© Sigmagazine, rivista d'informazione specializzata e destinata ai professionisti del commercio delle sigarette elettroniche e dei liquidi di ricarica - Best edizioni srls, viale Bruno Buozzi 47, Roma - P. Iva 14153851002 - Direttore responsabile: Stefano Caliciuri - Redazione: viale Angelico 78, Roma - Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Roma al numero 234/2015 - Registro Operatori della Comunicazione: 29956/2017
Kevin Burns, patron di Juul, sa come rincuorare i propri dipendenti, soprattutto quelli che avevano lamentato un “conflitto etico” dopo l’ingresso di Altria (Philip Morris Usa) in società con il 35 per cento delle quote. Come è prassi nelle start up americane, i dipendenti riceveranno una parte di stipendio in nuove quote azionarie. Per l’esattezza, due miliardi di dollari che saranno divisi tra i 1500 dipendenti in funzione del numero di azioni già in loro possesso.
L’obiettivo dichiarato è far digerire ai dipendenti l’ingresso nella governance aziendale della multinazionale del tabacco. Con il 35 per cento delle quote, Philip Morris può giocare un ruolo chiave, seppur di minoranza, in tutte le decisioni future.
Dopo il boom avuto sul mercato statunitense, Juul è pronta ad aggredire quello europeo. Dagli ultimi mesi del 2018 è già distribuita in Svizzera, Francia e Regno Unito. La commercializzazione in Italia è prevista entro l’inizio della prossima primavera.