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“Dal Ministero della Salute un colpo di coda della vecchia burocrazia”

Mosè Giacomello, presidente Vapitaly, critica aspramente il parere fornito dal dicastero del ministro Grillo alla Commissione Finanze del Senato.

Il parere del Ministero della Salute dato alla Commissione Finanze del Senato continua a far discutere. Dopo l’intervento del professor Polosa e delle associazioni di settore, interviene anche Mosè Giacomello, presidente di Vapitaly, azienda organizzatrice della fiera di settore più visitata d’Europa. “Stupore e amarezza. Queste sono le prime parole che vengono in mente leggendo il parere fornito dal Ministero della Salute alla Commissione Finanze del Senato. Anni di studi, ricerche ed analisi, milioni di consumatori in Europa e nel resto del mondo che hanno smesso di fumare grazie al vapore, legislazioni che abbracciano il principio della Riduzione del danno da fumo, tutto spazzato via portando indietro le lancette dell’orologio di 10 anni. Se la precedente gestione del Ministero ha raggiunto il non invidiabile risultato di aumentare il numero di fumatori in Italia, la nuova gestione sembra sulla via di consolidare questo risultato Diventato obsoleto il vecchio mantra: “non ci sono sufficienti studi…”, il nuovo refrain è: “La letteratura scientifica non è ancora conclusiva…”. Eppure anche uno studente al primo anno di medicina sa che la scienza non può mai essere conclusiva. Negando quindi l’approccio della Riduzione del Danno, sostenuto dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità – continua il presidente di Vapitaly– che il Ministero si preoccupa di citare al fine di giustificare le proprie azioni, il documento dichiara che l’aumento delle tasse è strumento fondamentale per disincentivare il consumo di prodotti del tabacco. L’intervento del Ministero della Salute, però, non si ferma a questo. Lo stesso ha chiesto infatti di mantenere una elevata tassazione anche per i prodotti che non contengono né tabacco e nemmeno nicotina. Ma è ben altra la realtà che traspare dal documento. Malgrado la Direttiva Europea 40/2014 (TPD) abbia assegnato ai Ministeri della Salute il compito di verificare la qualità dei prodotti immessi sul mercato, la richiesta di tassare tali prodotti appare più come un voler scaricare sul MEF la gestione del settore, liberando di fatto il Ministero della Salute da tale incombenza. Non può di certo essere questo il “Governo del Cambiamento” – conclude Giacomello– vantato dai vicepremier Salvini e Di Maio. Questo episodio sembra più un colpo di coda della vecchia burocrazia ministeriale che non avremmo più voluto vedere”.

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