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Sigarette elettroniche, il "caso Italia" scuote le associazioni internazionali

"La revoca di un’imposta regressiva su sigarette elettroniche/liquidi elettronici, il ripristino delle vendite online e la rimozione dei liquidi dal controllo dell’ADM (già Aams) rappresenta un’opportunità vantaggiosa per tutti sia per i consumatori, sia per i negozianti che per il governo". Si chiude così una lunga lettera inviata dall'organizzazione internazionale dei consumatori di nicotina ai maggiori esponenti del governo italiano. Innco comprende 31  associazioni internazionali in rappresentanza di 27 Paesi, tra cui l'italiana Anpvu, ha come consulente scientifico il professor Riccardo Polosa e può garantire di un posto di rappresentanza presso l'Onu. Riportiamo di seguito i passi salienti: "Il monopolio dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato limita la vendita di sigarette elettroniche a tabaccherie, farmacie e negozi autorizzati dalla stessa amministrazione; il divieto di vendite nazionali e transfrontaliere online, il livello drastico della tassa sui “consumi” imposta sui liquidi elettronici/ingredienti e le norme vaghe hanno decimato ciò che un tempo era il settore di crescita più elevato nell’UE. Ne è risultata una perdita enorme per l’economia italiana e il settore italiano delle sigarette elettroniche, ma la perdita più grave di tutte è stata sostenuta dai consumatori di nicotina e dalla sanità pubblica. L’imposizione della “tassa consumi” sul liquido elettronico nel 2014 è stata introdotta senza alcun riguardo per la nota sensibilità dei prezzi delle sigarette elettroniche o le conseguenze per la sanità pubblica. Inoltre, è stata concepita dalla decisione inspiegabile di creare una nuova categoria merceologica: “liquidi da inalazione contenenti o meno nicotina” Il precedente governo italiano difendeva questa politica come una legittima risposta fiscale necessaria per compensare i ricavi in calo sul tabacco. La salute di ex-fumatori che sono passati a un prodotto di nicotina con almeno il 95% in meno di rischio era e continua a essere completamente ignorata. Siamo rimasti estremamente delusi di scoprire che anche la seconda bozza della legge di bilancio pubblicata il 29 ottobre 2018 non include alcuna proposta di revisione sulla tassa sui consumi nonostante l’impegno della coalizione al riguardo essendo inclusa nel suo “contratto” di 57 pagine. Una promessa personale di revocare la tassa era stata fatta direttamente alla filiera del vaping ed ai consumatori di sigarette elettroniche dall’Onorevole Matteo Salvini a gennaio, anche attraverso la sottoscrizione di una lettera di intenti con le associazioni italiane del settore, e la sua omissione si ripercuote negativamente sull’intenzione del vostro governo di rispettare i suoi impegni elettorali. La seconda bozza, tuttavia, contiene invece disposizioni per aumentare i tassi delle imposte attuali sul tabacco combustibile. Se l’imposta iniqua sui liquidi da “inalazione” non viene abrogata, qualsiasi aumento in percentuale sul tabacco risulterà in un aumento corrispondente sui liquidi elettronici. Questo è assurdo. Le conseguenze della tassa sui consumi attuale danno pessime notizie. Una normativa esagerata, una tassazione iniqua e un accesso limitato creano un terreno fertile per attività del mercato nero. I consumatori che si ritengono vittime di restrizioni oppressive troveranno inevitabilmente dei modi per aggirarle e gli ex-fumatori, avendo provato i benefici per la salute del passaggio alle sigarette elettroniche non sono un’eccezione. La decisione di vietare le vendite online e di proibire le importazioni (con il pretesto di “mantenere la qualità”) ha semplicemente gettato benzina sul fuoco. Lontano dal “mantenere la qualità”, le restrizioni attuali hanno aumentato notevolmente il potenziale di circolazione di ingredienti illegali non testati di provenienza sconosciuta: un rischio potenziale per la salute dell’utente e una perdita di ricavi per l’economia. Perché gli ex-fumatori dovrebbero essere obbligati a pagare il doppio per un prodotto che è almeno il 95% più sicuro? Il livello attuale di tassazione ha portato a un prodotto di nicotina significativamente più sicuro con un costo doppio rispetto al prodotto letale al quale i fumatori hanno provato così duramente a rinunciare. Questo è assurdo! Il divieto di vendite online nazionali ha un impatto diretto sulle persone che vivono in zone rurali con poco o nessun accesso ai negozi specializzati di sigarette elettroniche. Il successo delle sigarette elettroniche nella sostituzione del tabacco spesso dipende dall’accesso dei consumatori a un ampio livello di scelta per personalizzare sia il “vaporizzatore” sia il sapore del liquido. Dipende pesantemente anche sull’accesso dei nuovi utenti a consulenze personali e istruzioni da parte del personale indipendente delle sigarette elettroniche". La lettera è stata ricevuta dal premier Conte, dai vicepremier Salvini e Di Maio, dal ministro all'economia Tria e dai sottosegretari Garavaglia e Castelli, dal presidente della commissione Finanze del Senato Bagnai e dalla referente nazionale "svapo" per la Lega, Silvana Comaroli.

