Testata giornalistica destinata agli operatori del settore delle sigarette elettroniche - Registrazione Tribunale di Roma: 234/2015; Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017 - Best Edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - Partita Iva 14153851002

Fabio Regazzi (Categoria): “Avremo futuro solo se umili, decisi e uniti”

In questi giorni molto rumore stanno provocando gli emendamenti presentati in Senato per rimodulare il settore del vaping. Varie le proposte emendative di cancellazione o variazione della tassazione o di disposizioni normative che stravolgerebbero il comparto. Se sul fronte tassazione nulla potrà essere riscritto, se non tenendo conto della sentenza costituzionale in procinto di emenazione, il riordino del settore invece potrebbe essere disposto in qualunque momento. Sarebbe sufficiente inserire il dispositivo di riassetto all'interno di un qualunque decreto per ritrovarsi ad osservare un altro panorama regolamentare. L'esperienza insegna che anni fa venne utilizzato il cosiddetto Decreto svuotacarceri per attingere finanze a discapito del fumo elettronico e le conseguenza stanno trascinandosi  ancora oggi. Nel turbinìo di ipotesi e scenari, è prevalente l'auspicio di dotare rivendite specializzate e tabaccai di apposita licenza per vendere e maneggiare la nicotina liquida. Una formalità che sposterebbe il mercato della nicotina dentro una rete vendita e distributiva riconosciuta e tracciabile. Più sicurezza, maggior trasparenza, minori prodotti spazzatura. Se i tabaccai posseggono già adeguati requisiti, i rivenditori specializzati dovrebbero essere invece sottoposti a giudizio che possa determinare la liceità di esistenza. In campo sono stati lanciati alcuni parametrati in via di definizione: sembrano prendere sempre più corpo quelli che stabiliscono distanze di tolleranza e fatturati minimi mensili. In questi ragionamenti futuristici, è stata tralasciata la terza gamba della rete vendita: la farmacia. Nata come strumento di riduzione del danno da tabacco, la sigaretta elettronica ha fatto il suo ingresso nel commercio italiano attraverso il canale delle farmacie per poi diventare negli anni uno strumento di massa e di uso ricreativo. "Quando si parla di sigaretta elettronica - commenta Fabio Regazzi, fondatore e titolare di Categoria, marchio dal 2009 presente nelle farmacie e nelle tabaccherie - e di disegni politici volti alla monopolizzazione del mercato, ci si dimentica spesso che esiste una rete vendita, forse di minoranza e di nicchia, ma che è stata fondamentale per lo sviluppo del settore. Il consumatore che si rivolge in farmacia vede nella sigaretta elettronica un reale strumento di riduzione del danno. Sa che non si tratta di un farmaco, ma il blasone e l'autorevolezza del farmacista incidono notevolmente sul giudizio del consumatore". Secondo Regazzi, il quadro normativo che si andrà a delineare non può non tenere conto delle farmacie. "Non si può chiedere ad un farmacista di dotarsi di una licenza per vendere la nicotina liquida, così come non gli si può chiedere di pagare ad esempio mille euro all'anno per mantenerla. Il farmacista deve essere considerato come un valore aggiunto per l'intero settore: se i fatturati possono essere considerati trascurabili, non deve essere così per il blasone farmaceutico di cui indirettamente si dota la sigaretta elettronica". L'hard vaper che necessita di consigli tecnici o di liquidi e strumenti avanzati si ricolgerà al negozio specializzato; il fumatore che vuol provare la sigaretta elettronica probabilmente avrà gioco facile ad acqusitarla in tabaccheria; le persone che devono smettere di fumare anche dietro suggerimento medico probabilmente scegliranno la farmacia e il dispositivo loro proposto dal camice bianco dietro il bancone. "Purtroppo la storia si ripete e ciclicamente dobbiamo sopportare attacchi da vari fronti. Credo però che l'atteggiamento idoneo non sia alzare le barricate e tentare l'arrembaggio dialettico, ne usciremmo ugualmente con le ossa rotta. Credo piuttosto che dovremmo sederci tutti insieme e discutere una exit strategy dall'attuale situazione di stallo. Dovremo però farlo con umiltà, pacatezza e rispetto dei ruoli datoriali, associativi aziendali". Tabaccai, negozi specializzati e farmacie, dunque. Secondo Regazzi è il trittico sufficiente per soddisfare tutte le esigenze della filiera e le richieste dei consumatori. "Non dimentichiamoci - conclude Regazzi - che il vero spauracchio all'orizzonte si chiama grande distribuzione. Se non troviamo un accordo tra di noi e non scriviamo le regole in tempo, rischiamo di esser spazzati via da una potenza distributiva e commerciale a cui non saremmo in grado di resistere".

