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Cannabis light, Federazione Tabaccai: “Prudenza e responsabilità”

Pubblichiamo l'editoriale firmato dal presidente della Fit, Giovanni Risso, in merito alla liceità di vendere la cannabis light nelle tabaccherie.

Il presidente della Federazione italiana tabaccai interviene nel dibattito circa la possibilità di vendere o meno la cannabsi light in tabaccheria. Anche alla luce degli ultimi fatti di cronaca, Giovanni Risso tiene a commentare la situazione, dimostrando prudenza nei confronti di un prodotto che ancora non è regolamentato. “Quella della cannabis light – scrive Risso nell’editoriale dell’ultimo numero de La Voce del Tabaccaio – è una questione ormai nota a tutti e, come a volte accade nel nostro Paese, tra norme incomplete e chiarimenti che non arrivano, l’effetto è quello di ritrovarsi sempre più confusi tra ciò che si può fare e ciò che invece è vietato. Quello che invece è certamente chiaro fin dall’inizio di questa ormai lunga storia è la nostra posizione di suggerita prudenza su un tema così delicato, un tema su cui, in un senso o nell’altro, il rischio dietro l’angolo è di ritrovarsi in qualche strano pasticcio che, al di là dei possibili esiti, presuppone quanto meno l’impiego di risorse ed energie per il malcapitato”.
Su quali siano i pericoli connessi alla vendita – continua il presidente della Federazione tabaccai – ci siamo soffermati più volte. Tra percentuali di THC, usi consentiti, distinzione tra prodotto italiano ed estero, coltivazione, distribuzione, vendita al dettaglio e quant’altro, le posizioni e le interpretazioni sono le più variegate: in nessun caso, però, è stato raggiunto ancora quel livello di certezza sulle regole che a nostro giudizio è necessario acquisire prima di intraprendere una nuova attività, soprattutto da parte di chi come noi rischia più degli altri di rimetterci la concessione. E che la prudenza continui a non essere mai troppa ce lo confermano alcune notizie di cronaca che raccontano del sequestro di quantitativi di cannabis light rinvenuti in tabaccherie e destinati alla vendita. In almeno uno di questi casi ci risulta che il Tribunale del Riesame – puntualizza Risso –  chiamato a decidere sulla legittimità del sequestro, abbia respinto il ricorso e confermato la misura cautelare. Come a dire che a giudizio del magistrato di turno forse proprio la questione non è così chiara come qualcuno vorrebbe far credere”.
Non sappiamo come andrà a finire, ma certamente tutto questo conferma le nostre perplessità. Ognuno – conclude Risso – è evidentemente libero di decidere in piena autonomia, ma, a rischio di ripeterci all’infinito, il nostro consiglio continua ad essere quello di valutare con attenzione pericoli e benefici“.
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