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Vietato svapare al Festival della musica elettronica di Torino

Ormai è terrorismo-fobia. Le rigide misure di sicurezza in occasione di eventi che richiamano migliaia di persone non trascurano neppure la sigaretta elettronica. Tra domani e dopodomani a Torino si raduneranno decine di migliaia di persone per il Kappa Futurfestival, la kermesse internazionale dedicata alla musica elettronica. Il prefetto Saccone ha ordinato il divieto di utilizzo delle sigarette elettroniche, come come sarà anche vietato fumare al'interno dell'area concertistica sotto le arcate del parco della Dora. Per svapare occorrerà andare nelle apposite aree riservate, accanto però i fumatori. Analogo divieto anche per il possesso di bottiglie di vetro e lattine. Le restrizioni rientrano nei piani di sicurezza antiterrorismo. L'intera area sarà infatti accessibile soltanto passando attraverso dodici gate detector e trenta body scanner. L'ispezione sarà a cura di centottanta steward privati. Sarà dunque impossibile avvicinarsi alla zona del palco con la sigaretta elettronica senza essere visti. La manifestazione, come ormai da tre anni, si doterà della tecnologia cashless: un sistema di contabilità digitale con card per abolire il denaro contante a beneficio della massima sicurezza del pubblico presente. All'ingresso, verrà distribuita ad ogni partecipante una bottiglietta d’acqua e, ai primi 2.500 ingressi, un drink energetico.

Tpd, Ministero Salute pubblica elenco di tutti i prodotti notificati

Obbligo di trasparenza e comunicazione assolto da parte del Ministero della salute. E' attivo il portale che contiene tutti i liquidi notificati secondo la normativa vigente. Lo strumento si propone di dare un utile servizio ai consumatori e ai negozianti, in maniera da poter verificare in tempo reale se un'azienda, un brand o una semplice referenza è in linea con gli obblighi imposti dalla Tpd. Il database è diviso tra prodotti del tabacco tradizionali e prodotti per sigarette elettroniche. Entrando nella sezione dedicata al vaping si potrà ancora scegliere se cercare un liquido o un accessorio. Lo strumento di ricerca è molto rapido e intuitivo. In brevissimo tempo compaiono tutte le referenze che contenono le lettere digitate nella stringa. E' quindi sufficiente selezionare il prodotto e sarà possibile vedere la data primo lancio, la data e l'Id di notifica. Per semplicare la procedura e fornire un servizio più pratico e semplice, abbiamo estrapolato tutte le referenze notificate al 6 maggio 2017, liberamente consultabili scaricando questa tabella Excel. L'elenco pubblico non può contenere dati industriali sensibili quindi sarà possibile soltanto verificare se un'azienda ha ricevuto l'identificativo della notifica. Eventuali irregolarità nella composizione dei liquidi, ad esempio utilizzando sostanze non consentite, non può essere verificato. Così come non compare legittimamente l'elenco delle molecole utilizzate per creare un liquido, ovvero quello che un tempo si chiamava il "libro delle ricette" degli aromatieri. Ad ogni buon conto, il sito consente di avere una panoramica delle aziende che effettivamente hanno già formalizzato la loro esistenza in vita e l'effettiva produzione al Ministero della Salute. Un primo passo verso la trasparenza e il rispetto delle regole anche da parte delle istituzioni.

Bellavista (Philip Morris): “Non abbiamo alcuna pagina ufficiale sui social”

