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Arcangelo Bove, dal virtuale al reale: “Negozi Svapoweb a Milano e Trieste”

E’ tra i maggiori siti europei di e-commerce dedicati allo svapo. Spesso al centro di polemiche per le transazioni con l’Italia da mercato estero. Ma il dato di fatto è che Svapoweb è certamente il punto di riferimento per decine di migliaia di consumatori. Non soltanto privati ma anche rivenditori, che attraverso il sito approvvigionano i loro magazzini. Arcangelo Bove è il fondatore-ideatore. Un imprenditore del web che ora può vantare una ventina di collaboratori quotidianamente impegnati a lavorare sul sito.

Come è nata l’idea di aprire un canale on line dedicato esclusivamente allo svapo?
boveCirca sei anni fa, quando lavoravo già col web e importavo prodotti di elettronica. Il fornitore da cui mi servivo, vedendo che io fumavo troppo – utilizzavamo la videochiamata offerta da messenger, ormai in disuso – mi regalò in un ordine una sigaretta elettronica. Si trattava di uno dei primissimi modelli, ora non più in uso, la sigaretta 801 con la cartuccia “cartomizzatore”. La provai e mi piacque moltissimo. Cominciai pertanto a fare acquisti compulsivi alla ricerca dei prodotti e dei marchi migliori. Dopo circa un anno di svapo confrontando questi prodotti con quelli disponibili nei negozi su strada, che, nel mentre, iniziavano a diffondersi, mi accorsi di aver individuato device di qualità superiore. Trovati i fornitori affidabili, lanciai il sito Svapoweb. Il fumo elettronico era una novità assoluta, e le notizie allora reperibili sul fenomeno si rintracciavano solo in rete. E’ stato quindi naturale fondare uno shop on-line. Questo è un mercato che è nato in rete.

Quanto ha influito per voi l’introduzione della tassa?
La tassa ha influito negativamente sulle vendite. Abbiamo registrato una riduzione del fatturato del 25 per cento. Fortunatamente, contrariamente a quanto si pensi, il mercato del fumo elettronico è in crescita e così, in tre mesi, siamo riusciti a recuperare quasi interamente il terreno perduto. Grazie alla fiducia dei clienti siamo tornati quasi ai livelli pre-tassa. Prima dell’introduzione della tassa, riscontravamo un aumento del 10 per cento di nuovi clienti su base mensile. Dopo la tassa, l’incremento è stato del 5 per cento.

Dalle vostre statistiche, come si può descrivere lo svapatore italiano?
Come primo acquisto è orientato sul Justfog, mentre lo svapatore già esperto generalmente utilizza un atomizzatore rigenerabile di tipo RTA, come ad esempio il Kayfun, montato su una box elettronica. E’ piuttosto giovane, appartenente a una fascia d’età compresa tra i 20 e i 30 anni. Per quanto riguarda i liquidi, al momento le scelte del consumatore italiano si orientano sui gusti cremosi, come ad esempio la vaniglia e la crema pasticcera. Lo svapatore italiano, inoltre, ama la novità. In questo settore, i gusti e le tendenze cambiano molto rapidamente. I vapers che utilizzano sempre lo stesso sistema e lo stesso liquido sono una minoranza. La maggior parte degli svapatori, quando esce sul mercato un nuovo prodotto, lo acquista, anche solo per testarlo.

Da quando avete aperto ad oggi, come sono cambiate le esigenze degli svapatori?
E’ il mercato a essere cambiato. Anni fa, ad esempio, il cartomizzatore Boge era tra i migliori. Ora non si vende più. Lo svapatore è di per sé esigente, sia per quanto riguarda l’hardware, sia per quanto riguarda i liquidi. E’ costantemente alla ricerca del prodotto migliore e questo ha fatto sì che i produttori si adeguassero alle esigenze dei consumatori. Nel giro di tre anni sono sorti tantissimi nuovi produttori, sono stati messi sul mercato svariati prodotti e sono stati concepiti device elettronici altamente sofisticati. Un livello di progresso riscontrabile solo in altri prodotti tecnologici, quali i telefoni e i computer.

