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Sigaretta elettronica, entra in scena la Camera: ecco tutti gli emendamenti

Molte le ipotesi che la Commissione Bilancio della Camera dovrà vagliare e eventualmente votare. I 5 Stelle chiedono la soppressione dell'articolo intero derivante dall'emendamento Vicari. Ma la battaglia sarà verosimilmente sulle ipotesi di modifica di Ap, FI e Pd. Tutti gli emendamenti tendono ad alleggerire la nuova normativa sulle sigarette elettroniche introdotta dal Senato.

Manifestazione sigarette elettroniche, indicazioni per autobus

Sono stati comunicati questa mattina alla Questura i dati relativi agli autobus che traspoteranno mercoledì mattina i manifestanti in piazza Montecitorio. Chi si è affidato ad una compagnia di noleggio potrà seguire le indicazioni dell'autista. Chi invece non ha indicazioni potrà comunicare all'autista una di queste soluzioni di parcheggio a lunga sosta nelle aree di interscambio, a seconda del casello di ingresso in città: Osteria del Curato - Via Vincenzo Giudice - Stazione Metro A Anagnina ZTL2 Ponte Mammolo - Via delle Messi d'Oro - Stazione Metro B Ponte Mammolo ZTL2 Laurentina - Via Francesco de Suppè - Stazione Metro B Laurentina ZTL2 Piazzale Pier Luigi Nervi - Stazione Metro B Eur Fermi ZTL2 Con la Metropolitana A bisogna scendere alla fermata Piazza di Spagna quindi raggiungere a piedi via del Corso e raggiungere piazza Montecitorio di fronte la Galleria Alberto Sordi oppure scendere alla fermata Barberini-Fontana di Trevi e percorrendo interamente via del Tritone si giungerà direttamente in piazza Montecitorio. Con la Metropolitana B occorre invece scendere alla fermata Termini per poi salire sulla Metro A e scendere quindi in Piazza di Spagna o Piazza Barberini-Fontana di Trevi. Gli autobus in possesso di permesso d'ingresso all'interno della città (ZTL1) potranno sostare per il solo tempo di discesa dei passeggeri presso: Via del Traforo (Fontana di Trevi); Via Leonida Bissolati (Via Veneto, Piazza Barberini); Via Ludovisi (via Veneto, Piazza di Spagna). Gli autobus con permesso ZTL2 potranno invece fermarsi in Viale Washington (Villa Borghese, Piazza del Popolo).

Manifestazione nazionale Roma: obblighi e formalità per gli autobus

Gli autobus diretti alla manifestazione di piazza Montecitorio hanno bisogno di autorizzazione e necessitano di esser conosciuti dalle forse dell'ordine. I referenti di ogni comitiva devono mandare una mail al coordinamento centrale, redazione@sigmagazine.it segnalando la città di partenza, il numero dei passeggeri, l'orario di arrivo presunto e i contatti del referente per l'intera comitiva. La scadenza è domani mattina alle ore 9. quelli composti in seguito dovranno ugualmente dare ccomunicazione ma ci saranno formalità differenti. Procedete con la comunicazione soltanto se avete assoluta certezza della presenza dell'autobus. Dare comuniczione della presenza di un autobus che poi non sarà effettivamente circolante potrebbe mandare a monte l'intero piano di sicurezza e di viabilità. È richiesta collaborazione e buonsenso da parte di tutti. Non diffondiamo notizie allarmistiche o numeri irreali solo per dimostrare che "noi ci siamo". Le regole per entrare in città con i bus sono ferree. Si prega di dunque di non partire con improvvisazione ma di comunicare quanto richiesto. Mancano tre giorni alla manifestazione: saranno i fatti a parlare. Fino a quel momento è bene tenere un basso profilo e coordinarsi con la redazione di Sigmagazine per qualunque dubbio, info o necessità. Seguiranno comunicazioni con altre formalità da dover espletare. È importante in questa fase accentrare tutte le comunicazioni per avere un coordinamento unico. Ci siamo fatti garanti di fronte le forze dell'ordine quindi occorre evitare qualsiasi fuga in avanti che potrebbe portare danni all'intera manifestazione, pregiudicando quindi il buon esito anche agli occhi dei media che saranno presenti in piazza sin dalle prime ore del mattino.

