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All’alba del nuovo giorno, il settore del vaping si lecca le ferite. L’emendamento dell’alfaniana Simona Vicari ha messo un nuovo punto esclamativo: i liquidi con nicotina e le sigarette elettroniche già regolamentate da Tpd passeranno sotto il totale controllo del Monopolio di Stato. Per poter vendere questi prodotti, i negozianti dovranno dotarsi di apposita licenza da rinnovare di anno in anno. Aams avrà tempo sino al 31 marzo per pubblicare attraverso decreto le modalità per l’ottenimento di nuove licenze (nuove aperture) e il mantenimento di quelle già assegnate. L’approvvigionamento e la vendita saranno dunque regolamentate direttamente dal Monopolio di Stato.
In sede di commissione, sia il Ministero dell’economia che quello della salute hanno dato un parere favorevole all’emendamento. Parere contrario, invece, è stato dato dal Ministero dello sviluppo economico.
Tra i senatori presenti in commissione bilancio, è da segnalare la presa di posizione di Marcello Gualdani che, come trascritto ufficialmente nel resoconto, si è posto “problematicamente sui contenuti della nuova proposta, che, pur motivata dal giusto fine di contrastare l’evasione fiscale, potrebbe tuttavia risultare penalizzante per molte attività. Invita inoltre la Commissione a considerare le note critiche espresse da Confindustria sul punto“. Il senatore ha fatto scrivere dunque nero su bianco che le aziende appartenenti ad Anafe-Confindustria hanno espresso un parere negativo sull’emendamento. E d’altronde non poteva essere che così, visto che la misura è stata introdotta per “combattere il deleterio fenomeno della cosiddetta light tax e recuperare le risorse erariali sino ad oggi non pagate dalle aziende”. La nota stridente è che anche Gualdani appartiene alla stessa componente parlamentare di Vicari. Le sue parole hanno segnato una spaccatura all’interno del gruppo, composto oltretutto da loro due stessi. Ma, mentre Gualdani ha fatto riferimento esplicito alla posizione di Anafe-Confindustria e l’ha fatta propria, la senatrice Vicari ha portato ugualmente avanti l’ipotesi monopolistica, spaccando di fatto l’unità del gruppo Ap in sede di Commissione. Cui prodest tutto questo?