Consumatori sigarette elettroniche si appellano a Salvini: "Via tassa e fuori da Aams"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera che l'associazione dei consumatori, Anpvu, ha recapitato al vicepremier Matteo Salvini in seguito all'approvazione del Decreto legge fiscale. "On.le Salvini, accogliamo con piacere e riconoscenza verso il Governo, questo provvedimento che per la prima volta, dopo 5 anni, ci manifesta la volontà di intervenire in favore del settore delle sigarette elettroniche. Constatiamo, tuttavia, che le iniziative volte alla salvaguardia del settore svapo non riguardano i consumatori, che tengono in piedi tutto il comparto e sono i più danneggiati in termini di salute da un’imposta che permane. I circa 1,3mln consumatori (Fonte Ministero della Sanità) non si accontenteranno di vedere che aziende e produttori hanno ricevuto agevolazioni economiche. Pretendono giusta informazione, la possibilità di accedere con semplicità e senza sforzi economici ad uno strumento per la riduzione del danno, si guardano intorno e vedono nel modello inglese la coscienza politica che vorrebbero permeasse ogni parlamentare italiano. Non possiamo credere che si stiano riproponendo atteggiamenti noti e sempre biasimati, da Lei in primis, tipici del passato. Attendiamo una svolta, un segnale che renda incontrovertibilmente chiaro che, al primo posto negli interessi delle Istituzioni, ci sia il cittadino. Quella che Lei considera una vittoria per il settore è, a nostro avviso, solo un piccolo passo in avanti, sarebbe una vittoria se l'imposta di consumo sui liquidi da inalazione fosse, come da Lei promesso in più di un'occasione, azzerata ed il famigerato "62-quater", completamente cancellato. Non sono poche migliaia gli svapatori in Italia, ma più di un milione... e non saranno poche migliaia gli ex fumatori che si vorranno liberare da una dipendenza mortale e saranno impossibilitati a farlo se persisterà l’attuale imposta, ci ritroveremo come intrappolati in un circolo vizioso e ben lontani dai nostri vicini europei dove la sigaretta elettronica è materia regolamentata dai Ministeri della Salute perché è di ciò che si tratta, di salute del cittadino che è un Diritto sancito dall’art. 32 della Costituzione. La nostra preoccupazione come consumatori e quindi primi beneficiari di questo straordinario prodotto, è che persistendo l’attuale imposta, un fumatore che voglia smettere, si troverà ancora di fronte a cattiva informazione, impossibilità di reperire liquidi pronti ad un prezzo ragionevole e cecità da parte delle Istituzioni. Questo settore è come un malato terminale a cui, allo stato attuale, si stanno curando solo gli effetti della malattia ma non la malattia stessa che nella fattispecie si chiama imposta di consumo. Pertanto ci auguriamo che l’articolo 7 inserito nel Decreto legge Fiscale sia soltanto il primo passo per portare questo settore al giusto riconoscimento dovuto, promuovendolo, incentivandolo e anche regolamentandolo ma non certo da enti come AAMS che si occupano esclusivamente di aspetti economici e di riscossione trascurando l’aspetto più importante: la Salute".

