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È in distribuzione il nuovo numero del bimestrale cartaceo

(Editoriale tratto da Sigmagazine #2 - Maggio-Giugno 2017) Ed eccoci arrivati al tanto atteso e temuto mese di maggio 2017. Da anni si discute, si tratta, si polemizza e ci si interroga su cosa avverrà dopo il 20 maggio, giorno dell’entrata in vigore della Direttiva europea sui tabacchi e prodotti liquidi da inalazione (Tpd). Non c’è più margine di confronto, le nuove regole incideranno sulle produzioni aziendali e, di riflesso, stravolgeranno le abitudini di milioni di vaper europei. Addio boccioni da un litro di base nicotinizzata, addio nicotina ad altissime concentrazioni, addio prodotti di dubbia provenienza. Al netto di misure e provvedimenti discutibili, la Tpd ha inteso normare un settore altrimenti lasciato in balia di se stesso. E l’anarchia non premia la correttezza ma la prepotenza. In Italia rimane una grave lacuna da colmare. Nonostante la sentenza della Corte costituzionale, il legislatore non ha ancora provveduto a rimodulare la tassazione sui liquidi di ricarica. Le indicazioni della Consulta appaiono chiare: può essere sottoposta a prelievo soltanto la sostanza pericolosa, ovvero la nicotina. Mentre il Ministero della Salute ha chiarito che i minori possono avere accesso alla sigaretta elettronica ed ai liquidi di ricarica purché non contengano nicotina, l’Agenzia Dogane e Monopoli sembrerebbe tergiversare in attesa delle indicazioni politiche del Ministero dell’Economia. Come trattare le rimanenze di magazzino? Come smaltire i flaconi scaduti? Su chi rivalersi in caso di inadempienze distributive? Come verificare la congruità dell’etichettatura? In attesa delle Circolari ufficiali, su questo numero troverete alcune risposte interpretative fornite da Alberto Gava, l’avvocato che dal 2013 ha sostenuto (e vinto) a suon di arringhe le cause del vaping, e da Emanuele Ferri, il professionista e consulente aziendale che sta notificando centinaia di prodotti secondo le norme Tpd. Ma maggio è anche il mese della fiera italiana della sigaretta elettronica che pure quest’anno si svolge a Verona. Numeri da record per la terza edizione: oltre duecento aziende presenti tra cui, per la prima volta, una nutrita rappresentanza asiatica, per un totale di centinaia di brand rappresentati. E a proposito di Asia, un interessante servizio sul vaping nella Corea del Sud ci fa scoprire un po’ più da vicino la nuova realtà emergente, dove addirittura il 58 per cento dei consumatori si dichiara utente abituale. In conclusione, un plauso doveroso va ai negozianti italiani che, secondo una recente indagine, sono risultati i più eleganti e i più curati d’Europa. Anche questa è l’Italia che ci piace.

2017, l’Anno Zero del vaping

Dopo anni di discussioni, trattative, ricorsi e sentenze, il 2017 rappresenta un nuovo punto di partenza per l'intera filiera del vaping. Le norme introdotte dalla Direttiva europea sui tabacchi e prodotti da vaporizzazione saranno definitivamente operative dal prossimo mese di maggio.

Nasce Green Fog, nuova azienda di liquidi e aromi

Una nuova azienda di produzione di liquidi per sigarette elettroniche si affaccia all'orizzonte. Si tratta di Green Fog, la nebbia verde, nata da un'idea di Fortunato Francia e realizzata anche in collaborazione con Rino Cucci. Il simbolo è una coccinella, coleottero tradizionalmente porta fortuna che, abbinata al colore verde, aggiunge anche una giusta dose di speranza e di ottimismo per la nuova impresa. Fortunato Francia nell'ultimo anno è stato impegnato all'interno della società Art & Science, della quale però non ne fa più parte. "Lo scorso 31 marzo – spiega – ho ceduto tutte le quote quindi a partire dalla stessa data la mia competenza professionale e immagine non sono più legate all’attività di ricerca, di produzione e commerciale di Art & Science". Francia sarà invece impegnato a sviluppare nuove aromaticità per Green Fog, che farà il debutto ufficiale in occasione del Vapitaly di Verona. "Grazie ad uno stabilimento produttivo di eccellenza e laboratori di prima qualità, stiamo lavorando alla creazione di nuovi ed originali liquidi. Saranno liquidi completamente nuovi, frutto di accurata ricerca e abbinamenti aromatici del tutto originali". Anche Rino Cucci, già protagonista del settore con il marchio To Be, è entusiasta del nuovo progetto: "E' una collaborazione nata anche per dare valore alle qualità professionali di Fortunato Francia. Unendo le forze siamo sicuri che riusciremo a fare qualcosa di alto livello e cercheremo di dare soddisfazione a quanti più consumatori possibili".