Vaping, Gianluca Susta (Pd): “Daremo battaglia sino alla fine”

Come ogni anno, i giorni conclusivi di novembre sono molto concitati. Tra emendamenti concordati, respinti, assorbiti e non ammessi, l'umore dei parlamentari è variabile come il meteo in primavera. E, visto che questa sarà l'utima legge di bilancio della legislatura, ognuno cerca di portare a casa un jolly da spendersi in termini di consenso. Gianluca Susta, esperto senatore piemontese, componente dell'intergruppo parlamentare sulla sigaretta elettronica, fa eccezione. È firmatario di un emendamento che vuole normare il settore del vaping, portando la tassazione sulla nicotina per i liquidi da vaporizzazione da valle a monte. Cioé far pagare le aziende nel momento in cui la acquistano per poi spalmare l'imposta proporzionalmente sulle singole unità di flaconi in vendita. In soldoni, vorrebbe dire che le aziende pagherebbero 2 mila euro ogni chilogrammo di nicotina immessa sul mercato. Questo significa che al consumatore finale la tassazione costerebbe 0,25 euro su un flacone di 10 millilitri a 10 milligrammi di nicotina. Una cifra più che accettabile ma che soprattutto non causerebbe contraccolpi nell'economia generale del settore. La seconda parte dell'emendamento chiede altresì che l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli tiri una riga sopra i debiti fiscali fino ad oggi accumulati dalle aziende e concordi una cifra forfettaria in grado di fare "pari e patta". Il realismo politico di Susta anticipa però ogni domanda di sorta: "Sarà molto difficile che il governo prenda in considerazione questo emendamento. In ogni caso daremo battaglia fino all'ultimo, se non altro ci faremo sentire sperando che nella prossima legislatura la materia possa essere riscritta e normata nella sua interezza". Già, perché nell'occhio del ciclone non c'è soltato il vaping ma anche il tabacco e tutti gli accessori correlati. Si fa in fretta a pensare alle sigarette ma un passo indietro ci sono anche i trinciati, il tabacco da fiuto, le cartine, gli accendini, il tabacco da pipa. Prodotti diversi dalle sigarette. "Al di là degli interessi di questa o di quella lobby, la politica deve pensare a normare la materia nella sua interezza - aggiunge il senatore Susta - Sicuramente disegnando le norme qualcosa è sfuggito al Mef. Ad esempio, le previsioni di gettito dalle sigarette elettroniche sono state completamente sbagliate. Bisogna allora ripartire dai numeri, quelli reali, e rimodulare eventualmente una tassa che non soffochi le aziende e gli esercenti. Il Mef non ha fatto i conti con la realtà: è impensabile mettere a bilancio di previsione una somma che sfiora i 150 milioni di euro". In effetti quattro anni fa, sulla base di indicazioni che volevano dimostrare che il settore era in fortissima espansione, il governo ha preso per buona la previsione di gettito, mettendo a bilancio una somma che poi si è rivelata ben distante dalla realtà. "da quel momento le previsioni - commenta Susta - sono state sempre sbagliate". Ricorsi al Tar e in Corte costituzionale, a cui si è aggiunta l'autoimposta "tassa light", hanno certamente indispettito i legislatori. Ora occorre attendere l'esito dell'iter costituzionale prima di poter ricominciare a discutere, con toni e modalità più pacate, di regolamenti e norme per il settore. Ma forse la nuova legislatura e il conseguente ricambio parlamentare e governativo potrebbe segnare un nuovo inizio. Insomma, l'occasione è propizia per rimettere la palla a centrocampo e ricominciare la partita.

Emendamento Monopolio, primo attacco respinto

L'emendamento Sollo che proponeva di assoggettare al Monopolio di Stato la nicotina liquida e le sigarette elettroniche non prosegue il suo iter legislativo in Commissione Bilancio del Senato. Ma non significa che non possa essere ripresentato in Aula. La prossima settimana invece sarà esaminato l'emendamento Vicari, identico a quello Sollo.