Manifestazione nazionale, linee guida e codice di comportamento

C'è fermento tra gli operatori del vaping. A sole 24 ore dall'annuncio della manifestazione di piazza, sono nati decine di piccoli comitati spontanei di aggregazione per organizzare il trasferimento a Roma. Chi in treno, chi in auto e chi in autobus, la mattina di mercoledì 29 piazza Montecitorio sarà testimone di quella che si preannuncia come la più importante e partecipata manifestazione di settore. In concomitanza, è stato indetto anche un giorno di serrata generale dei negozi su strada e online al motto "Chiudiamo oggi per restare aperti aperti domani". Al fine di garantire sicurezza a tutti i partecipanti e onde evitare inutili e dannosi strascichi polemici, oltre a conseguenze penali per i responsabili, pubblichiamo alcune linee guida di comportamento da adottare in sede di manifestazione. -L'area di piazza Montecitorio interessata dalla manifestazione è compresa tra la Colonna Antonina e l'Obelisco, in un punto che sarà delimitato la mattina stessa del 29. Secondo i dati della Questura, in piazza Montecitorio possono essere ospitate 500 persone. In caso di partecipazione superiore attendere le istruzioni che saranno concordate dalla Questura con gli organizzatori della manifestazione; -Non accedere alla piazza con aste o bastoni, neppure se servono per innalzare bandiere. Men che meno con il volto coperto da sciarpe o passamontagna. Le misure antiterroristiche sono severe. -Non sono previsti banchetti, palchi o gazebo: non c'è stata la possibilità materiale di chiedere il permesso di occupazione del suolo pubblico. Ma, in quel caso, difficilmente la Questura avrebbe concesso l'autorizzazione; -Lo spirito della manifestazione è la salvaguardia del posto di lavoro di migliaia di persone. Vi esortiamo a mantenere un atteggiamento propositivo e non distruttivo o ingiurioso. Sono consigliati cori, slogan, pettorine, striscioni con contenuti "per" e non "contro" qualcuno o qualcosa. Gli agenti di polizia hanno la facoltà di sequestrare e non far innalzare vessilli inneggianti all'odio o contenenti messaggi volgari, ingiuriosi o razzisti; -Per l'immagine del settore e l'obiettivo della protesta che punta alla salvaguardia del lavoro, è consigliabile non fare nuvoloni, non esibirsi in gare di cloud chasing. L'obiettivo non è coprire di vapore la piazza perché avrebbe un effetto ludico-ricreativo controproducente. Si consiglia quindi di utilizzare atom da guancia. Ma è anche auspicabile che eventuali fumatori evitino di accendersi la sigaretta durante la manifestazione e, se proprio non possono farne a meno, si allontanino momentaneamente dal cuore della manifestazione. -Alle ore 13,15 il sit-in sarà dichiarato formalmente concluso, eventuali responsabilità soggettive ricadranno sui singoli manifestanti. -Le previsioni meteo non sono incoraggianti. È preferibile non portare ombrelli ma dotarsi di impermeabile o k-way con cappuccio. Ulteriori aggiornamenti seguiranno nelle prossime ore e sino all'approssimarsi dell'evento.

MANIFESTAZIONE NAZIONALE FUMO ELETTRONICO

Mercoledì 29 novembre. Ore 8,30. Piazza Montecitorio. Il fumo elettronico si farà sentire. A tutela del lavoro, della salute, di migliaia e migliaia di persone che in questi ultimi anni hanno investito tempo e denaro credendo in un futuro migliore. Produttori, distributori, negozianti su strada, rivenditori online: di fronte agli artigli dello Stato e del Monopolio nessuno può credersi o dirsi salvo. Se perde uno, uno soltanto, abbiamo perso tutti. Non ci sono interessi di parte e non ci sono bandiere. Mercoledì 29 in piazza ci saranno i lavoratori del comparto fumo elettronico. I lavoratori di una filiera che ogni anno fattura circa 600 milioni di euro e che permette di sopravvivere a circa 30mila persone. Ci saranno i giovani che hanno investito i soldi dati in prestito dai genitori; ci saranno i negozianti di mezza età che hanno saputo ritagliarsi una seconda possibilità e opportunità lavorativa; ci saranno gli imprenditori che hanno investito centinaia di migliaia di euro e ora potrebbero vederli svanire. In un periodo di crisi strutturale, il comparto del fumo elettronico era tra i pochissimi che in questi anni ha sempre segnato un trend positivo. Purtroppo lo Stato se n'è accorto e non ha esistato a infilarci le mani. In piazza ci saranno tutte le sigle associative del settore, ci saranno gli esponenti politici che ci hanno supportato sino ad ora, ci saranno i media che riprenderanno e daranno enfasi alla protesta legittima e condivisa. In piazza non ci saranno nuvoloni, non ci saranno esibizioni o rappresentazioni ricreative della sigaretta elettronica. In piazza ci saranno donne e uomini, giovani e meno giovani, datori di lavoro e dipendenti. Il lavoro prima di tutto. Quel lavoro che ci siamo costruiti, creati, in cui abbiamo creduto. E che ora un drappello di parlamentari rappresentanti di qualche interesse di parte ci vuole  sottrarre. Per qualunque informazione organizzativa è sufficiente contattare il referente delle associazioni di categoria oppure scrivere alla mail di Sigmagazine: redazione@sigmagazine.it