Sigarette elettroniche, dall’OMS una opportunità per la riduzione del danno

"Il summit di Ginevra (COP 8 recentemente conclusosi) ha sancito per la sigaretta elettronica un momento epocale legalizzando un suo ambito normativo ben chiaro e distinto dagli altri prodotti del tabacco". Così, in un comunicato congiunto, le associazioni Anpvu, Coiv, Uniecig e il CoEhar (Centro di ricerca per la riduzione del danno da fumo) commentano i risultati dell'ottava conferenza delle parti della Convenzione quadro per la riduzione del tabacco dell'Oms, conclusosi poco più di una settimana fa. Una serie di sigle che copre un ampio spettro del settore del vaping: consumatori (Anpvu), produttori e distributori (Coiv), negozianti (Uniecig) e centri scientifici. Secondo i firmatari, la scelta dell'Organizzazione mondiale di sanità di non includere la sigaretta elettronica fra i nuovi prodotti del tabacco apre uno scenario di opportunità per i sostenitori della riduzione del danno. Soddisfazione anche per la distinzione netta operata fra ecigarette e riscaldatori di tabacco: "Abbiamo accolto bene - si legge nel comunicato - la decisione dell’OMS di prendere le distanze dai c.d. 'riscaldatori di tabacco' chiedendo una maggiore analisi sull’efficacia dello strumento. Mentre le elettroniche sono sotto la lente di ingrandimento dei laboratori scientifici internazionali da anni, i riscaldatori di ultima generazione necessitano ancora di studi specifici e indipendenti e pertanto non dovrebbero essere considerate al pari delle e-cig". Il comunicato si conclude con un auspicio rivolto alla politica nazionale: "La speranza è che con l’imminente riforma dell’attuale regime fiscale dei liquidi da inalazione promessa dal Governo, possa finalmente aprirsi un fronte di concreta e fattiva collaborazione con le istituzioni sanitarie, come già avvenuto in altri Paesi". E con un appello a "tutti i consumatori, produttori ed esercenti a sostenere in ogni modo e forma gli obiettivi comuni". Ecco il testo integrale del comunicato a firma di Carmine Canino (presidente Anpvu), Dario Colaianni (presidente Coiv), Antonella Panuzzo (presidente Uniecig) Riccardo Polosa (direttore CoEhar): "Consapevoli che nei prossimi mesi, a livello mondiale, si giocherà una partita determinante sul destino dei prodotti del vaping, ci sentiamo in dovere di sottolineare alcuni punti salienti per il futuro del nostro amato settore. In primis, ci preme evidenziare l’importanza che ha ormai assunto nella comunità scientifica internazionale il concetto della riduzione del danno, inteso come utilizzo di strumenti alternativi al fumo di sigaretta convenzionale (ad esempio le sigarette elettroniche) capaci di ridurre in maniera esponenziale i danni provocati dalla cattiva abitudine al fumo. Numerose evidenze scientifiche hanno dimostrato che il passaggio dal tabagismo al vapagismo arresta o riduce il danno fumo correlato anche in popolazioni vulnerabili come quelle di fumatori ipertesi, con malattie respiratorie croniche e affetti da schizofrenia. A pochi giorni dalla conclusione a Ginevra del COP8, vogliamo qui commentare la recente presa di posizione dell’OMS che non include la sigaretta elettronica nella lista dei nuovi prodotti del tabacco e rimanda ogni decisione al 2020. Tale scelta, se da un lato costituisce uno “scampato pericolo”, dall’altro rappresenta una nuova opportunità di impegno e determinazione in vista di una decisione finale che dovrà per certo affrontare il dibattito con una visione diversa. D’altra parte non pensiamo che l’OMS avrebbe potuto far bene diversamente trattando allo stesso modo prodotti del tabacco e prodotti liquidi e dovendo differenziare tra vaporizzazione e combustione. Abbiamo accolto bene la decisione dell’OMS di prendere le distanze dai c.d. “riscaldatori di tabacco” chiedendo una maggiore analisi sull’efficacia dello strumento. Mentre le elettroniche sono sotto la lente di ingrandimento dei laboratori scientifici internazionali da anni, i riscaldatori di ultima generazione necessitano ancora di studi specifici e indipendenti e pertanto non dovrebbero essere considerate al pari delle e-cig. Il summit di Ginevra (COP 8 recentemente conclusosi) ha sancito per la sigaretta elettronica un momento epocale legalizzando un suo ambito normativo ben chiaro e distinto dagli altri prodotti del tabacco. Era ora! Molto positivo anche il fatto che non si sia più insistito nell’incaricare l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) a stilare preparare un dossier sulla tossicità dei prodotti da svapo; il taglio che si intendeva dare al dossier era palesemente mirato ad enfatizzare la presenza di sostanze chimiche negli aerosol emessi dalle sigarette elettroniche senza alcun riguardo per la evidente riduzione della tossicità a confronto del fumo di tabacco. In ultimo, ma non per importanza, vogliamo precisare che stiamo attraversando un cambiamento epocale che eliminerà la combustione delle sigarette. Paesi come Francia e Regno Unito, sono baluardo di questa rivoluzione. È indispensabile procedere ad una giusta qualificazione di liquidi e vaporizzatori per conferire loro finalmente la dignità che meritano: prodotti atti alla diminuzione e/o azzeramento del danno procurato dai prodotti del tabacco per tutti coloro che non riescono a raggiungere in altro modo la cessazione del fumo! La speranza è che con l’imminente riforma dell’attuale regime fiscale dei liquidi da inalazione promessa dal Governo, possa finalmente aprirsi un fronte di concreta e fattiva collaborazione con le istituzioni sanitarie, come già avvenuto in altri Paesi. Vogliamo essere pronti, se e quando sarà richiesta, ad offrire tutta la nostra collaborazione, mettendo a disposizione tutti i dati e testimonianze che abbiamo raccolto in questi anni. Permane, con sempre maggior vigore, l’appello a tutti i Consumatori, Produttori ed esercenti a sostenere in ogni modo e forma gli obiettivi comuni".

