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Il negoziante italiano specializzato in sigarette elettroniche lavora da più di due anni, ha un profitto sino a 10mila euro al mese derivante essenzialmente dalla vendita di liquidi presso uno shop fisico (93%), gestisce un solo punto vendita. È il profilo del negoziante-tipo italiano che emerge dal sondaggio promosso da EcigIntelligence. Tra luglio e agosto sono stati raccolti i dati attraverso un questionario on line a cui hanno risposto 149 negozianti in rappresentanza di circa 200 punti vendita. I dati sono stati analizzati e diffusi in questi giorni.
I flaconi più venduti sono quelli da 10 millilitri con una gradazione di nicotina da 3 e 6 milligrammi per millilitro (19%), seguiti a stretto giro dai flaconi senza nicotina (18%). I flaconi da 60 millilitri (quindi senza nicotina) sono i più venduti nel 16 per cento dei negozi rispondenti. Interessante notare che il 3 per cento dei rispondenti hanno affermato di vendere essenzialmente flaconi da 24 mg o superiori, concentrazioni che secondo la normativa europea sono da considerarsi illegali. Il gusto più popolare rimane il tabacco (25 per cento) anche se seguito a strettissima distanza dalla frutta (23 per cento), mentolati (20 per cento) e cremosi (18 per cento); ultimi gli alcoolici con il 14 per cento. Il 69 per cento dei negozi non ha una zone relax ma un semplice bancone di fronte il quale il cliente sta in piedi o seduto su uno sgabello. Il 69 per cento dei rivenditori ha dichiarato un profitto non superiore ai 10 mila euro mensili; il 29 per cento sino a 20 mila euro; il 5 per cento sino a 30mila euro mentre il rimanente 5 per cento un profitto mensile superiore ai 30 mila euro.