Sensibilizzare per immagini: il video-manifesto sulla sigaretta elettronica

Se in queste ore le associazioni del vaping sono impegnate nella salvaguardia del settore visto soprattutto come parte di un business, sono decine le iniziative spontanee nate per volontà di consumatori o organizzazioni indipendenti che lo sostengono per esperienze dirette. Dalle petizioni alla condivisione di articoli, dai messaggi privati ai politici agli appelli pubblici alle istituzioni. DocType, una società di consulenza grafica, ha messo a disposizione la propria competenza ed esperienza per creare un video di sensibilizzazione a sostegno della sigaretta elettronica, mai come in questi ultimi giorni messa a rischio dalla volontà di Stato e Monopolio. L'atmosfera è cupa ma serena, in una stanza ci sono cinque persone sedute in circolo. Ognuno racconta la propria esperienza e i motivi che l'hanno spinto ad utilizzare la sigaretta elettronica. Ma, soprattutto, parla della sua efficacia e dei benefici provati sulla propria pelle sin da subito. Le testimonianze sono molto suggestive: ciascun protagonista parla di un aspetto della propria vita migliorato grazie alla sigaretta elettronica. Dall'odore sui vestiti e in casa, alla possibilità di respirare normalmente, alla riscoperta dei gusti e dei sapori, all'inesistenza di fumo passivo.  Presenti anche i sottotitoli in inglese così le parole potranno essere comprese e condivise ovunque. Simone Casaliggi, titolare DocType, spiega i motivi che l'hanno spinto a ideare e produrre il video: "Mi sento parte di questo settore bello, piacevole, fatto di persone e non di numeri. Viene tolta la libertà di scelta che consentirebbe di smettere di fumare. Il rischio è che la ecig diventi cosa elitaria, per pochi. Tornando indietro di anni. I sottotitoli in inglese servono per dare la viralità necessaria affinché possa raggiungere quante più persone possibile e ci si possa rendere conto dell'utilità e dell'efficacia della sigaretta elettronica, contrariamente a quanto lo Stato pare voglia far intendere". https://www.youtube.com/watch?time_continue=6&v=23Bt1euhFRw

Sigarette elettroniche, Salvini: “O governo fa dietrofront o sarà disastro”

"Se ho un problema di salute vado dal medico, non dal macellaio. E quando entro in tabaccheria so che lo sto facendo per farmi del male". Non usa mezzi termini Matteo Salvini, leader della Lega, a commento delle dichiarazioni del presidente della Fit pubblicate su La Voce del Tabaccaio. Contattato telefonicamente da Sigmagazine, Salvini ha espresso incredulità per quanto sta accadento a livello parlamentare. "La scelta politica del governo rischia di fare disastri su tre fronti. Il primo è sul lavoro, mettendo a repentaglio il futuro di migliaia e migliaia di persone. E molti di questi sono giovani che si sono inventati un futuro avendo la lungimiranza di puntare su un settore nuovo ed in piena espansione. Il secondo fronte è quello della salute perché la sigaretta elettronica disincentiva un'abitudine altamente nociva. Il terzo fronte è quello dello Stato perché se oggi incassa qualche briciola, domani su larga scala ci rimetterà e non poco. Diminuirà, e in alcuni casi si azzererà, il consumo, il numero delle aziende, il fatturato, il lavoro e, di conseguenza, gli introiti erariali". Secondo lei cosa o chi c'è dietro questa scelta politica? "Bella domanda. Non ho una risposta certa ma solo un dubbio: chi ha paura della crescita di questo settore? E sono spinto a pensare che siano le multinazionali del tabacco che non ammettono concorrenza, merito e competizione". Come prevede di muoversi? "Sin da subito voglio sentire una presa di posizione chiara da parte del Ministero della Salute. Vorrei capire come è possibile che uno strumento, che è scientificamente provato che fa meno male, abbia una tassazione se non superiore almeno pari a quella del tabacco. Un ragazzo che si trova a dover spendere 10 euro al giorno per un liquido tornerà immancabilmente alle sigarette. L'aspetto buffo è che le aziende non stanno dicendo che non vogliono pagare le tasse. Stanno solo dicendo che lo Stato esagera chiedendo 4,5 euro ogni flacone. E non posso che dar loro ragione". Se il fisco porterà avanti la rischiesta di incassare la tassa pregressa, anche quella sospesa dal Tar, si prevede la chiusura di gran parte delle aziende. "E il risultato sarà che l'Italia diventerà terra di conquista da parte delle aziende straniere. Anche in questo settore il Governo si dimostrerà così bravo da agevolare gli stranieri che potranno cominciare a lavorare partendo da zero, al contrario delle nostre aziende che invece saranno chiamate a pagare scelte non loro".