"L'azienda ci tiene a chiarire che la pagina Facebook iQos Italia, così come tutte le pagine social riconducibili in qualche modo al nostro prodotto, non rappresentano una pagina ufficiale di Philip Morris Italia, nè sono da ricondursi all'azienda eventuali dichiarazioni sul prodotto o su altri prodotti a potenziale rischio ridotto. Tutte le opinioni pubblicate sono da considerarsi opinioni personali in nessun modo riconducibili all'azienda". Un comunicato secco quello firmato da Gianluca Bellavista, direttore Relazioni esterne di Philip Morris Italia, volto a mettere a tacere qualunque forma di diffamazione o diceria riconducibile al marchio del riscaldatore di tabacco prodotto dalla prima multinazionale del tabacco al mondo. La questione nasce nelle prime ore di questo pomeriggio quando in una pagina denominata Iqos Italia appare un post d'accusa contro le sigarette elettroniche. La reazione degli operatori del settore dei vaporizzatori non tarda ad arrivare attraverso post e commenti - anche di insulti - nei confronti di Philip Morris. A ben guardare, la pagina social in questione, anche se rimanda allo store del prodotto a rischio ridotto, ha come indirizzo mail un dominio gmail.com. Un indizio che farebbe presupporre che la pagina in questione non sia gestita direttamente dalla multinazionale. Anche i profili degli amministratori della pagina appaiono assai sospetti. Una, in particolare, utilizza come foto del profilo l'immagine di una celebre blogger di Vogue Spagna. Scherzo di cattivo gusto orchestrato ad hoc oppure reale intenzione di Philip Morris di denigrare la sigaretta elettronica? Non lo sappiamo. Ma l'ingresso in campo di Bellavista in prima persona farebbe propendere nettamente verso una delle due ipotesi.

Da oggi in distribuzione il nuovo numero del bimestrale di Sigmagazine

È da oggi in distribuzione il numero di luglio-agosto della rivista cartacea Sigmagazine specializzata in fumo elettronico e rivolta in prima battuta agli operatori del settore. All'interno delle settantadue di approfondimento molti i temi trattati sia per quanto riguarda le tematiche normative che gli eventi del vaping. Stato-Vaping, un'alleanza possibile: il titolo d'apertura non pone una domanda ma fissa un punto cardine. Il dialogo con le istituzioni è necessario, così come richiede anche il sottosegretario Benedetto Della Vedova attraverso un lungo e approfondito articolo. Lo scontro fine a se stesso non porta ad alcun risultato se non quello di essere visti come una aggregazione polemica e distruttiva. Come in tutte le alleanze, però, è utile anche il confronto che può a volte avere anche sapori aspri. Ma non per questo occorre trasformarlo in scontro. A quel punto, da alleati si passa ad essere nemici e avversari. E il vaping, soprattutto in questo particolare periodo storico, non ha bisogno di essere inviso alle istituzioni. Pubblichiamo inoltre la prima parte di un lungo e approfondito focus sulla pubblicità curato dal'avvocato Alberto Gava: cosa è lecito e cosa non lo è, quali sanzioni e quali margini, come farla e dove farla. Sfogliando le pagine, però, si trovano non soltanto argomenti politici e normativi ma anche tecnici. Come scegliere il giusto atomizzatore nel variegato ventaglio di opportunità offerta dai dripper, tank e bottom feeder? All'interno del giornale i consigli per essere guidati nella giusta scelta. Non poteva mancare neppure un reportage da Vapitaly, la fiera di settore che si è svolta a maggio a Verona. Così come spazio anche alle sette profesisonalità che hanno ricevuto i Sigma Italian Awards proprio nell'ambito della manifestazione veronese. Il punto di vista medico è, come sempre, affrontato nell'apposita rubrica curata dal professor Riccardo Polosa che questa volta entra nel dettaglio della sua recente ricerca "Zero rischi". E ancora, tra gli altri agomenti trattati: nicotina, statistiche europee e i numeri italiani rilasciati dall'Iss, franchising. Inoltre, visto che le vacanze si avvicinano, viene fornita una panoramica delle svapoletture consigliate sotto l'ombrellone. La rivista cartacea è gratuita ed è distribuita attraverso la rete dei principali grossisti e degli agenti commerciali di alcune aziende. Attraverso il sito, gli operatori del settore possono anche scaricare il Pdf integrale. È sufficiente richiedere la password compilando l'apposito form.