Adriana Galgano: “Non solo salute, anche innovazione”

(tratto da Sigmagazine bimestrale numero 1 marzo-aprile 2017) Non sostiene la causa del vaping per partito preso e neppure per dovere di partito. Lo fa perché è profondamente convinta che la sigaretta elettronica sia un importante strumento di riduzione del danno. Lo scorso Natale l'ha regalata alle sue collaboratrici, spinta dalla ricerca inglese secondo cui l'ecig riduce i danni del tabacco di almeno il 95 per cento. Adriana Galgano è parlamentare italiana, deputata del gruppo Civici e Innovatori. La incontriamo nell'ufficio romano di vicolo Valdina, un ex convento ora adibito a sede di lavoro e di rappresentanza di alcuni gruppi parlamentari. Galgano fu tra i pochi rappresentanti delle istituzioni ad ascoltare le richieste degli operatori di settore in occasione della manifestazione del 2013 in piazza Montecitorio. Da allora si impegna nella salvaguardia e nella tutela del settore, mettendo a disposizione tutti gli strumenti alla sua portata: interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno. È riuscita anche a far calendarizzare un question time al ministro della Salute Lorenzin in diretta televisiva. Ma come nasce il suo interesse per il vaping? Sin da subito mi sono accorta che si stava introducendo una normativa punitiva nei confronti di un settore che invece tende a migliorare la salute e la qualità della vita dei cittadini. Non potevo consentire che il governo iper tassasse il settore. Le provai tutte per far capire che si trattava di una normativa dannosa, ma purtroppo non riuscii ad essere abbastanza convincente. Ho semplicemente portato avanti quanto il mio gruppo Civici e Innovatori sostiene sin dal nome: penso che la buona innovazione produca vantaggi e che debba essere sviluppata anziché bastonata fiscalmente. Da liberale aggiungo che un'elevata tassazione finisce soltanto per danneggiare il consumatore. Una cosa del genere sarebbe impensabile in qualsiasi altro Paese del mondo che avesse a cuore l'innovazione e la proiezione nel futuro. Sta dicendo che le aziende del vaping potrebbero accedere a contributi e finanziamenti in virtù dell'innovazione aziendale? Se sono aziende innovative sì, senza dubbio. Se hanno un laboratorio di Ricerca e sviluppo anche. Così come se sviluppano tecnologia relativa all'apparecchio elettronico, il software. Se si riuscisse a sviluppare un settore legato alla ricerca e all'applicazione dei risultati sia sul liquido che sulla progettazione, si potrebbe creare un polo di sviluppo settoriale con enormi potenzialità. Uno dei problemi del Paese è che è estremamente lento nella creazione di aziende in settori innovativi. Abbiamo bisogno di più velocità per creare occupazione e per compensare la perdita di innovazione nei settori tradizionali. Si chiama burocrazia... In alcuni casi si chiama burocrazia, altre volte si tratta di ostacoli posti intenzionalmente. E nel settore del fumo elettronico chi mette questi ostacoli? Perché è così difficile convincere il legislatore? Per tanti fattori. In primo luogo, da quello che ho visto, il Ministero della Salute ha un'impronta molto conservatrice e conservativa condivisa da una parte di parlamentari che considerano il cittadino qualcuno da proteggere da mille pericoli. E questo è un aspetto culturale difficile da superare. La classica figura dell'Italia-mamma. Esatto. Dell'Italia-mamma che deve proteggere tutto e tutti ad ogni costo. Da questo consegue una lentezza esasperante e uno scarso contatto del mondo politico con quello della ricerca. In ultimo, non dimentichiamo la costante ricerca di risorse economiche per far quadrare i conti statali. Si vanno a pescare ovunque sia possibile