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Sigarette elettroniche, parola alle associazioni: Renzo Cattaneo (Eim)

Pubblichiamo l'articolo scritto dal presidente dell'associazione dei produttori legati a Confartigianato tratto dalla rivista bimestrale attualmente in distribuzione.

(articolo tratto dal bimestrale Sigmagazine #12)

È evidente che l’apprezzamento per le nuove misure messe in cantiere dal governo si potrà confermare solo se sortiranno i loro effetti nei prossimi mesi nei quali speriamo che le criticità già individuate nel provvedimento siano superabili e che siano l’inizio di un percorso di sviluppo sul quale molto vi è ancora da fare.
Nella breve storia dello svapo, vissuto a livello aziendale, abbiamo assistito a un susseguirsi di normative che hanno prodotto rallentamenti nello sviluppo e sacrifici di impresa per fronteggiare normative che sono state – come sappiamo – anche molto ostili e difficili da sostenere. Ora appare aprirsi uno scenario più chiaro, anche se le potenziali criticità del mercato libero e della filiera specializzata potrebbero non trovarsi in una situazione ottimale come alcuni soggetti invece ritengono, rispetto ad operatori che si sono posti in questo mercato, avendo già sperimentato la collaborazione operativa con i monopoli di tato e le multinazionali del tabacco per conseguenza.
È presto oggi, comunque, per giudicare. Solo i prossimi mesi, se ci sarà opportunità, stante le promesse ricevute, si proseguirà il percorso di regolamentazione in prospettiva di sviluppo, avendo la risposta se la strada intrapresa è adatta e corretta per rimuovere in senso efficace le problematiche che tutti gli operatori del settore specializzato hanno sperimentato e vissuto sulle proprie spalle in questi anni. I criteri impositivi nuovi da una parte sono oggettivamente migliori ma è evidente che è necessario allinearsi ai parametri europei, al fine di avere possibilità di operare nei confronti dei competitori stranieri allo stesso livello. La tassazione dei prodotti senza nicotina appare in una direzione non ottimale e si auspica una riconsiderazione di questo aspetto ed un allineamento ai parametri tecnici della normativa europea che nel caso italiano sono stati resi più restrittivi.
I peccati di gioventù di questo settore sono noti, ampiamente commentati, discussi e conosciuti; difficile aggiungere altro a quanto già detto da tutti noi. È possibile invece pensare che le prospettive di sviluppo debbano essere nelle disponibilità di tutti gli attori e che il bilanciamento nel mercato delle attività generi un miglioramento dell’offerta verso i consumatori, soprattutto con riferimento alla qualità dei prodotti. Parlare di riduzione del danno e in ragione di questo ridurre l’imposizione fiscale specifica, affermandone percentuali, corrisponde alla necessità di base di immettere nel mercato prodotti controllati dal punto di vista generale, sia parlando dei liquidi che dei dispositivi.
Riteniamo che il primo obiettivo sia definire politiche di sviluppo condivise tra tutti gli operatori del settore, che consideriamo assolutamente ampio e in grado nel futuro di lasciare ampi spazi di lavoro non solo per gli operatori attuali, ma anche per chi vorrà imprendere in questo settore che comincia teoricamente ad aprire qualche spiraglio.
Concludiamo questo breve commento ribadendo l’auspicio che questo primo passo, anche se insufficiente per dare le risposte necessarie e richieste dal mercato, prosegua il suo percorso e consenta di considerare l’impresa nel settore della sigaretta elettronica, che preferiamo chiamare svapo, con pari dignità e potenzialità di tutti gli altri settori nei quali l’Italia ha dimostrato eccellenza e distinzione. Auspichiamo pertanto miglioramenti che tutelino tutta la filiera del Made in Italy per un’espansione sia economica che qualitativa dei prodotti da svapo.