Negozi sigarette elettroniche: cresce la domanda ma a prezzo più basso

In timida crescita la domanda di acquisto di locali da adibire a negozi di sigarette elettroniche. Ma in calo il prezzo medio di vendita. Sono i dati diffusi da una indagine promossa da Immobiliare.it prendendo in esame tutti gli annunci immobiliari di vendita e di acquisto ospitati sul proprio portale. Rispetto l'anno passato, la domanda è cresciuta dell'1 per cento, mentre è leggermente in calo l'offerta: -1 per cento. Il prezzo medio della compravendita è in calo del 6 per cento. In parole povere: aumenta la richiesta di chi vuol comprare un negozio e, nonostante chi lo abbia non voglia venderlo, il prezzo però è decisamente più conveniente rispetto un anno fa. A cosa è dovuto? Probabilmente non al mercato del vaping in sè ma è allineato allo scoppio della bolla immobiliare. Ovvero, il prezzo dei locali non è determinato tanto dal settore merceologico ma dall'andamento dei prezzi del mattone. Interessante il confronto con le tabaccherie. Come spiega il comunicato diffuso da Immobiliare.it ,"scema l’interesse verso le tabaccherie più classiche, attività che soffrono la difficoltà del passaggio generazionale: l’offerta risulta in crescita del 4 per cento a cui corrisponde una uguale percentuale, ma in negativo, della domanda, a fronte di prezzi che scendono del 5 per cento".

Coiv, la coalizione dei produttori e distributori alternativa ad Anafe

Non si definisce un’associazione. Neppure un consorzio, tantomeno una struttura con cariche e ruoli definiti. Si presenta come una coalizione che vuole salvaguardare gli interessi di vari attori della filiera del vaping, tutti alla pari senza primogeniture. Non a caso l’acronimo della nuova realtà significa esattamente Coalizione operatori italiani vaping, una definizione che può mettere d’accordo molteplici attori. E infatti al suo interno ci sono catene di negozi, shop online, piccoli distributori e piccoli e medi produttori. Chi aderisce a Coiv non si riconosce nelle esistenti associazioni dei negozianti ma neppure nell’associazione dei produttori Anafe, probabilmente perché si ritiene che rappresenti interessi troppo strutturati ed importanti. Ideata circa tre mesi fa, Coiv è stata annunciata ufficialmente da Alessandro Fioravanti, titolare di Teknosvapo: “Era il momento di costituire una struttura in grado di salvaguardare gli interessi di chi non può essere coinvolto in Anafe ma allo stesso tempo non è un mero negozio”. L’attività di Coiv è stata costituita attorno la consulenza di una società di lobbying, la stessa che tutela gli interessi dei negozianti aderenti ad UniEcig e supporta la comunicazione di Fontem Ventures, il ramo d’azienda della multinazionale Imperial Tobacco. “Abbiamo bisogno di professionisti che sappiano con chi interloquire per difendere i nostri interessi”, spiega Paolo Bertacco di Real Farma. Tra i primi aderenti all’aggregazione si segnalano le aziende Vaporoso, ToB, Zio Smoke, Smo-King, Naro, Real Farma, Teknosvapo, Aer. “In totale – dicono i promotori dell’iniziativa – gli aderenti sino ad oggi sono circa una ventina, tra coloro che hanno già pagato la quota e coloro che hanno dimostrato forte interesse”. Un buon numero che va a fare da contrappeso ad Anafe. Se è vero che la principale associazione dei produttori rappresenta circa una dozzina di aziende, è anche vero che costituisce l’aggregazione col fatturato maggiore. Caratteristica che si riflette anche sulle quote di partecipazione: Coiv richiede infatti una fee di ingresso ben inferiore rispetto a quella di Anafe, puntando dunque sulla quantità degli iscritti. “Il nostro obiettivo – spiega Ugo Degli Esposti  di ZioSmoke – è riuscire a fare un fronte comune per difendere i nostri interessi“. Tra le priorità segnalate da Coiv vi è la questione che, pur non essendo contemplata dalla normativa europea sui tabacchi, pare stia dividendo gli attori della filiera: la notifica degli atomizzatori.

