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Sigarette elettroniche, associazioni di settore alla resa dei conti (con lancio di stracci)

La tassa sui liquidi è stata abbassata. Di chi è il merito (o la colpa)?

L’imposta è ridotta del 90 per cento sui liquidi senza nicotina. Dell’80 per cento sui liquidi con nicotina. L’online torna legale purchè con deposito fiscale. Le aziende possono concordare un piano di rientro sul debito con uno sconto del 95 per cento. Tutte le forme di nicotina immesse in mercato dovranno sottostare a Tpd. Insomma, vittoria su tutti i fronti viste le premesse e soprattutto viste le tribolazioni vissute negli anni passati. Eppure le associazioni rappresentative della filiera sono in perenne conflitto, contrapposte in una aspra polemica a suon di screen shot, provocazioni e stilettate. La notte della vigilia dell’approvazione dell’emendamento in Commissione Finanze del Senato è stata animata da uno scontro social tra le due anime del settore, che in questi mesi avevano portato avanti istanze contrapposte. Da un lato la cordata Anafe-Uniecig-Coiv e Anpvu, dall’altro Anide e Eim. Alla base della polemica, la differenza di vedute sull’esito dell’emendamento. I primi hanno dimostrato soddisfazione e si sono divisi il merito di aver contribuito alla scrittura del testo; i secondi, seppure nelle settimane scorse avevano espresso più volte positività e fiducia nell’esito, hanno invece rispedito al mittente la primogenitura dell’emendamento.
Contrapposizioni intestine che hanno lacerato l’unità sino ad allora sopite sotto una sorta di cortina di silenziosa non belligeranza.
Tutto nasce in seguito ad un comunicato diffuso a mezzo social da Anide, l’associazione presieduta da Elisabetta Robotti che, tra le altre cose, recitava: “Che l’imposta sarebbe stata rivista era lapalissiano. Che fossero colpiti anche gli zero, no. Questa imposta sugli zero piace un sacco a chi non fa le basi. Piace un sacco a chi faceva gli aromi e che (essendo anch’egli amico degli amici) sapeva già come sarebbe finita ed è pronto a fare liquidi ed a venderli sul suo sito dopo aver ottenuto di diventare deposito fiscale“. L’imposta di consumo sui liquidi senza nicotina, è bene precisarlo, con l’approvazione del decreto fiscale verrebbe abbassata del 90 per cento, passando da quasi 40 centesimi per millilitro agli attuali 4 centesimi. Una svista, probabilmente, che ha fatto sollevare gli scudi alla frangia pro-emendamento. Ed infatti, la risposta di UniEcig, diffusa da Fabio Manganello, componente del direttico, evidenziava l’errore. “Non so se sei stata messa al corrente del fatto che sullo zero nicotina grava attualmente un’imposta di circa 5 euro ogni 10 ml, esattamente come sui liquidi con nicotina. Ciò per effetto di una sentenza della Corte Costituzionale dell’anno scorso. Passare da 5 euro compresa Iva a 50 centesimi (meno 90%) sugli zero (10 ml) e da 5 a un euro (meno 80%) sui liquidi da 10 ml con nicotina è per te una sconfitta?“. La polemica si infiamma e tra i componenti delle associazioni volano accuse reciproche. Soprattutto Elisabetta Robotti è sotto tiro, accusata di avere cambiato idea e strategia. “Anide a luglio non voleva uscire da Aams (far west)– risponde Manganello – e infatti non si esce, Anide a luglio non voleva eliminare completamente la tassa (far west) infatti l’hanno solo diminuita, Anide a luglio non voleva ripristinare gli online (far west) infatti ora devono istituire prima un DF“. A riprova dell’inversione a U, Francesca Torelli pubblica un comunicato di Anide pubblicato da Sigmagazine in cui Robotti sosteneva che “l’uscita da Aams non è risolvibile in sede di legge di bilancio“. I toni si sono ulteriormente accesi e di volta in volta sono stati chiamati in causa diversi membri delle associazioni di una o dell’altra fazione. Tra tutte le risposte, ha fatto specie quella scritta da Daniel Micheli, negoziante, segretario del circolo della Lega in un piccolo paese lombardo, presentato come referente nazionale della Lega con le associazioni del vaping. “Dispiace vedere un settore senza una direzione comune. Dispiace da appartenente al settore da più di 8 anni di essere offeso perché orgogliosamente non autorizzato perché nato libero e finché potrò cercherò di restarlo“. Anche Aldo Mastandrea (Eim) si aggiunge al coro d’accusa nei confronti dell’emendamento della Lega: “Quando dicevamo che i segnali del governo andavano verso una rimodulazione della tassa e che non sarebbe stata tolta perché non c’era la volontà di un mercato allo sbando e perché le coperture non lo consentivano visto i bilanci dello stato, mi avete fatto passare per quello che voleva la tassa, ed era pieno di gente che faceva i finti free tax perché diceva che sarebbe stato giusto che la tassa fosse stata cancellata perché avevano mille argomentazioni giuridiche!”. Gli fa fa contraltare Massimiliano Begotti che non gliele manda a dire: “Diciamo le cose come stanno per una volta, noi ci abbiamo provato in ogni modo ad uscire ed a far azzerare questa imposta, abbiamo provato in tutte le maniere a far capire che ci sono mercati dove non esiste il monopolio eppure lavorano, si chiama concorrenza leale, perché tutti sono uguali, ma no!!! A voi non stava bene uscire da aams e dalla tassa perché nulla avevate più a che fare con questo settore, anche perché siete diventati aziende chimiche e quindi vi piaceva mantenere quel vantaggio commerciale che manco vi pareva vero avere. E tutti sappiamo che avete gioito nelle vostre chat segrete, non fatemi tirare fuori gli screen che è meglio oppure il mondo potrebbe svegliarsi tutto in un momento ed aprirebbe gli occhi, chat in cui produttori, negozianti e presidenti di associazioni esultano al mancato passaggio dell’emendamento ed altre in cui si augura a me ed al mio collega di schiantarci in galleria e di raccogliere i nostri resti con il cucchiaino“.
Gli anziani saggi sostengono che le ragione sta spesso nel mezzo. Ma dicono anche che i panni sporchi si devono lavare in casa. Altrimenti gli unici a giovare dello spettacolo inscenato nel “social teatro degli orrori” sono soltanto gli spettatori non paganti.

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