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Sigarette elettroniche in Corte costituzionale, inizia il conto alla rovescia

E' stato pubblicato il ruolo della causa il cui giudizio darà un direzione definitiva al mondo del vaping. Nella mattinata di martedì 24 ottobre lo staff legale di Anafe e delle aziende già costituenti di Assifel sarà chiamato ad intervenire per - si spera - l'ultima volta in Corte costituzionale. Dovranno riuscire a convincere il giudice Giuliano Amato che le disposizioni contenuto nel decreto legislativo 188 del 15 dicembre 2014 (la cosiddetta tassa sui liquidi di ricarica) sono in contrasto con i dettati costituzionali. Gli avvocati Dario De Blasi e Fabio Francario (Anafe) con gli avvocati Massimiliano Nicodemo e Paolo Grassi (Fumador e altri) dovranno confutare le posizioni degli avvocati dello Stato Massimo Salvatorelli e Francesco Meloncelli in difesa di Aams. L'udienza, così come appare sull'iscrizione a ruolo, riguarderà i "prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze liquide e contenenti, o meno, nicotina - Sottoposizione ad imposta di consumo in misura pari al cinquanta per cento dell'accisa gravante sull'equivalente consumo convenzionale di sigarette, determinato con procedure tecniche definite con provvedimento del Direttore dell'Agenzia delle dogane e dei manufatti, senza operare alcuna distinzione ed applicazione del regime impositivo tra liquidi contenenti nicotina e liquidi che ne sono privi". Terminate le due arringhe, il giudice Giuliano Amato sarà chiamato a decidere sulla costituzionalità del dispositivo in riferimento agli articoli 3, 23, 32, 53 e 97 della Costituzione. La sentenza dovrebbe essere pronunciata non prima del mese di dicembre.

Sigaretta elettronica, parte il valzer degli emendamenti

Venti pagine di Gazzetta ufficiale dedicate all'anticipo della manovra di bilancio 2017. Sono state pubblicate ieri come antipasto di quello che sarà (probabilmente) l'ultimo atto che si ricorderà del primo governo Gentiloni. Ora cresce l'attesa. Per gli imprenditori che sperano nella riduzione, anche minimale, del carico fiscale sulle imprese. Per le famiglie che sperano in qualche bonus o agevolazione sul reddito. Per i lavoratori dipendenti che auspicano una riduzione delle trattenute salariali. Per gli studenti che non vorrebbero più lavorare per studiare e per i disoccupati che non vorrebbero più studiare per lavorare. Per i gruppi di pressione che sperano di poter essere auditi da questo o quel ministro, questo o quel presidente di commissione, questo o quel parlamentare. La legge di bilancio non potrà essere lacrime e sangue, sarà piuttosto una gestione dell'ordinario con qualche ritocco alla fiscalità. La campagna elettorale è alle porte quindi, come prevedono i manuali, è cosa buona e utile non stravolgere l'assetto nazionale con chissà quale provvedimento ma è sufficiente concedere (poco) a (quasi) tutti. Ecco allora l'assalto alla diligenza che trasporta il carico di emendamenti, ovvero quelle frasi, parole o addirittura semplici segni di interpunzione, che consentono di ottenere qualcosa o di non dover fare qualcos'altro. Il 2006 fu l'anno record quando un singolo articolo ebbe la bellezza di 1386 richieste emendative. Perché, come da norma non scritta, un emendamento non si nega a nessuno. Un emendamento rappresenta per il parlamentare l'opportunità di poter dire: "Io c'ho provato"; per il gruppo di pressione di poter dire: "Io l'ho fatto inserire"; per le imprese coinvolte: "Anche quest'anno ce l'hanno con noi". Ogni legislatura cambia l'orchestra ma la musica è sempre la stessa. Il mondo del fumo elettronico, del vaping, della sigaretta elettronica - ogni locuzione è utile per far capire ciò di cui si parla - anche quest'anno freme in attesa del primo emendamento che "possa salvare il settore". Negli anni se ne sono susseguiti a bizzeffe. Si è chiesto, in ordine sparso, di distribuire i liquidi con nicotina soltanto nei tabaccai; di alzare (ma poi anche diminuire) lo sconto; di abbassare l'accisa (o la tassa, a seconda della fantasia del firmatario) per le ecig ma non per i riscaldatori di tabacco (oppure anche per loro, a seconda dell'interesse); di promuovere un mese per sensibilizzare sui danni del tabacco ma senza citare l'ecig (anzi sì, ha chiesto qualcun altro, visto che è uno strumento di riduzione del rischio). Insomma, decine di emendamenti che da tre anni a questa parte sono serviti più che altro a far gridare, esultare, piangere o sorridere per un giorno. Ma nulla di più. Mai un emendamento - figuriamoci poi di minoranza - è servito a far cambiare strategia o rotta al governo. Crediamo di non sbagliare pensando che anche questa volta le cose non andranno diversamente, soprattutto alla luce del fatto che a breve la Corte costituzionale porrà un ennesimo timbro sulla legge attualmente in vigore. E se dovesse riconfermare la sentenza precedente il governo dovrà necessariamente rimettere mano alla legge. Perché è proprio questo che serve: non un singolo emendamento ma un'intera proposta di legge (meglio ancora se fosse un disegno di legge) che possa scindere il fumo dal vapore. Ergo, cui prodest toccare la normativa fiscale sulle sigarette elettroniche ad un mese dalla sentenza ma soprattutto a quattro mesi dalle elezioni? E' molto più semplice girare la testa dall'altra parte e andare avanti. Tanto dopo arriverà qualcun altro.

Scienziati Bat segnano un punto decisivo: pubblicato dossier pro-ecig

Regulatory Toxicology and Pharmacology dà evidenza a 17 nuovi studi coordinati dal dottor Murphy che propongono un nuovo modello di valutazione scientifica. “Questa categoria è in così rapida evoluzione che nuovi e migliori prodotti si susseguono continuamente. Se, ad esempio, fosse necessario disporre di un dossier scientifico aggiornato prima della commercializzazione sul mercato di ogni singolo prodotto, ciò potrebbe impattare drasticamente sulla disponibilità di dispositivi nuovi e più performanti e sul loro ruolo in termini di riduzione del danno causato dal tabacco".