Antonella Panuzzo (UniEcig): “I miei primi primi cento giorni da Presidente”

Sono passati cento giorni dall’elezione di Antonella Panuzzo alla presidenza di UniEcig (già Ansi), la nuova associazione dei negozianti specializzati in sigarette elettroniche. In questi casi, è consuetudine tracciare un bilancio dell’attività svolta. Sempre estranea dalle strutture associative e dalla ribalta pubblica e social, Antonella Panuzzo è stata prima eletta nel direttivo (a seguito di ballottaggio contro Federica Mazzetti, ndr) e poi scelta all’unanimità come presidente. Nonostante con Antonella siamo legati da un’amicizia nata già anni fa proprio all’insegna del vaping, su molti aspetti normativi ed etici abbiamo opinioni differenti. Con la scelta di Panuzzo alla presidenza, il direttivo voleva dare un’immagine nuova all‘associazione presentando un vertice non già conosciuto all’interno delle precedenti esperienze aggregative. In cento giorni, però, molto è cambiato. Il direttivo, ad esempio, ha dovuto sopportare le dimissioni di un suo componente, il vicepresidente vicario Duccio Fabiani, rimanendo così composto da quattro persone: Fabrizio Bollini, Vito Civello, Fabio Manganello e, appunto, Antonella Panuzzo. Perdere pezzi dopo poche settimane non è mai un bel risultato. Cosa significa, che siete già alla rottura ancora prima di nascere? Non direi. Credo che questa sia la fase di assestamento. Abbiamo bisogno di conoscerci anche tra di noi. Il direttivo è provvisorio, frutto di una votazione, non siamo una compagnia di amici. Siamo, al contrario, un gruppo di persone che vogliono contribuire alla salvaguardia degli interessi dei commercianti specializzati in vaping. Siamo nati prima sulla carta e soltanto in un secondo momento siamo stati formalizzati come associazione. E’ naturale che non tutti abbiamo la stessa visione del settore ma come in tutte le democrazie elettive è la maggioranza a stabilire le linee guida. Chi non è d’accordo può lottare per cambiare le cose dal di dentro oppure decidere di andarsene. Chi decide per quest’ultima strada non lo fa a cuor leggero ma con sofferenza e patimento. Io ringrazierò sempre Fabiani perché anche grazie a lui è nata UniEcig. Avere un’idea, però, non significa averne la gestione senza se e senza ma. Era il tempo di una associazione ma poi la strada da percorrere è stata decisa a maggioranza. Entriamo nel dettaglio dei cento giorni. La percezione esterna è che, oltre a chiedere la quota associativa e dare evidenza a qualche notizia di carattere generale sul vaping sul vostro sito internet, null’altro sia stato fatto. Se dici questo, vuol dire che stiamo lavorando bene. In che senso, scusa… UniEcig vuol lavorare come un’associazione di categoria, dando ascolto e risposte soltanto agli associati e confrontarsi con gli stakeholders del settore. Non sottovalutiamo neppure il confronto con le istituzioni che non sempre hanno deciso a favore del settore. Non vedrai mai un mio commento o un indirizzo strategico sui social network o sui relativi gruppi, strumenti tanto in voga quanto effimeri. Le notizie le diamo quotidianamente ai nostri associati attraverso una rassegna stampa curata dai nostri consulenti alla comunicazione istituzionale (Open Gate, già consulenti di Anafe, l’associazione dei produttori, ndr). Un’associazione non nasce per fare qualcosa e poi comunicarla; un’associazione prima di tutto si confronta al proprio interno, decide se e cosa fare e poi, eventualmente, comunica. Ma soltanto a cose fatte e soltanto, in prima battuta, ai propri associati. Se poi qualcuno pensa che i gruppi dei social network siano essi stessi delle associazioni allora è un altro discorso. Noi non la pensiamo così, i nostri associati sono i nostri unici interlocutori. E allora vediamo cosa avete fatto. Da cosa cominciamo? Potrei dire dei due incontri avuti con Ministero della salute e con i vertici di Anafe. Oppure dell’incontro non avuto con la Federazione dei Tabaccai. Scegli tu. Dall’incontro con i funzionari del Ministero. Un mese e mezzo fa, circa, siamo stati ricevuti dai funzionari del Ministero della salute a cui abbiamo portato le nostre istanze concernenti i problemi del settore. Ad esempio, visto l’allora imminente ingresso della TPD, i dubbi riguardanti l’interpretazione della normativa sull’hardware e sui liquidi. In questo incontro abbiamo ricevuto un approccio di apertura e di collaborazione nei confronti delle varie problematiche che affliggono il nostro giovane ma produttivo settore. A questo è seguito un incontro con l’associazione di categoria dei produttori per concordare una strategia di azione comune e per lavorare su due fronti solo all’apparenza opposti. Ma questo non vuol dire nulla. In concreto cosa avete fatto e cosa vi siete detti? Come ti dicevo, l’approccio di UniEcig è di collaborazione tra i vari reparti del settore. Coinvolgere Anafe, avere quindi un dialogo aperto tra produttori, grossisti e negozianti è un obiettivo che ci siamo prefissati per agevolare il lavoro di entrambi. In questo primo incontro abbiamo messo le basi per un confronto onesto e diligente. Tra i temi trattati: la necessità per i negozianti di avere la documentazione necessaria per eseguire il proprio lavoro nel pieno rispetto della normativa vigente e la necessità