca danni al cuore. 19 settembre – L’associazione dei dentisti italiani dice che con la sigaretta elettronica si riducono del 90 per cento le malattie orali. 21 settembre – Apre a Ciampino (Rm) VapEat, il primo vape-ristorante. 27 settembre – Dopo quello del Regno Unito, anche il sistema sanitario scozzese "sponsorizza" la sigaretta elettronica. Ottobre 3 ottobre – Convegno in Senato sulla riduzione del rischio. 4 ottobre – La Germania raggiunge i 4 milioni di svapatori. 6 ottobre – Settanta medici australiani pubblicano appello a sostegno della sigaretta elettronica. 17 ottobre – Anche la Nuova Zelanda inserisce la sigaretta elettronica nel piano sanitario nazionale. 20 ottobre – L’Organizzazione mondiale di Sanità nomina il sanguinario Mugabe come ambasciatore di salute. In seguito a critiche e protesta dovrà revocare la nomina. 23 ottobre – Ricerca italiana dimostra che la sigaretta elettronica è 57mila volte meno dannosa del fumo. 26 ottobre – Il Parlamento inglese annuncia apertura commissione per raccogliere prove a sostegno del vaping. Audito anche il professor Riccardo Polosa. 28 ottobre – Arrestato Ramon Vallar, fondatore della catena Smooke, con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. Novembre 3 novembre – EcigIntelligence pubblica indagine con le statistiche di vendita e fatturato dei negozi italiani di sigarette elettroniche 4-5 novembre – A Roma si tiene VapitalyPro, la fiera B2B dedicata agli operatori del vaping. 9 novembre – Papa Francesco dispone la chiusura della tabaccheria del Vaticano 14 novembre – In Senato approvato l’emendamento proposto dalla senatrice alfaniana Simona Vicari. Il settore del vaping passa sotto la gestione del monopolio di Stato; introdotto il divieto di vendita online per i prodotti soggetti a Tpd. 15 novembre – La Corte costituzionale giudica legittima l’imposta sui liquidi di ricarica sia con che senza nicotina. Le aziende costrette a pagare decine di milioni di euro di pregresso non versato a seguito di sospensiva del Tar. 29 novembre – Manifestazione nazionale del comparto Fumo elettronico. In piazza produttori, negozianti, consumatori, politici e rappresentanti della comunità scientifica. Dicembre 6 dicembre – Come disposto dal parlamento, entra in vigore il divieto di vendita online dei liquidi con nicotina. 13 dicembre – Anafe è scossa da un terremoto interno. In seguito ad una intervista rilasciata dal presidente Mancini, alcuni soci si dimettono in dissenso. 18 dicembre – L’emendamento Rotta Boccadutri propone di ricalibrare la normativa sul vaping. Uscirà un testo di legge ancora più restrittivo: divieto di vendita online di tutti i liquidi, nessuna rimodulazione del debito pregresso, tassa piena su tutti i liquidi con o senza nicotina. Unico alleggerimento sul fronte negozi: occorrerà semplice autorizzazione e non più una licenza Aams. 22 dicembre – Oscurati i primi siti per vendita online di liquidi con nicotina 29 dicembre – Nuove frontiere commerciali per i negozi del vaping: la cannabis legale

Negozi di sigarette elettroniche aprono alla cannabis legale

È la moda del momento. Oltre quattrocento negozi specializzati diffusi su tutto il territorio nazionale più altrettanti punti vendita non esclusivi. E i numeri aumentano di giorno in giorno. La vendita di infiorescenze di cannabis pare essere diventata il nuovo business anche per i rivenditori del vaping. In sei mesi sono state acquistate in tutta Italia 15 tonnellate di fiore di canapa da una ottantina di aziende agricole; nello stesso periodo al pubblico sono stati venduti circa 125 mila barattoli. Il mercato è dunque in piena espansione, anche se la normativa è ancora indefinita. Le infiorescenze di canapa sono legali se rispettano i limiti di Thc imposti dalla legge, ovvero non superiori allo 0,6 per cento. Una concentrazione che non provoca alcun effetto se non un blando rilassamento, alla pari di una buona camomilla. L'articolo 2 della legge 242 del 2016 stabilisce che la canapa coltivata può essere utilizzata per: produzione di alimenti e di cosmetici esclusivamente nel rispetto delle discipline dei rispettivi settori; fornitura di semilavorati, quali fibra, canapulo, polveri, cippato, oli o carburanti alle industrie e alle attività artigianali di diversi settori, compreso quello energetico.; coltivazioni destinate alla pratica del sovescio; materiale organico destinato ai lavori di bioingegneria o diversi prodotti utili per la bioedilizia; coltivazioni finalizzate alla fitodepurazione per la bonifica di siti inquinati; coltivazioni dedicate alle attività didattiche e dimostrative nonché di ricerca da parte di istituti pubblici o privati; coltivazioni destinate al florovivaismo. Ma, nonostante questo, il business è ormai diffuso. Anche la cannabis legale si trova un una sorta di limbo normativo: non esiste alcuna destinazione d'uso sul prodotto così come non esiste una regolamentazione  sulla rete vendita, sia essa fisica o online. Su molte etichette c'è scritto "materiale per uso tecnico", su altre "germogli a tutela della varietà". Insomma, cavilli ed escamotage già visti anche nel vaping. Oltretutto le aziende produttrici e distributrici scrivono in evidenza che il prodotto non è atto alla combustione. Eppure si può fumare. È la classica ipocrisia della legge italiana. Più o meno come accade per le cartine lunghe in vedita nelle tabaccherie: nessuno fuma sigarette lunghe ma vengono comprate per fare le canne, quelle sì con erba ad alta concentrazione di Thc. I negozi di vaping hanno sempre avuto come marchio il sostegno della salute pubblica, nonostante lo scarso interesse delle istituzioni sanitarie. E proprio questo dovrebbe continuare ad essere il leitmotiv della battaglia: vapore non è fumo. È più che comprensibile, quasi auspicabile, che in un momento di enorme difficoltà i negozianti cerchino delle strategie di sopravvivenza. Eppure è opportuno porsi un problema di credibilità nel momento in cui si propone in vendita un prodotto che può essere fumato, può essere arrotolato in una cartina, può essere bruciato e combusto. A questo punto chiedere di essere riconosciuti come fautori della salute pubblica può diventare più difficile. Il commercio, ovviamente, è libero. Si può compravendere ciò che si vuole rimanendo nei limiti della legalità e nel rispetto delle norme. Ma a volte la coerenza e la credibilità dovrebbero prevalere sugli affari, soprattutto se questi offrono una soluzione effimera. Perché c'è da stare certi che, prima o poi, anche in questo ambito Aams interverrà a mettere tutti d'accordo e scrivere le regole.