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Il 33% dei fumatori italiani adulti è intenzionato a smettere nei prossimi mesi, o al massimo entro l’anno, mentre un altro 33% conferma la propensione ma non sa indicare un arco temporale.
Numeri che confermano un cambio di mentalità tra i fumatori. Tra coloro che hanno adottato sigarette elettroniche, cioè dispositivi alimentati da liquidi con o senza nicotina che producono vapore, circa il 70% ritiene che siano meno dannose per la salute rispetto alle tradizionali, mentre il 63% le considera come uno strumento utile a diminuire ridurre o abbandonare il fumo. Di pari passo la preoccupazione per i rischi derivanti dal fumo passivo per il 62% degli intervistati. I numeri emergono da una ricerca condotta dall’Osservatorio Myblu-Gfk.
L’analisi conferma anche il dato diffuso dall’Istituto Superiore di Sanità: in Italia sarebbero un milione gli utilizzatori di sigarette elettroniche. Il trend che si conferma in continua crescita da almeno un triennio è alimentato da un evidente passaggio negli ultimi mesi dal tradizionale ai prodotti di nuova generazione, cioè i dispositivi alternativi alla sigaretta in cui non c’è combustione di tabacco (riscalfatori) o non è presente tabacco (sigarette elettroniche). Del campione analizzato, infatti, il 36% ha scelto uno di questi prodotti solo negli ultimi 3-6 mesi. Dati positivi confermati dalla propensione a valutarne l’adozione anche tra chi oggi è ancora ancorato al tradizionale: circa il 20% dei fumatori dichiara di voler provare i prodotti di nuova generazione nei prossimi 12 mesi.
“Stiamo assistendo ad una rivoluzione in una delle abitudini di consumo più radicate – commenta Federico Mastrantonio, Head of Intelligence & Insights South East Europe Cluster di Imperial Brands – Una nuova sensibilità da parte dei consumatori verso i rischi per la salute sta portando sempre più persone a sperimentare l’uso delle sigarette elettroniche, in alternativa o in abbinamento alle tradizionali. Imperial Brands sta investendo in questi nuovi prodotti con l’ambizione di partecipare attivamente a questo grande cambiamento culturale e sociale”.
