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E-CIG, OK IN PUBBLICO MA CON EDUCAZIONE

Esultano gli “svapatori” italiani: con la conversione in legge del decreto Istruzione, è stato cancellato il divieto di utilizzo della sigaretta elettronica nei luoghi pubblici, introdotto a giugno con il decreto Iva-Lavoro. Di fatto l’uso delle e-cig viene autorizzato in tutti i luoghi pubblici: uffici, cinema, ristoranti, mezzi pubblici e bar. La sigaretta elettronica rimane invece vietata nelle scuole per via della norma introdotta dallo stesso decreto Istruzione.

“Ho recepito – ha spiegato il presidente della Commissione Cultura della Camera, Giancarlo Galan, presentatore dell’emendamento che ha cancellato i divieti – l’appello proveniente da una nuova filiera produttiva, per altro in forte espansione, massacrata da tassazione e da pesanti divieti di utilizzo e pubblicità a causa di un intervento normativo improvviso e forse poco approfondito”. Per Galan, insomma, si è trattato della “correzione di un eccesso di proibizione. L’emendamento al Decreto Istruzione ha voluto correggere una situazione venutasi a creare con il decreto di luglio che era eccessivamente restrittivo e per esempio proibiva di fatto la pubblicità persino sulle vetrine dei negozi che vendono le sigarette elettroniche. Le norme erano più restrittive di quelle per il tabacco e il testo, che è stato riformulato tre volte, originariamente chiedeva semplicemente l’equiparazione delle sigarette elettroniche con quelle tradizionali”. L’emendamento approvato, invece, alla fine ha stralciato l’ultima parte del comma 10-bis dell’articolo 51 della legge Sirchia (introdotto appunto con il dl Iva-Lavoro), con la quale erano state applicate alle sigarette elettroniche le norme “in materia di tutela della salute dei non fumatori” previste per i tabacchi. Cancellando proprio quest’ultima frase di fatto viene reso possibile il fumo elettronico in tutti i luoghi pubblici. “La prima stesura dell’emendamento che avevo proposto al dl Istruzione – ha infatti spiegato Galan – era più restrittiva rispetto alla riformulazione che mi ha proposto il Governo, con la quale, stralciando del tutto una parte del decreto di giugno, di fatto si permette di fumare l’esig in tutti i luoghi pubblici, a giusta eccezione delle scuole. Non mi permetto di dare alcun giudizio medico scientifico su questo prodotto, sono un ex-fumatore da tempo, anche se gli ultimi studi sembrerebbero confortanti, cometestimoniato dal professor Veronesi. Da convinto liberale quale sono ho solo ritenuto opportuno non affossare un nuovo modo di fare impresa con una regolamentazione ostruzionistica”. “Sorpreso” si dice invece Girolamo Sirchia, ex ministro della Sanità e attuale presidente della Consulta nazionale sul Tabagismo, nonché autore della legge del 2003 con la quale è stato introdotto in Italia il divieto di fumo nei luoghi pubblici. “Prima una tassazione fuori misura e adesso quello che sembra una sorta di compensazione, sembra una gara a chi fa peggio – ha commentato -. E’ un cattivo provvedimento, non certo mirato alla salute pubblica, anche nella parte che riguarda la liberalizzazione della pubblicità. Non è certo un’immagine edificante quella di una persona che fuma, anche se si tratta di una sigaretta finta. E’ una brutta immagine”. Sirchia spiega di essere “favorevole alla sigaretta elettronica quando viene usata come presidio per smettere di fumare. Certo è meno dannosa della nicotina combusta della sigaretta tradizionale. Però non si può costringere chi ti sta accanto a respirare vapori che possono essere anche di nicotina. Certo, adesso l’emendamento è diventato legge, ma speriamo che il divieto si possa recuperare”.

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