di una forma di controllo a monte per evitare la svalutazione del prodotto. Ma è ancora presto ed inopportuno darne evidenza pubblica adesso. Allora attenderemo un vostro comunicato a cose fatte. Passiamo all’incontro con l’associazione dei tabaccai che hai detto che non avete avuto. Perché quindi metterlo tra le cose fatte nei primi cento giorni? Le posizioni della Fit sono ancora lontanissime da un confronto ragionevole e interessante. Ho ritenuto importante dover dire “No, grazie” alla richiesta di incontro, nonostante le raccomandazioni formali che ci sono arrivate anche da parte di persone vicine al settore poiché in questo momento non abbiamo nulla da dirci con i tabaccai. Con tutto il rispetto che merita quella categoria, credo che prima di tutto noi dovremmo confrontarci con chi questo settore lo fa e lo vive giorno per giorno: produttori, importatori e distributori in primis. Che senso avrebbe andare dai tabaccai per sentirci dire che loro vorrebbero collaborare con noi “sollevandoci” dal problema legato alla nicotina e lasciandoci vendere tutto il resto? A chi gioverebbe andare dai tabaccai per sentirci dire che loro vorrebbero gestire attraverso una rete distributiva ad hoc i prodotti del vaping? Con i tabaccai ci dovrebbe essere confronto ma sicuramente non in questa fase. Il settore è ancora troppo giovane. In che senso? Per i nostri clienti noi siamo dei consulenti. Chi entra da noi non pensa di entrare in un negozio “mordi e fuggi”. Vuole essere consigliato nella scelta e accompagnato nel percorso di disintossicazione dalla nicotina. Noi non siamo “commessi”, siamo operatori specializzati. E’ questa la grande differenza tra noi e loro. Se trattano i fumatori come meri clienti abbiamo perso tutti. Quel fumatore abbandonato a se stesso getterà la sua ecig e tornerà a fumare sigarette tradizionali. Vallo a spiegare poi all’Istituto superiore di sanità che la colpa è del tabaccaio che non ha la competenza necessaria a seguire il cliente e non del prodotto in sé che invece è l’unico vero strumento di riduzione del danno. In questo momento esistono due associazioni dei negozianti. In cosa vi differenziate, se qualche differenza si può trovare? Nell’approccio di base. Anide pur essendo un’associazione ormai storica guidata da una condottiera come Elisabetta Robotti parla alla pancia dei negozianti. Hanno le loro caratteristiche di persone passionali, senza mezze misure. Noi siamo, per così dire, più diplomatici. Ci siamo posti  l’obiettivo di comunicare soltanto i risultati ottenuti. Siamo nati da tre mesi, siamo appena partiti. Quando arriveremo al traguardo lo saprete anche perché già così, fattivi ma discreti, abbiamo riscontrato che i pochi post informativi sono stati utilizzati per creare inutili polemiche che certamente non giovano a nessuno. Purtroppo non ho il potere e le capacità per farlo capire ai diretti interessati. Nel frattempo la strada da percorrere però è decisa soltanto dagli iscritti. Non ci vedrete mai, ad esempio, porre una domanda sui social network o esprimere giudizi o commenti. Se mai lo faremo sarà per dare notizia di qualcosa che è avvenuto o che è cambiato. Non ci piace fare proclami e abbiamo deciso che questa sarà la linea cui dovranno sottostare tutti i soci e in primis i membri del direttivo. Come vedi il prossimo anno per il settore del vaping? Molto dipenderà dalla sentenza della Corte costituzionale che, verosimilmente, verrà pronunciata nei primi mesi del nuovo anno. Da quella dipenderà la tassazione sui liquidi con nicotina. Non voglio esprimermi nel merito, anche perché sarebbe banale dire cosa auspico, ma spero che finalmente possa essere messo un punto fermo sulle vicende giudiziarie. Nel bene o nel male bisognerà trovare una linea di galleggiamento che possa, non dico accontentare, ma almeno rendere possibile il lavoro di tutti. Quanti iscritti avete? Finché non raggiungeremo la quasi totalità del settore gli iscritti saranno sempre pochi. Abbiamo bisogno della partecipazione di tutti per la buona riuscita del progetto. Molte richieste sono già arrivate e continuano ad arrivare. Questi cento giorni sono stati molto impegnativi sotto tutti i fronti. I commercianti stanno entrando nell’idea che bisogna fare qualcosa e il numero di richieste di adesione che ci arrivano ogni giorno ne è la conferma. In conclusione, come rispondi a chi ti accusa di non essere presente sui social network? Banalmente che la vita reale non ruota attorno ai social network e men che meno attorno ai gruppi più o meno segreti creati al suo interno. Non ho mai utilizzato i social network se non per diletto e continuerò a comportarmi così. Ho la fortuna di avere un lavoro che adoro, una famiglia che amo, degli hobby che mi appassionano e non sento la necessità di dire quello che penso attraverso una piattaforma virtuale. L’associazione è un organismo reale, costituita da persone e da professionisti. Con loro mi sono sempre rapportata e con loro continuerò a rapportarmi in prima persona. Ma probabilmente questa è una polemica messa in piedi da chi non mi conosce. O da chi pensa che esisti soltanto se scrivi su Facebook. Fortunatamente nel nostro Paese ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni. Malauguratamente, però, in pochi sanno distinguerle dai fatti.