“Pretendiamo che il governo mantenga gli impegni presi sulla sigaretta elettronica”

Riceviamo e pubblichiamo comunicato Apnvu, l'associazione a tutela dei consumatori di sigarette elettroniche, relativo alla momentanea assenza di provvedimenti "salva-settore" all'interno della bozza del Decreto legge fiscale "Leggendo la prima stesura del decreto fiscale, non possiamo far a meno di constatare, con estremo rammarico, l'assenza di un qualsiasi riferimento alla modifica della tassazione vigente in merito ai vaporizzatori personali. Il Governo Italiano si è sempre approcciato a questo tema mettendo in atto politiche economiche volte solo ad introitare dal comparto dei produttori, dei lavoratori e dei consumatori del settore, trascurando l'informazione in materia medico scientifica e la tutela della salute dei cittadini (diritto alla Salute sancito costituzionalmente dall'art.32) che avrebbe dovuto essere tema primario di ogni dibattito. Essendo a rischio sopravvivenza un intero settore, seppur piccolo, dell’economia italiana, le urgenti e prioritarie aspettative che la nostra Associazione, e l’intero Settore, pretende  oggi da questo Governo sono quelle di vedere finalmente anche lo Stato Italiano approvare e condividere politiche atte a favorire, rilanciare, promuovere ed incentivare il settore del vaping. Il nostro auspicio è che le forze politiche, oggi alla guida del Paese, diano seguito agli impegni presi in materia di sigarette elettroniche, ribadiamo, dunque, l’urgenza di ottenere quanto già dalle stesse associazioni richiesto a firma congiunta (azzeramento dell’imposta, uscita da AAMS, certificazione dei prodotti, tutela effettiva dei consumatori e collaborazione con le Istituzioni Sanitarie). Auspichiamo che gli impegni presi dall'On.le Salvini con le Associazioni di categoria si tramutino in gesti concreti al fine di agevolare l'utilizzo dei vaporizzatori personali come strumento della lotta al tabagismo perché attualmente la disinformazione e la pesante tassazione rendono iniquo ogni sforzo profuso dalla nostra Associazione per la diffusione di un mezzo valido per la riduzione del danno da fumo".

Consumatori sigarette elettroniche: "Un plauso agli sconti commerciali"

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa dell'associazione dei consumatori Anpvu sui recenti sconti commerciali avviati da alcune aziende e distributori di prodotti del vaping. "A seguito dell'approvazione definitiva da parte del Senato del progetto di conversione in legge del DL "Milleproroghe" del 25 Luglio 2018 n. 91, in cui all'art 8 comma 4 si prevede la sospensione del pagamento dell'imposta prevista ai sensi dei commi 1 e 1bis dell'articolo 62-quater del decreto legislativo 26 Ottobre 1995 n. 504, diversi produttori hanno deciso di venire incontro alle esigenze dei consumatori, speranzosi in una rimodulazione adeguata della tassazione vigente, applicando sconti sui loro prodotti, cercando di rilanciare in un futuro il mercato dei liquidi pronti nei formati da 10ml. Questa politica commerciale non può che ottenere il nostro plauso e, soprattutto di coloro che, volendo passare ad uno strumento di riduzione del danno, si trovano a dover spendere cifre incomprensibilmente alte per acquistare prodotti che, se venduti scomposti, hanno un costo irrisorio. Ciò scoraggia coloro che hanno meno forza di volontà e ricadono nel fumo".

Sigarette elettroniche, sondaggio per conoscere gusti e abitudini degli italiani

È online il primo sondaggio per conoscere le abitudini e i gusti dei consumatori italiani di sigarette elettroniche. Lo promuove l'associazione dei consumatori Anpvu. "Il materiale raccolto - spiega il presidente Carmine Canino - servirà per avere un riscontro su quanto più volte sostenuto dalle nostre istituzioni politiche e sanitarie con il reale andamento del mercato. Il sondaggio è anonimo, non chiediamo nulla di personale ma soltanto giudizi o abitudini sulle abitudini". Le domande sono molto dettagliate e prendono in considerazioni tutti gli aspetti del vaping: dalle motivazioni che hanno spinto la persona ad acquistare una sigaretta elettronica, alle preferenze in materia di hardware e aromatizzazioni. Per partecipare al sondaggio è sufficiente collegarsi alla pagine web dedicata.