Sono i gusti degli svapatori a dettare le scelte commerciali di un’azienda oppure sono le campagne promozionali a influire sui gusti?
Come in altri settori, la pubblicità aiuta ma a influire sulle scelte commerciali sono essenzialmente i gusti e le preferenze dei vapers. Se il prodotto non è qualitativo, non si venderà, anche se alle spalle è supportato da una campagna pubblicitaria. Può andare bene inizialmente, ma alla seconda tornata resterà sugli scaffali: il mercato del fumo elettronico si muove in fretta e non è più giovanissimo. I vapers hanno ormai acquisito esperienza, sanno ciò che vogliono.

C’è un investimento che non farebbe più?
Ancora oggi stiamo investendo con scelte mirate e continueremo a farlo. Da pochi mesi, ad esempio, abbiamo investito su un’azienda produttrice di basi e aromi, la Gioark. Sinora, fortunatamente, i nostri investimenti si sono rivelati sempre proficui.

Molti rivenditori considerano Svapoweb un concorrente sleale perchè ha basse spese di gestione e alti profitti. Come risponde all’accusa?
magazzinoDi solito, tutti i leader di un mercato sono oggetto di attacchi e di critiche. Per quanto riguarda le spese di gestione, non sono poi così basse. Abbiamo un magazzino di ampia metratura, dei server dedicati per il sito, la protezione dagli attacchi hackers tramite server collegati, la sorveglianza, oltre alla gestione di circa una ventina di dipendenti tra magazzinieri e servizio clienti. Anzi, direi che i costi sono abbastanza alti. Naturalmente, ciò che ci differenzia dal singolo negozio su strada è la disponibilità di una vetrina virtuale che si affaccia su tutto il mondo. Se i negozi fisici potessero avere uno show case sul corso più frequentato di ogni città italiana e europea, avrebbero gli stessi volumi di vendita del nostro sito e forse anche più.

Quindi avendo una clientela potenzialmente infinita il segreto sta tutto negli ordinativi: più spendo, più guadagno…
Certo, ma non è così semplice. Come detto in precedenza, questo è un mercato molto veloce. Bisogna avere la capacità di anticiparlo, con scelte oculate sui prodotti e sulle quantità giuste, per evitare di rimanere con tanta merce invenduta. Non solo. Oltre al miglior prezzo, puntiamo anche sulla velocità di evasione dell’ordine, in modo che tra la commessa e la ricezione della merce intercorra il minor tempo possibile, sempre accompagnando il cliente in ogni fase dell’acquisto.

In percentuale si rivolgono a Svapoweb più privati o più rivenditori?
Decisamente più i privati. Tra gli iscritti al nostro sito, i rivenditori rappresentano il 2 per cento della clientela. I rivenditori sono in maggior parte italiani. Tra i privati, una buona quota proviene dall’Italia, ma stiamo riscontrando un anche un significativo aumento della clientela estera.

Ma con uno shop on line è davvero facile scavalcare la legge ovvero, nella fattispecie, non pagare le tasse?
bove2Questa è l’idea di chi ha scarsa conoscenza del settore. Semmai, è vero il contrario. Diversamente da quanto avviene nel negozio su strada, uno shop on line come il nostro non riceve mai il cliente di persona, che si trova a diversi chilometri di distanza. Il pagamento in nero può avvenire solo quando c’è un incontro fisico tra commerciante e cliente. I pagamenti che riceviamo, sia tramite bonifico su conto aziendale che accredito su conto Paypal aziendale, sono tutti tracciabili. Anche nel caso del pagamento in contanti alla consegna, in realtà la transazione di denaro è tracciabile. Il corriere di cui ci serviamo ci trasferisce i soldi incassati – in contanti dai clienti – tramite bonifico bancario. Per questo motivo, i negozi on-line, anche in Italia, non hanno l’obbligo di emettere fattura al cliente privato, proprio perché i pagamenti elettronici sono per forza di cose tracciati ed è pertanto molto semplice accertare un eventuale illecito.

A quando l’apertura di uno shop fisico sotto l’egida Svapoweb?
Stiamo già lavorando per l’apertura di negozi fisici e a breve il progetto si concretizzerà. Al momento non posso dire di più, ma posso anticipare che i primi negozi Svapoweb apriranno a Trieste e a Milano.

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