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Riccardo Polosa insignito con l’Oscar Europeo per la Ricerca

Un'enorme soddisfazione per l'intera comunità del vaping e della medicina italiana. Il professor Riccardo Polosa, docente presso l'Università di Catania, fondatore e direttore scientifico della Lega Italiana Anti Fumo (Liaf) ha ricevuto l'ambito riconoscimento europeo per la ricerca e l'impegno contro il fumo a sostegno degli strumenti di riduzione del danno. La cerimonia di consegna è avvenuta a Varsavia in occasione del Global Nicotine Forum. "Sono davvero contento - commenta a caldo Riccardo Polosa -  Non avrei mai pensato che il lavoro del mio gruppo di ricerca potesse ricevere tanto riconoscimento a livello mondiale. Sono orgoglioso di rappresentare il mio paese quale eccellenza nel campo della salute pubblica". La redazione di Sigmagazine è particolarmente soddisfatta dell'attribuzione del premio a Riccardo Polosa. Proprio dalle colonne del nostro giornale fu lanciata la sua candidatura con appello agli ideatori del premio affinché riconoscessero al ricercatore italiano il giusto merito. "Una personalità come Riccardo Polosa - scrivevamo su Sigmagazine - è ricercata in tutto il mondo e, non a caso, invitata presso tutti i maggiori simposi scientifici internazionali. Purtroppo l’Italia non lo ha ancora valorizzato come merita, anche in relazione agli interessi statali troppo spesso ancorati a quelli della filiera del tabacco". L'Europa, invece, ha ben altra considerazione delle ricerche e del lavoro del professor Riccardo Polosa.

Vapitaly, la Regione Veneto riconosce lo status di “Fiera Internazionale”

La Giunta regionale del Veneto ha deliberato che Vapitaly, la fiera del vaping che si tiene ogni anno a Verona, è un appuntamento fieristico di rilevanza internazionale. La manifestazione ha superato le verifiche previste dall’iter amministrarivo avviato nei mesi scorsi e ha ottenuto la conferma da parte delle istituzioni del valore di internazionalità assunto in questi anni. “Siamo orgogliosi – ha sottolineato il presidente Mosè Giacomello – del percorso di crescita che, in meno di due anni, Vapitaly è riuscita a intraprendere. Oggi siamo la prima fiera europea di settore per numero di presenze, 23.500 quelle registrate nell’ultima edizione di maggio, con un numero di espositori stranieri che è pari al 60% del totale. La Giunta regionale valutando questi e altri elementi ha, perciò, ritenuto di inserire la nostra manifestazione tra quelle di rilevanza internazionale, fatto che ci rende fieri del lavoro svolto e che proietta Vapitaly in una dimensione di nuovo e ulteriore sviluppo”. Vapitaly, grazie alla delibera di giunta, diventa ufficialmente fiera internazionale del vaping, garantendo ai suoi espositori una visibilità ancora maggiore. “La qualifica di rassegna internazionale – commenta Diego Valsecchi, direttore commerciale di Veronafiere – conferma il percorso di crescita di Vapitaly e l’interesse da parte di Veronafiere di continuare a supportarne lo sviluppo”.

Smo-king Tour, Adriano Di Ianne porta il vaping a spasso per Roma

Un vaping-tour per Roma a bordo di un hummer limousine. L'idea è stata di Adriano Di Ianne, titolare di Smo-king, il marchio detentore di tre punti vendita a Roma e un centro distribuzione di prodotti per il vaping. Con lui a bordo anche tre volti noti del vaping sul web: Daniele Zingaretti, Matteo Gallegati e Matteo Scarfi, rispettivamente Danielino 77, Il Santone dello svapo e Scarfi. Il tour è iniziato nelle prime ore di sabato 10 giugno, partendo dal negozio di via dei Gelsi di Centocelle per poi fare tappa in via di Casalotti nel secondo punto vendita Smoking. Tutte le soste sono state caratterizzate da momenti di allegria e convivialità, intermezzate dalle fotografie che in moltissimi hanno voluto scattare insieme ai loro "divi del web". In giro per Roma, soprattutto nelle strade del centro storico (Colosseo, Fori Imperiali, Vaticano) l'hummer non è passato inosservato, anche perché dai finestrini uscivano grandi nuvole di vapore dagli odori molto aromatizzati e profumati. Lo Smo-king tour è stato un'occasione per esportare il vaping al di fuori delle mura di un negozio, dimostrare che ancora prima di essere considerato un vizio o una dipendenza il vaping è soprattutto condivisione e partecipazione. "Sono molto soddisfatto - ha commento a caldo di Adriano Di Ianne - Giornate come queste servono a far capire che il vaping non è un fenomeno passegero. Ormai i consumatori sanno che nei negozi possono trovare non soltanto un commesso ma soprttutto un amico con cui passare del tempo. Non è da sottovalutare infatti la funzione sociale del vaping: in un periodo storico in cui non esistono più i centri di aggregazione, i negozi di sigarette elettonica sono diventati le nuove piazze attorno cui far ruotare un interesse comune".

