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Ha preso il via a Ginevra l’ottava Conferenza delle parti della Convenzione quadro sul controllo del tabacco, nell’ambito del primo trattato internazionale sulla salute pubblica adottato dall’Organizzazione mondiale della sanità, ovvero il più importante incontro formale ad alto livello tra istituzioni, organismi multilaterali e organizzazioni internazionali. Al termine della settimana di lavoro, leggendo il documento conclusivo che uscirà dalle sessioni dell’Oms servirà per tracciare la strada che i governi dobvranno adottare in materia di tabacco e riduzione del danno. Se pare confermata l’assoluta contrarietà a qualsiasi forma di pubblicità e sostegno al tabacco, qualche spiraglio rimane ancora aperto circa un eventuale sostegno non negativo dei confronti delle sigarette elettroniche e dei riscaldatori di tabacco. L’impegno dei Paesi occidentali a salvaguardare gli strumenti di riduzione del danno potrebbe essere vanificato dagli interventi dei Paesi minori. In sede Oms, infatti, i singoli voti non hanno pesi differenti. La coalizione del sud est asiatico a cui va aggiunto qualche governo africano e qualche estremista europeo stanno portando avanti la tesi della “nessuna dipendenza”, ovvero tutto ciò che si fuma (o si svapa) è ugualmente dannoso. Al contrario, ad esempio, dei Paesi anglosassoni che invece già da anni spingono i fumatori a ridurre il rischio della combustione attraverso strumenti alternativi. L’Italia è rappresentata da una delegazione tecnica del Ministero della Salute.