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Dall’Organizzazione mondiale di sanità una stretta sui riscaldatori di tabacco

L'Oms invita i Paesi a non veicolare l'utilizzo e non favorire la pubblicità dei nuovi dispositivi, non soltanto le sigarette di ricarica ma neppure la parte elettronica.

Occorre approfondire la conoscenza sui prodotti di nuova generazione che riscaldano il tabacco. E, nel frattempo i Paesi membri della Convenzione quadro, non dovranno incentivarne la diffusione, né delle sigarettine di ricarica ma neanche del dispositivo elettronico. È in sintesi quanto emerge nel documento conclusivo del Cop8 di Ginevra, l’incontro ad alto livello tra organismi multilaterali e singoli Paesi. Nei prossimi due anni l’attenzione delle istituzioni dovrà quindi essere rivolta verso i riscaldatori di tabacco e gli effetti che possono provocare sulla salute. Le conclusioni saranno presentate al Cop9 che si terrà ad ottobre 2020 in Olanda. L’aspetto importante è che “l’invito” dell’Oms non riguarda soltanto le sigarettine contenenti tabacco ma anche il dispositivo elettronico, il vero e proprio riscaldatore.
L’Oms dovrà quindi preparare, insieme a scienziati ed esperti anche della società civile, una “relazione completa sulla ricerca e le prove sui prodotti del tabacco nuovi ed emergenti, in particolare prodotti del tabacco riscaldato, per quanto riguarda il loro impatto sulla salute anche sui non consumatori” definendo “il loro potenziale di dipendenza, percezione, attrattiva e potenziale ruolo nell’avviare e smettere di fumare”. Dal punto di vista delle emissioni, occorrerà invece “esaminare i processi chimici e fisici che questi prodotti subiscono durante l’uso”. Nel caso in cui le modalità di rilevamento non siano idonee con quelle del tabacco tradizionali, bisognerà trovare “metodi adeguati” per effettuare la misurazione.
In attesa dei risultati e della relazione definitiva, il segretariato della convenzione quadro sul tabacco invita i Paesi membri a “non favorire la diffusione”, “evitare che vengano fatte dichiarazioni sulla salute” o “pubblicità, promozioni e sponsorizzazioni” di tali prodotti. Potranno anche essere studiate apposite normative al fine di “regolare, limitare o vietare, a seconda dei casi, la fabbricazione, l’importazione, la distribuzione, la presentazione, la vendita e l’uso dei nuovi prodotti del tabacco”. Ed in conclusione, “l’invito” – che nel gergo diplomatico è pressoché sinonimo di obbligo –  “ad applicare le misure di cui sopra ai dispositivi progettati per il consumo di tali prodotti”. In parole povere, il dispositivo elettronico di riscaldamento.

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