Anche Ovale interviene nel dibattito sull’inattendibile ricerca bolognese

La ricerca diffusa dall'Università di Bologna secondo cui il vaping causerebbe danni al Dna delle molecole del sangue non cessa di alimentare la polemica. Dopo il nostro articolo di denuncia sull'inattendibilità e sull'inefficacia del metodo utilizzato, molti illustri scienziati si sono susseguiti a percorrere la stessa contestaizone. Primo fra tutti il professor Tirelli che ha avuto parole pesantissime contro lo staff bolognese, chiedendo addirittura la costituzione di un organismo europeo di controllo sulla verosimiglianza delle analisi e dei test di laboratorio. Oggi è Ovale, tra le più grandi aziende in franchising del vaping, ad interventire e prendere posizione con un lungo comunicato stampa che riportiamo integralmente. "L’esito di una ricerca dipende sempre dalla metodologia applicata alla ricerca stessa. Se la metodologia tiene conto di strumenti e parametri illogici anche i risultati lo saranno. Questo è esattamente ciò che è successo con lo studio condotto da un team dell’università di Bologna sull’utilizzo della sigaretta elettronica. I ricercatori sono inciampati infatti in un errore metodologico molto evidente e grossolano, sicuramente in buona fede, che ha condizionato tutto il loro lavoro: hanno utilizzato per i test (fatti sugli animali) una combinazione di atomizzatori e batterie con una potenza tale da renderli incompatibili e addirittura pericolosi. Aziende serie e con una storia di forte impegno per lo sviluppo di nuove tecnologie, analisi sui prodotti e tracciabilità come Ovale, non si sognerebbero mai di combinare strumenti del genere. Secondo questa ricerca le sigarette elettroniche anche non bruciando tabacco come le sigarette tradizionali, produrrebbero ugualmente sostanze tossiche con la conseguenza che anche le ecigs potrebbero quindi causare seri danni alla salute. Ma come si è arrivati a questo risultato? Il team di ricercatori ha usato un tank da 2,5 ml con atomizzatore da 2 ohm attivato con una batteria regolata a 5,5V. La nostra pluriennale esperienza tecnica ci dice che non esistono in commercio atomizzatori da 2 ohm tarati per sopportare un voltaggio/wattaggio del genere. Una atom da 2ohm (come ad esempio quello della nostra Elips) lavora correttamente in un range di massimo 5-7 watt. Durante i test invece sono stati erogati per quel tipo di atom ben 15 watt e cioè più del doppio di quanto quasi certamente quell’atomizzatore potesse supportare. Qual è la conseguenza? Con un atom da 2 ohm utilizzato con una batteria regolata a 15 watt è assolutamente normale che il vapore prodotto sia nocivo e pieno di aldeidi e altri elementi di decomposizione. Il test è stato organizzato con un ciclo formato da tiri di ben 6 secondi intervallati da 5 secondi di pausa, ripetuti per 17 volte. In una giornata venivano effettuati più cicli sempre con la batteria impostata a 5,5V e con una resistenza da 2 ohm. Non abbiamo difficoltà a dire che un dispositivo elettronico del genere è “criminale” e il suo utilizzo con quelle modalità non potrà che essere dannoso. E infatti i risultati della ricerca lo indicano: sui poveri animali che hanno subito lo stress di test così mal calibrati (sull’uomo non è ancora provato che il risultato sia identico) si è evidenziata la produzione di un effetto inducente sugli enzimi bioattivanti e inibente per quelli detossificanti. Il punto è che però il risultato è stato condizionato da una metodologia di ricerca di per sé sbagliata perché gli strumenti utilizzati erano già tarati per essere nocivi per la salute. Ovale non ha mai utilizzato quella combinazione sconclusionata di atomizzatori e batterie, e quindi la questione non ci tocca. I nostri liquidi e i nostri hardware sono stati analizzati e testati da università e centri di ricerca internazionali. I nostri prodotti, a parità di aspirazioni, rilasciano appena un terzo della nicotina rilasciata dalle sigarette tradizionali e nei nostri liquidi non sono presenti metalli tossici e nocivi per l’uomo, come accertato dal dipartimento di Chimica dell’Università di Napoli Federico II. Ma proprio perché siamo l’azienda con più esperienza sul mercato abbiamo l’obbligo morale di stigmatizzare la diffusione di dati inficiati da una procedura scorretta. E questo perché nonostante decine di studi a favore dell’uso della sigarette elettroniche provenienti dalle più prestigiose università del mondo, un lavoro del genere rischia di innescare una sorta di terrorismo psicologico che il settore, già vessato da una normativa schizofrenica, non può permettersi. A Bologna, sede dell’università dove è stata effettuata la ricerca, una notizia del genere rischia di creare difficoltà ai rivenditori che già hanno subito gli effetti del marketing aggressivo e della presenza proprio in città, dei nuovi stabilimenti della Philip Morris inaugurati in pompa magna alla presenza dell’allora premier Matteo Renzi".