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Scoop Reuters, piano decennale Philip Morris: era tutto già scritto

L'agenzia di stampa pubblica un documento redatto dai vertici della multinazionale. Si evince come la la strategia di comunicazione e di sensibilizzazione politica sia stata pianificata anni fa nell'ambito del piano decennale dell'azienda.

Le multinazionali del tabacco non ragionano e pianificano in maniera estemporanea. Adottano piani pluriennali mirati e studiati, convergendo le loro azioni sulla realizzazione degli obiettivi preposti. L’agenzia di stampa Thomson Reuters ha pubblicato un documento datato 2014 nel quale sono contenute le strategie decennali della Philip Morris. Tre anni fa, i vertici della multinazionale, avevano già ben chiaro quale sarebbe stata la situazione normativa e fiscale sui prodotti del vaping e a rischio ridotto, coordinando di riflesso le loro azioni di pressione e impegno in quella direzione. Vengono messe nero su bianco le linee guida e le strategie da adottare per consolidare il prodotto che, secondo Pmi, costituisce il principale business del loro futuro: il riscaldatore di tabacco. La strategia non prevede solo una partecipazione attiva sul fronte della comunicazione, ma anche all’interno della comunità scientifica e ai tavoli di decisione regolatoria. Il documento curato da Philip Morris International Usa, è stato pubblicato in parallelo all’intervista con una ex dipendente del gruppo Pmi, Tamara Koval, che ha denunciato presunte irregolarità (e presunta incompetenza dei ricercatori) negli esami e nei test scientifici sulla tossicità di Iqos. Koval spiega che, dopo aver sollevato il problema in azienda, è stata estromessa dalle riunioni interne.
Il documento pubblicato in Rete dall’agenzia Reuters fa parte di un dossier chiamato Philip Morris File. Questi i passi salienti del piano decennale:

Obiettivi
Definire e aprire la strada al giusto quadro fiscale e normativo che permetta al portfolio di prodotti a rischio ridotto (Prr) di Philip Morris di diventare lo strumento della nostra crescita nel futuro;
Sostenere e incrementare la commercializzazione;
Sostenere un quadro fiscale e normativo che si basi sulla scienza e riconosca il potenziale dei prodotti a rischio ridotto;
Sconfiggere proposte normative e fiscali eccessive e far revocare i divieti esistenti.

Strategie e azioni
Ottenere un trattamento fiscale vantaggioso per i prodotti a rischio ridotto, evitando al contempo qualsiasi svantaggio concorrenziale;
Chiedere una specifica struttura fiscale e livelli d’imposta ragionevoli per soddisfare gli obiettivi di gettito governativi, garantendo nello stesso tempo che la categoria rimanga commercialmente sostenibile e possa realizzare il suo potenziale di riduzione del danno:

  1. Breve termine – all’interno dell’esistente quadro fiscale, cercare di far rientrare i Prr in una categoria d’imposta diversa dalle sigarette
    2. Lungo termine – chiedere modifiche alla legislazione fiscale al fine di creare una nuova categorie per “i prodotti a tabacco riscaldato” e le sigarette elettroniche.

Quadro normativo:
Definire il minimo che dobbiamo raggiungere dal punto di vista normativo, per esempio dimostrazioni, comunicazioni uno-a-uno e la possibilità che il consumatore possa comprare e gustare i prodotti.

  1. Garantire un quadro normativo che distingua fra Prr e sigarette tradizionali e permetta una comunicazione verificata ai fumatori adulti sul loro potenziale di riduzione del rischio
  2. Sconfiggere proposte normative esagerate che hanno come scopo quello di soffocare la crescita dei Prr

Impegno esterno:

  1. Fare in modo che il concetto di riduzione del danno diventi una politica accettata nell’ambito della Tobacco regulation
  2. Dimostrare che le aziende del tabacco sono parte legittima del dibattito normativo sui Prr (“parte della soluzione”)
  3. Fare leva sulla ricerca scientifica e sull’innovazione per guadagnare credibilità con gli stakeholder
  4. Identificare e coinvolgere stakeholder/alleati terzi e non tradizionali (produttori e venditori di sigarette elettroniche, consumatori adulti di Prr, sostenitori della riduzione del danno, comunità scientifica) a livello globale e locale
  5. Sviluppare messaggi e materiali persuasivi per sostenere la nostra difesa dei Prr
  6. Amplificare e incrementare il dibattito sulla riduzione del danno negli eventi globali (per esempio il Cop6)
    7. Continuare a confrontarsi con i legislatori a livello globale.

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