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In Texas la Competitive Vaping League. Ma non senza polemiche.

Hanno preso il via negli Stati Uniti competizioni tra vapers che premiano chi riesce a produrre più vapore con la loro sigaretta elettronica. Il vincitore è riuscito ad espirare una nuvola di vapore lunga circa due metri. I partecipanti si sono riuniti in un negozio di ecig del Texas. Le regole sono semplici: è sufficiente aspirare e poi rilasciare vapore per quanto più possibile.Competizioni analoghe sono presenti già da diverso tempo in tutto il mondo. Prima però era una pratica ludica, fatta tra amici, ora pare stia diventando un vero business. Soprattutto in Canada, in Indonesia e, appunto, negli Usa. I critici sostengono che tali manifestaizoni servano semplicemente a far arricchire gli organizzatori (che spesso sono anche i titolari dei punti vendita dove vengono effettuate le gare). A fronte di premi in denaro che non superano i 500 dollari (o accessori per lo svapo di valore equivalente), le iscrizioni e soprattutto gli acquisti portano nelle casse dell’organizzatore guadagni almeno dieci volte superiori. Molti pernsano che così facendo venga meno l’etica dello svapo, ovvero il piacere di gustare aromi in relax o in compagnia. A questo aggiungono inoltre la pericolosità dovuta spesso alla manomissione degli atom e delle resistenze originali, per non parlare di quelle prodotte in autonomia. Non vogliamo addentrarci in queste situaizoni, poiché ognuno è libero di comportarsi e divertirsi come meglio crede. E’ necessario però prestare la massima attenzione: una Cinquecento non può montare un motore Ferrari.

Brandon Parrish, proprietario del negozio che ha organizzato l’evento texano, è stato interpellato per esprimere un giudizio sulle critiche che lo hanno colpito: “Non so se il cloud vaping possa diventare uno sport riconosciuto ed evere una lega nazionale, ma certamente potrebbe diventare un fenomeno televisivo come ad esempio i tornei di poker. Prima era un divertimento tra amici, adesso è diventato un vero e proprio business attorno cui ruotano milioni e milioni di dollari. Al momento ho lanciato una raccolta di adesioni per creare la Competitive Vaping League, vedremo se e quando riusciremo ad organizzare la prima edizione”.

Competizioni di questo tipo, è bene dirlo, sono accusate di stigmatizzare lo svapo: i legislatori troverebbero in queste manifestazioni terreno fertile per sostenere restrizioni e divieti. Tutto sta, insomma nella consapevolezza che il buon senso deve sempre avere la meglio sul business e la maleducazione.

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