A Bassano del Grappa una nuova fiera della sigaretta elettronica

Una nuova fiera della sigaretta elettronica a Bassano Del Grappa. Il centro fieristico della cittadina veneta sarà il teatro della manifestazione Svapor Expo, annunciata nel fine settimana del 28 e 29 ottobre. L'idea è stata di Rinaldo Cavalletto, da vent'anni impegnato nell'organizzazione di fiere sull'elettronica, che ora ha pensato di fare una sorta di spin off destinato soltanto alle ecig. "Credo - commenta Cavalletto - che un evento di questo tipo possa raccogliere il consenso di espositori e di visitatori, anche perché è un settore in forte ripresa". Il format di Svapor Expo ricorda la prima edizione del Vapitaly: ingresso gratuito riservato ai soli maggiorenni, il sabato aperto a tutti, la domenica sino alle 14,30 riservato ai soli operatori di settore, successivamente libero per tutti. "I costi per le aziende sono molto contenuti. Puntiamo ad avere un centinaio di espositori. Nei primi due giorni di apertura delle iscrizioni abbiamo ottenuto sette stand confermati, i presupposti quindi sono più che buoni". Con l'annuncio dell'evento bassanese, il calendario fieristico di ottobre si infittisce. Si va infatti ad aggiungere agli appuntamenti di Barcellona e Birmingham ma soprattutto, per restare in Italia, della fiera di Roma curata dallo staff di Vapitaly che, presumibilmente come l'edizione passata, si terrà il fine settimana precedente.