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Mercoledì 29 novembre. Ore 8,30. Piazza Montecitorio.
Il fumo elettronico si farà sentire. A tutela del lavoro, della salute, di migliaia e migliaia di persone che in questi ultimi anni hanno investito tempo e denaro credendo in un futuro migliore. Produttori, distributori, negozianti su strada, rivenditori online: di fronte agli artigli dello Stato e del Monopolio nessuno può credersi o dirsi salvo. Se perde uno, uno soltanto, abbiamo perso tutti.
Non ci sono interessi di parte e non ci sono bandiere. Mercoledì 29 in piazza ci saranno i lavoratori del comparto fumo elettronico. I lavoratori di una filiera che ogni anno fattura circa 600 milioni di euro e che permette di sopravvivere a circa 30mila persone.
Ci saranno i giovani che hanno investito i soldi dati in prestito dai genitori; ci saranno i negozianti di mezza età che hanno saputo ritagliarsi una seconda possibilità e opportunità lavorativa; ci saranno gli imprenditori che hanno investito centinaia di migliaia di euro e ora potrebbero vederli svanire. In un periodo di crisi strutturale, il comparto del fumo elettronico era tra i pochissimi che in questi anni ha sempre segnato un trend positivo. Purtroppo lo Stato se n’è accorto e non ha esistato a infilarci le mani.
In piazza ci saranno tutte le sigle associative del settore, ci saranno gli esponenti politici che ci hanno supportato sino ad ora, ci saranno i media che riprenderanno e daranno enfasi alla protesta legittima e condivisa.
In piazza non ci saranno nuvoloni, non ci saranno esibizioni o rappresentazioni ricreative della sigaretta elettronica. In piazza ci saranno donne e uomini, giovani e meno giovani, datori di lavoro e dipendenti. Il lavoro prima di tutto. Quel lavoro che ci siamo costruiti, creati, in cui abbiamo creduto. E che ora un drappello di parlamentari rappresentanti di qualche interesse di parte ci vuole sottrarre.
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