e in diversi casi non valutando le conseguenze. In Parlamento, lo dico con rammarico e tristezza, manca la cultura di valutare le conseguenze delle proprie scelte. Si ragiona sull'immediato, senza pensare al domani. Faccio un esempio: abbiamo imposto una tassazione a scopo sociale di un centesimo di euro sulle acque minerali. Posto che noi siamo contrari all'imposizione di qualsiasi nuova tassa, mi ha colpito che durante il dibattito in aula moltissimi considerassero un centesimo come un'inezia, senza calcolare qual è l'utile reale di un produttore su una bottiglia, che magari è proprio quel centesimo. Non bisogna valutarlo in valore assoluto ma in relazione ad un conto comparato tra profitti e perdite. Molto spesso emerge questa incapacità del legislatore di valutare un intervento in base ai conti economici dell'azienda. Un altro esempio chiaro è la tassa sui natanti che ha desertificato i porti italiani. O, per tornare al tema, quella sui liquidi da inalazione che ha favorito gli acquisti all'estero e l'online a discapito delle nostre attività produttive. Alla miopia politica spesso si aggiunge l'ostracismo dei gruppi di pressione del tabacco. Certamente, ma c'è anche da dire che lo Stato introita 11 miliardi di euro dal monopolio dei tabacchi, la metà di una manovra finanziaria. Ogni volta che si apre un pacchetto di sigarette, è un incasso garantito per lo Stato. Anche da questo, secondo me, dipendono le decisioni sbagliate sulle sigarette elettroniche. Gli operatori di settore sottolineano che il vapore non è fumo. La sigaretta elettronica e quella tradizionale hanno in comune soltanto parte del nome e, eventualmente, una dose di nicotina. Come si può dire che un liquido a zero nicotina al sapore di torta al limone è tabacco? Infatti la Corte costituzionale ha già sentenziato che non ci sono motivi per tassare una sigaretta elettronica che consente di aspirare qualcosa che non contiene né scorie tossiche da combustione né sostanze psicoattive come la nicotina. In Parlamento ho sostenuto che gli studi internazionali sono condotti seguendo protocolli internazionali e quindi hanno valenza universale. Bisognerebbe cominciare ad accettare quelli che ci sono, come quello inglese del Royal College of Physicians. In molti sostengono che è passato ancora troppo poco tempo per avere studi affidabili. Capirei il senso di questa frase se nel frattempo si procedesse a farne altri. Ma visto che non è così, questa risposta è risibile soprattutto sui liquidi che non contengono nicotina. I produttori di liquidi per sigarette elettroniche sostengono che una tassazione equa debba colpire la concentrazione di nicotina, mentre le multinazionali del tabacco chiedono che sia tassato il flacone di ricarica a prescindere dalla nicotina. Qual è la sua visione? Condivido l'impostazione della tassa proporzionale. Se la dannosità è legata alla quantità di nicotina, è chiaro anche che dobbiamo spingere il consumo verso i liquidi senza nicotina. Un flacone con meno nicotina è da incentivare e quindi è più intelligente mettere una tassa inferiore. Non ha veramente senso tassare i liquidi allo stesso modo. Ha lo spazio per tre tweet. Il primo rivolto ai consumatori. Scopri il piacere dell'innovazione e avvantaggia la tua salute, svapa elettronico. Il secondo ai negozianti. Svolgono un importante ruolo sociale nel momento in cui diffondono la cultura della sigaretta elettronica, soprattutto senza nicotina. Il terzo ai colleghi in Parlamento. Il fumo elettronico è uno degli ambiti in cui si misura il rapporto del Paese con l'innovazione. Per questo chiediamo l'alleanza con tutti coloro che si occupano di innovazione per portarla dentro il Parlamento e sostenerla.