Il paradosso delle e-cig: in Italia la scienza non conta nulla

Si chiama strumento di riduzione del danno. Lo dice la scienza. Eppure l'Italia riesce a ribaltare il punto di vista e sferrare contro la sigaretta elettronica un attacco coordinato senza precedenti. Corte Costituzionale e governo hanno - scientemente, permetteteci - strozzato un settore che in pochi anni stava dando risultati certi e credibili in ottica di sanità pubblica. La Corte Costituzionale è fatta da uomini che in quanto tali sono fallibili. E le motivazioni scritte in sentenza lo dimostrano. Non tanto per i contenuti giuridici, che non abbiamo mezzi nè competenze per confutare, ma sulle basi scientifiche e fattuali che sono state utilizzate per scrivere la sentenza. I giudici della Corte hanno definito la sigaretta elettronica uno strumento che introduce al fumo. Una falsità confutata dalla scienza. La sigaretta elettronica è definita, al contrario, uno strumento di riduzione del danno. La ricerca scientifica dimostra che è del 95 per cento meno dannosa della sigaretta tradizionale. Non a caso, il sistema sanitario del Regno Unito la consiglia ai fumatori che vogliono abbandonare la dipendenza dal tabacco. Stiamo parlando di una delle più evolute democrazie occidentali, il Regno Unito. Non lo Zimbabwe o la Corea del Nord, Paesi che invece tanto piacciono all'Organizzazione mondiale della sanità che li eleva addirittura ad esempi da seguire per il resto del mondo. Se a questa interpretazione abbiniamo il colpo di spugna da parte del governo italiano nei confronti dell'hardware e dei liquidi che negli ultimi anni hanno consentito l'uitlizzo di livelli bassisimi di nicotina, ecco che il patatrac è servito. Perché diciamo questo? Perché con la supertassazione dei liquidi senza nicotina e degli aromi, diventaranno costosissimi i sistemi aperti da tiro di polmone. Come sanno tutti gli utilizzatori, sono sistemi che consumano circa 20 millilitri di liquidi al giorno, che  significherebbe dover pagare 10 euro soltanto di tassa, a cui si aggiunge il costo del prodotto. Oltre a cadere, quindi, la forte motivazione del risparmio, per molti svapare sarebbe più costoso che fumare. Rimarrebbero in circolazione soltanto sistemi chiusi o sigarette elettroniche entry-level con coil da 1,5 ohm. Le stesse che non hanno mai abbandonato le vetrine delle tabaccherie e gli shop online delle multinaizonali del tabacco. In sostanza, un passo indietro di almeno tre anni. Il rivenditore specializzato dovrà puntare l'intero suo business nella compravendita di sistemi chiusi, cercando di spiegare al consumatore che quello che si è fatto fino a ieri era tutto sbagliato. Che anche se è riuscito ad arrivare a utilizzare liquidi senza nicotina, ora deve pagare ugualmente la tassa se vuol continuare a svapare a zero.  Che se vuole utilizzare un aroma dovrà altrettanto pagare la tassa. Ma, soprattutto, che deve ricominciare ad usare sigarette elettroniche di vecchia generazione e tornare ad aumentare il livello di nicotina del liquido. Una situazione che, se non coinvolgesse migliaia di lavoratori e milioni di consumatori, si potrebbe definire surreale e ridicola. Invece, proprio per questo, possiamo definirla drammatica.